Antonio Russo, caporguppo M5S Imperia
Non è bastata la polemica insulsa del senatore renziano Stefano Esposito, che un paio di mesi fa insinuava su Facebook «Il reggente del clan Spada, Roberto, è un fan di Alessandro Di Battista». Ora, a due settimane dal voto regionale, ci si mette pure Antonio Russo, capogruppo dei 5 stelle in comune a Imperia. 60 anni, calabrese tutto d’un pezzo, già candidato sindaco nella città di Scajola, dichiaratamente contrario alle pizzate elettorali (chissà che cosa avrà pensato nel vedere Luigi Di Maio servire pizze a Napoli pochi giorni fa!?), Russo chiede espressamente di non dare la preferenza a Daniele Comandini, candidato alle regionali in Liguria come capolista, il più votato alle regionalie con 75 preferenze. Il motivo? Perché Comandini è amico fraterno di tal Carmine Mafodda, attivista a 5 stelle, rampollo di una famiglia che una decina d’anni fa ha avuto problemi con la giustizia per questioni di ‘ndrangheta.
Mafodda non è candidato ed è ovviamente incensurato. Rivendica giustamente la sua autonomia dalla nomea dei suoi familiari. Ma a Russo, evidentemente, questo non basta. Sarà un grillino incorruttibile, ma in fatto di mentalità dev’essere rimasto lui stesso schiavo di qualche retaggio familistico. Alice Salvatore, candidata presidente della Liguria del Movimento, arriva in soccorso di Comandini, che miaccia querele. E dice che pure Peppino Impastato era figlio di un mafioso. Vero! Aggiungo io che anche Lea Garofalo era moglie di uno spietato ‘ndraghetista che l’ha fatta uccidere barbaramente per essersi ribellata. In Puglia, candidata in “Noi a Sinistra con la Puglia”, partito di Nichi Vendola, c’è la foggiana Carmela Cenicola, sorella di Vincenzo, killer condannato a otto anni per l’omicidio di Fabrizio Pignatelli. E allora? Perché fare di tutte le famiglie un fascio? Perché non dare fiducia a una persona in quanto tale, aldilà della nomea? Perché questo razzismo al contrario? E pensare che Antonio Russo da candidato sindaco di Imperia non è riuscito a raggiungere le due cifre percentuali nonostante in quell’area, sia per le politiche che per le europee, il Movimento 5 stelle ha abbondantemente superato il 30%. Sarà mica per qualche rivalità personale? Non vorrei che Russo tema l’arrivo di Grillo a sostegno di Comandini, visto che con lui da candidato il comico non si è fatto vedere. Del resto Russo è estimatore e amico di Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma inviso ai due fondatori del M5s. Con tutto il marcio cui si è assistito nel Ponente ligure da parte dei partiti, Antonio Russo si preoccupa di un candidato amico di un incensurato con un cognome scomodo? Ma dico io, dov’è finita la serietà di certi grillini? Qualcuno dica a Russo che i candidati impresentabili sono tutti al vaglio dell’Antimafia su iniziativa di Rosy Bindi. Allo stato attuale non risulta nessun candidato di Grillo sospettabile, ma c’è tempo fino al 31 maggio per saperlo. Per ora #antoniorussostaisereno.