Continua la farsa dell’euro. Il premier greco Samaras rientra dalla missione a Bruxelles con un “nulla di fatto“. In sostanza ha incassato dal francese Hollande e dalla tedesca Merkel un “arrangiatevi, nell’euro ci dovete rimanere” con un sobrio “la Grecia deve rispettare gli impegni“. Gli impegni, per il Paese ellenico, consistono nel rastrellare almeno altri 11 miliardi di euro tagliando servizi, pensioni e stipendi ad una popolazione già stremata dalla crisi e dove mendicare per strada è ormai una normalità.

I capi di governo degli Stati forti, dovremmo averlo capito, vogliono che in Grecia si arrivi alla guerra civile perché così vogliono i banchieri. Lo stesso scenario viene augurato pure per la Spagna e l’Italia. Le guerre civili sarebbero, del resto, occasioni di rilancio delle loro economie in materia di interventismo per il riordino sociale e la ricostruzione. Rimane una loro speranza, certo. Altrimenti non ci sarebbero dubbi nell’indire referendum sull’euro. Fosse stata un’opearzione a fin di bene, quella dell’euro, non sarebbe stata decisa da quattro banchieri mafiosi con la complicità dei Prodi dell’epoca che hanno fatto entrare Paesi come l’Italia senza rispettare i parametri di Maastricht.

Un’operazione trasparente e a fin di bene di portata continentale che riguarda l’economia monetaria, avrebbe portato a consultazioni popolari e con numeri reali. Ma siccome il progetto dell’euro è nato proprio per permettere alla Germania di dominare in Europa in cambio di commissariamenti e cedimenti di sovranità nazionali, ecco allora i diktat al premier ellenico, che si è visto rifiutare ogni proposta di proroga per i debiti.

Dunque, di fronte al nulla di fatto di Samaras, alla faccia dell’unione fiscale e politica dell’Europa, qui io non vedo alternative alla ribellione. I cittadini greci dovranno tentare un colpo di Stato se vorranno riappropriarsi della propria sovranità e ricominciare con la loro economia in dracme. Senza la certezza di averla vinta perché in tal caso la Germania potrebbe sentirsi legittimata ad un’invasione con la scusa degli impegni nell’euro.

In Italia c’è invece un silenzio stagnante che sembra preludere il finimondo. Occasioni di lavoro azzerate, disoccupazione alle stelle, benzina oltre i 2 euro, tasse altissime su tutto e autovelox pure sulle ciclabili. Loro, i Monti e i tecnici, tirano e ritirano la corda speranzosi che i cittadini italiani continuino a farsi spremere all’infinito. Ma lo abbiamo capito tutti che non potremo continuare così a lungo. La miccia della tenuta sociale è ormai a buon punto. La bomba è solo prossima.

Un pensiero su “La Germania vuole la guerra”
  1. purtroppo la politica è tutta collusa con il sistema bancario,dal quale tra l’altro riceve finanziamenti…il mes e il fiscal compact sono la fossa scavata x l’italia…solo la lega ha votato contro(ovviamente x raccimolare voti giustamente persi)..ci vorrebbe un nigel farage italiano,ma non l’abbiamo…

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