Il presidente emerito Giorgio Napolitano durante la cerimonia di consegna delle borse di studio in ricordo di Loris D'Ambrosio alla Luiss, Roma, 1?? dicembre 2016. ANSA/ GIUSEPPE LAMI

E’ stato uno dei peggiori presidenti della repubblica italiana. Forse peggio addirittura di Francesco Cossiga.
Giorgio Napolitano è stato un custode finto della Costituzione, perché durante i suoi mandati ha firmato tutte le leggi più incostituzionali che la storia di questo paese ricordi.
La peggior legge porcata che Napolitano ebbe a firmare, invece di opporsi e di sciogliere le camere, fu il lodo alfano, nell’estate del 2008.
Le camere approvarono per legge che le 4 più alte cariche dello Stato non potevano essere processate. Guarda caso l’unica carica imputata all’epoca era l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Il reato era corruzione in atti giudiziari con l’avvocato David Mills, colui che mentì ai giudici dietro una tangente da 600 mila dollari.
Il Lodo Alfano, com’era ovvio, fu bollato incostituzionale dalla Consulta. Confliggeva con l’articolo 3 che prevede l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Eppure Berlusconi, grazie a quella famigerata firma di Napolitano, che oltre tutto era un odioso comunista per Forza Italia, riuscì a congelare la propria posizione nel processo, e ad evitare la sicura condanna che infatti investì in primo grado e in Appello David Mills.
Che poi fu prescritto in Cassazione.
Giorgio Napolitano lo ricorderemo per quel rifiuto a testimoniare nel processo sulla Trattativa perché “non ho nulla da dire” (come se lo decidesse lui, non i pm: infatti poi parla 3 ore).
Ricorderemo Napolitano per aver negato il voto agli italiani in ossequio agli ordini della massoneria dei banchieri europei. Non dimentichiamo il governo Berlusconi del 2011, che di fronte al debito pubblico fuori controllo, si dimise lasciando il posto a Mario Monti. L’allora rettore dell’ateneo di Milano fu nominato premier proprio da Napolitano senza passare dalle urne. Monti ha svolto il ruolo di liquidatore fallimentare di questo povero Paese in mano alle mafie e alla massoneria.
Stesso copione qualche anno dopo durante il governo Letta. Napolitano nominò premier Matteo Renzi, che da spavaldo sindaco di Firenze si ritrovò a palazzo Chigi senza lo straccio di un voto, sempre per garantire i banchieri. Se oggi Renzi fa il conferenziere in Arabia Saudita ben prezzolato, e il senatore a tempo perso, deve ringraziare Napolitano.
Napolitano lo ricorderemo per essersi lasciato nominare per la seconda volta presidente della Repubblica benché avesse giurato di rinunciare.
E’ stato il garante degli interessi loschi di questo Paese durante l’esordio del movimento 5 stelle che col 25% faceva paura al sistema.
Ricorderemo Napolitano per i suoi moniti che con la costituzione non c’azzeccano. Tipo quelli di spegnere il conflitto tra la politica e la giustizia. Napolitano ha sposato il refrain di Berlusconi sull’inesistente competizione tra i politici e giudici.
Ricorderemo Napolitano per aver firmato la controriforma Gelmini dell’Università. Con quel che ne è seguito ai danni della scuola.
Insomma, l’Italia con Napolitano non perderà nulla.
Anzi, magari coltivando la memoria l’Italia ci guadagna in consapevolezza.

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