Ricordate i 40 mila euro di bonus ai consiglieri regionali della Puglia che dovevano approvarsi in aula martedì scorso?
Bene, lunedì scorso il governatore Michele Emiliano, ha riunito in assemblea gli esponenti del suo partito, il Pd, e ha chiesto di rinviare il voto di approvazione del bonus a settembre.
Il motivo è lo sdegno che la notizia ha provocato tra i cittadini. Visto che l’idea del bonus è di un esponente del Pd, Filippo Caracciolo.
Parliamo di un trattamento di fine mandato con effetto retroattivo abolito nel 2012 dall’allora giunta di Nichi Vendola, che per i consiglieri in carica da due mandati significava una buonauscita fino a 100 mila euro.
Ecco allora che martedì scorso, il consiglio regionale si è riunito, ma tranne che approvatre i debiti fuori bilancio, non ha approvato nient’altro perché in aula non c’era il numero legale.
Erano assenti più di metà dei consiglieri, tra cui pressoché tutto il centrodestra, che è all’opposizione, ma anche alcuni rappresentanti della maggioranza di centrosinistra. Emiliano compreso.
Insomma, oltre metà dei consiglieri pugliesi non si è presentato in aula per ripicca allo stop del ricco assegno.
Così, oltre al trattamento di fine mandato, è saltato – per la terza volta – anche il voto sullo sconto in bolletta ai cittadini nell’ambito dell’incentivazione della transazione energetica,
È saltato per la seconda volta il voto alla legge regionale sull’omotransfobia:
Per non dire della nomina del garante dei disabili. Anche quella saltata benché sia attesa da ben 2 anni.
Tutto rinviato alla prossima seduta del 20 settembre, dopo ben 8 settimane di vacanze molto ben pagate, nella speranza che lo sdegno del ricco bonus sia passato o magari dimenticato.
Questo momentaneo passo indietro da parte della Regione Puglia di approvarsi l’assegno bonus, è l’effetto dell’eco mediatica che ha avuto parlando della notizia in rete, sui social. Che ha generato il giusto disgusto, e un po’ di imbarazzo da parte dei politici.
Almeno in Puglia. Visto che lì i consiglieri guadagnano 12.300 euro al mese, mentre il governatore raggiunge i 13.800.
Cifre fuori da ogni logica se paragonate agli stipendi di chi lavora.
