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L’Auditel, azienda a partecipazione mista con l’influenza maggioritaria di Silvio Berlusconi, da anni é l’organo ufficiale deputato a fornire il numero degli ascolti dei programmi tv italiani.
Le concessionarie di pubblicità  sottopongono ai potenziali sponsor una miriade di cifre che vanno dal numero di contatti, alle percentuali di share, dal sesso all’età  media del pubblico del canale, o del programma per il quale trattano spazi commerciali.

I critici televisivi alla Aldo Grasso, ancora oggi, versano fiumi d’inchiostro sulla bontà  dei dettagliati dati forniti dall’Auditel, decine di programmi vengono spostati o soppressi perché vittime degli implacabili numeri, di cui se ne trova traccia anche sul Televideo.
Sono centinaia le piccole emittenti che pagano l’Auditel per entrare nell’elenco delle tv rilevate, elencate in 2 grossi libroni intrisi di tabelle e tabelline di numeri e numerini, che ogni mese vengono recapitati per posta alle redazioni.

Ebbene l’Auditel, oltre che essere un affare per Silvio Berlusconi e un gruppo di buontemponi, é soltanto uno specchietto per le allodole della reale popolarità  di un programma o di un canale televisivo
Infatti, i numeri illustrati sono empirici perché limitati alle tv generaliste che fanno propendere percentuali spropositate a favore delle prinicipali aziende proprietarie, Rai e Mediaset, senza tenere conto dei milioni di telespettatori che si rifugiano sui canali satellitari come Sky, o sui canali locali.

I numeri illustrati sono empirici perché si basano su un campione fornito da un limitatissimo numero di apparecchi rilevatori (5.100) su oltre 20 milioni di televisori sparsi in tutta Italia.
Gli apparecchi rilevatori, installati dagli addetti Auditel in casa delle famiglie che accettano la proposta telefonica dietro piccola ricompensa per un periodo di 6 mesi, ricevono gli impulsi di un telecomando appositamente fornito alla famiglia campione, che di volta in volta digiterà , fra le altre cose, il numero dei componenti seduti davanti allo schermo in un dato momento.

Ovviamente é tutto empirico perché non é detto che in quel momento la famiglia di 4 persone sia tutta al completo davanti allo schermo, e infatti qui entra il gioco il tranello, perché i dati forniti da quella sola famiglia con quel solo televisore, equivarranno ai fini statistici dell’Auditel, ad un campione di ben 40 mila altri televisori, frutto di una semplice divisione tra i 20 milioni di televisori e i 5.100 rilevatori!

Se poi consideriamo che spesso, funzionari Auditel, chiamano a casa per chiederci di sintonizzarci su Striscia la notizia o sul festival di San Remo per pochi minuti, giusto il tempo per fare la rilevazione e gonfiare i numeri per giustificare le cifre spropositate sborsate dagli inserzionisti pubblicitari in quella fascia, capirete come le vagonate di milioni di ascolti attribuiti in misura sempre uguale e proporzionale ai canali Rai e Mediaset siano un’enorme bufala!

Una mastodontica bugia che da anni alimenta una significativa economia appannaggio per le tasche di Silvio Berlusconi che detiene il 55% del mercato totale della pubblicità  sui mezzi d’informazione (tv, giornali e internet).
Ecco perché in questi giorni questo ladro di case editrici sta alzando la cresta minacciando la sinistra connivente che finge di volergli toccare le tv.

La riforma Gentiloni, altro specchietto per le allodole perché venduta come riforma all’apertura della concorrenza, é un falso poiché la riforma prevede l’abbassamento del tetto pubblicitario al 45%, che é comunque spropsoitato in favore di Rai e Mediaset, (assieme farebbero il 90%) grazie anche a quella bufala, grassa, dei numeri edulcorati forniti dall’Auditel di Silvio Berlusconi che é di fatto il principale azionista.

Alla faccia del conflitto d’interessi, vedrete che l’illegale monopolio non sarà  toccato proprio perché Berlusconi fonda il suo guadagno sulle bufale, su un controllo spropositato dei mezzi di informazione favorito da Bettino Craxi e da tutte le sinistre di questi ultimi 15 anni, prendendo in giro un’intera nazione alla faccia della libertà , della legalità  e della trasparenza.
Gli introiti pubblicitari di Mediaset, come del resto quelli della Rai, stanno scendendo ogni anno e i primi effetti si vedono con lo sfoltimento delle produzioni interne (sembra siano al capolinea i contentirori calcistici in cui si fanno chiacchiere da bar).

Quindi pensare di liberarsi dal conflitto d’interessi di Berlusconi con questa sinistra amica, per ora, é pura utopia.

20 pensiero su “La grande bufala dell’Auditel”
  1. Ti scrivo dal Giappone, da dove assisto sempre piu’ preoccupato all’andamento delle cose in Italia… Speriamo che la tua professionalita’ sia d’esempio a qualche giovane giornalista e che l’informazione sappia uscire dal baratro in cui si trova.

  2. Avete notato che da qualche tempo a questa parte si sta facendo avanti la feccia del giornalismo italiano (eh si, riescono anche ad avere la feccia anche loro, non c’e’ limite al peggio) per denigrare Grillo e grillismo, o con miglior definizione, la gente normale e di buon senso che vuole vivere in un paese normale e di buon senso.

    Il 25 aprile si avvicina e sbucano fuori gli scarti della categoria, che so’, i mughini, i filippo facci, gli sgarbi, a vomitare veleno con foga.

    Non riesco a capire se la macchina deviata dell’informazione li cerca, perche’ a buon mercato, o se e’ una loro inziativa. Un’operazione di sciacallaggio per attirarsi benemerenza da quelli che aspirano avere come padroni.

    Cani sciolti, randagi di strada che abbaiano a comando e di buona lena per una ciotola di zuppa ed una cuccia calda. Bau, bau, arf, arf!

    Sono talmente falsi e forzati nei loro sproloqui che si intuisce non credano nemmeno loro alle fesserie che dicono.

    Per ora si vede solo questa avanscoperta, questa soldataglia male attrezzata. Salta fuori allo sbaraglio sparacchiando qualche petarduccio qua’ e la’.

    E poi via via usciranno altri. Fino ad arrivare, nei giorni imminenti all’evento, ai grandi generali, quelli piene di medaglie dei partiti sul petto.

    Una domanda: questo esercito di mercenari dell’informazione avra’ capito dove si trova il campo di battaglia? Per ora sembra proprio di no!

    Sparacchiano sui giornali ed alla TV, mandano messaggi alle nonnine. Li mandano ai mansueti che hanno il cervello che funziona solo in una direzione, da TV a cervello. Se la pigliano con chi non ha possibilita’ di restituire loro la cacca che quotidianamente tirano.

    Signori cari, venite di qua a sproloquiare. Qui si manda, ma si riceve anche! Qui’ci sono tante forze giovani in campo, ben cariche di argomenti.

    Venite a prendervi gli schizzi di quello che tirate tutti i giorni.

    Eh si’, perche’ qui di schizzi ne prenderete tanti, ma proprio tanti.

    Fino a seppellirvi.

  3. Il primo a parlare dell’inaffidabilità  dell’auditel fu il settimanale satirico Cuore La contestazione dei dati Auditel é cominciata, in maniera organica, con un’inchiesta di Giulio Gargia sul settimanale Cuore, allora diretto da Stefano Disegni. Il giornalista riuscì a intervistare una ventina di famiglie del panel Auditel. Dalle testimonianze vennero fuori le distorsioni nell’uso del meter che rendevano inattendibile i dati immessi già  dalla loro formazione. Un episodio clamoroso, finito sulle prime pagine de La Repubblica e La Stampa fu quello del 15 luglio 2000, quando, secondo i dati Auditel, tra le 21,03 e le 21,18, più di tre milioni di persone avevano la TV sintonizzata su RAI Uno. In quel momento, però, sui monitor c’era solo il segnale orario per oltre un quarto d’ora. Infatti a quell’ora sui monitor di RAI Uno, dopo l’interruzione per pioggia di un programma all’aperto condotto da Mara Venier e Katia Ricciarelli, é andato in onda l’orologio del segnale orario per oltre 15 minuti.

    Altro caso misterioso e ancora inspiegabile é quello verificatosi con Telecapri, l’emittente campana più seguita secondo l’Auditel. Dal 16 al 18 dicembre 1998, il segnale dell’emittente fu interrotto da un provvedimento della magistratura, che la mise sotto sequestro. I trasmettitori furono sigillati. Sulle frequenze di Telecapri non c’era nulla, nemmeno il solito monoscopio con i Faraglioni. Eppure i dati Auditel dicono che l’avevano vista, in media, 50mila spettatori al giorno con picchi di 450mila nella notte tra le 2 e le 6 tra il 17 e il 18 dicembre.

    Ecco anche il motivo per cui in particolare molte “piccole televisioni” contestano che il campione non é stato estratto con criteri rappresentativi della popolazione italiana, ma del suo territorio, portando così ad una sovrastima delle zone orograficamente più accidentate. In esse é possibile ricevere solo la Rai (perché trattandosi di servizio pubblico deve coprire con il suo segnale l’intero territorio nazionale) e Mediaset che per scelta aziendale, presta lo stesso servizio.

    Sulla base di essi l’organizzazione Aeranti-Corallo ha presentato ricorso all’autorità  garante della concorrenza per abuso di posizione dominante.

    Le televisioni satellitari erano rimaste escluse dai rilevamenti. Contro questa situazione, alcune tv satellitari avevano fatto ricorso alla magistratura; sul punto vi é un’ordinanza della Corte d’Appello di Milano, 12 aprile 2005 su ricorso di alcune Tv satellitari.

    Indipendentemente da tali critiche é stato anche osservato che il campionamento Auditel era stato concepito in epoche in cui vi era solo la Tv analogica. Il sistema fatica ad inseguire una realtà  in continuo cambiamento tecnologico con spostamenti continui degli utenti verso il digitale satellitare, il digitale terrestre, il digitale via cavo, la web-tv e la Tv via telefono mobile ed ulteriori possibilità  come la Tv on-demand.

  4. CARO DANIELE, TI HO SCOPERTO DA POCO (PURTROPPO) PERCHé PER QUELLI COME TE CHE DICONO COSE CREDO (VERE) E SPUTTANANO I MASCALZONI IN TV NON C’é SPAZIO (MENO MALE PER TE, PEGGIO PER NOI). VOGLIO DIRTI DI CONTINUARE COSì PERCHé HAI IL NOSTRO CONSENSO, LA NOSTRA STIMA E IL NOSTRO APPOGGIO! GRAZIE “VERO” GIORNALISTA. VERO. Daniele da lecce

  5. Mi scuso per l’off-topic.

    Ho scritto una mail ad alcuni dei professori della Sapienza di Roma che hanno firmato l’appello contro la visita del Papa, per ringraziarli del loro coraggio.
    Sarebbe bello che anche altri scrivessero per non lasciarli soli a combattere contro l’armata vaticano-massonico-politico-mediatica che sta tentando in tutti i modi di distruggere la loro credibilità . Gli indirizzi e-mail li trovate nel sito della Sapienza nel dipartimento di fisica. Mandate qualche riga, non abbandoniamo chi ha il coraggio di giocarsi la reputazione per difendere le proprie idee e la libertà  di pensiero.

  6. Sono uno studente di comunicazione dell’università  IULM. L’articolo pubblicato mette in rilievo un problema annoso: ovvero quello di spiegare il rilevamento dell’auditel. In sintesi la ricerca non é svolta in maniera così semplice come sembrerebbe ad un osservatore non esperto (anche io credevo fosse un’enorme bufala) e segue rigide regole: statistiche, sociologiche e di campionamento. Naturalmente anche questa ricerca ha il suo margine d’errore che viene “smussato” secondo precise regole universalmente note. Non mi dilungherò a scardinare tutti i punti del post. Un solo esempio: i dati di ascolto Sky vengono rilevati dal primo aprile 2007 e se un telespettatore guardasse, per esempio, Telecapri verrebbe registrato come telespettatore sulla voce “Altre” TV. Postatemi eventuali altre domande..A presto! Alessandro

  7. Fin quando avremo l’auditel nella tv pubblica, avremo programmi di scarsa qualità ! Perché la Rai dovrebbe mandare in onda (per esempio) uno con Luttazzi, quando ha l’isola dei famosi che fa molti più ascolti?
    Sono i pubblicitari a decider i programmi e non più i vertici Rai, la tv PAGATA DAGLI ITALIANI.
    Questo sì che é un uso privatistico del mezzo pubblico.
    Io noncritico la possibilità  che ha la Rai di farsi pubblicità , ma é inaccettabile che il palinsesto sia scelto ad hoc.

  8. Per cristian.
    Sì, le prove ci sono. Ti consiglio il libro “La favola dell’Auditel” di Roberta Gisotti, Editori riuniti.

    Alle lacune del sistema Auditel aggiungerei che, ogni volta che un componente della famiglia si allontana dalla tv, bisogna segnalarlo con il telecomando. Oggettivamente mi sembra difficile che qualcuno possa avere la pazienza di smanettare con il telecomando in modo preciso.

    Bel blog. L’ho scoperto da poco e trovo che sia fatto in modo molto professionale.

    Dario R

  9. Sono anni che sento dire che il ladro di case editrici (come lo hai definito tu) é un grande imprenditore. I VERI imprenditori non hanno paura della concorrenza e non si fanno leggi ad personam per battere la concorrenza. Il problema in Italia é proprio quello, non abbiamo veri imprenditori, la FIAT sotto l’Avvocato sarebbe fallita mille volte se non avesse avuto tutti i contributi statali, e questi sono solo due esempi …

  10. Sono cose che si dicono da anni.
    Ma abbiamo le prove?
    Intendo, che non sia un metodo trasparente é sotto gli occhi di tutti, ma per esempio c’é qualche compontente di una famiglia Auditel che ha testimoniato di pressioni o “regali” per accomodare questa o quella misurazione?

    E’ il momento dei fatti, le congetture le conosciamo.
    Per cambiare le cose abbiamo bisogno di certezze.

    Comunque complimenti per il tuo ottimo lavoro

  11. Hai perfettamente ragione, senza questa sinistra SUPER_COGLIONA, non
    sarebbe mai esistito un figuro come quello.
    Nel nostro paese non c’é speranza, con questi schieramenti, con questi
    soggetti é buio pesto su tutta la linea.
    In molti momenti, l’unica cosa che mi viene da pensare e che in questo
    paese gli italiani onesti sono fottuti.

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