Siamo a Portovenere, questo che vedete è un canale di scolo che scende dalla montagna. Accanto sorge la sede della Protezione civile inaugurata di recente. Quindi questa struttura che serve a intervenire nelle emergenze ambientali, sorge in area alluvionale. Questo edificio poggia su un terreno che è più basso del letto del canale. Nelle mappe è indicato col colore rosso e in parte giallo.
Quindi qui, in caso di allerta meteo, la protezione civile, che dovrebbe intervenire prima di tutti in caso di smottamenti o di alluvioni, sarebbe al contrario la prima ad essere inondata dall’acqua.
Questo esempio limite, ma reale, serve per spiegare i magheggi che la Regione Liguria sta facendo per approvare il nuovo regolamento dei Piani di bacino per le aree inondabili.
Di cosa si tratta? Si tratta che il presidente berlusconiano renziano Giovanni Toti, vuole dare la possibilità agli speculatori e ai palazzinari di costruire in aree esondabili.
In che modo?
Semplice: le mappe delle aree alluvionali contrassegnate dal colore rosso, saranno ricolorate col giallo. Rendendole meno pericolose all’occhio e che saranno definite «a minor pericolosità», con la scusa che l’acqua scorre lenta.
La Regione Liguria si giustifica brandendo alcuni studi sulle varie aree regionali inondabili. Ma il problema è che diverse università hanno già bocciato questi studi in quanto non hanno tenuto conto dei cambiamenti climatici in corso.
E allora, siccome il Piano per le aree inondabili sarà approvato lunedì prossimo, il 31 luglio, nei giorni scorsi a Roma, il Verde Angelo Bonelli ha interpellato in un question time il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin.
Gli ha chiesto come intende intervenire su questo sciagurato piano che punta a poter costruire in aree sondabili.
Ebbene, il ministro ha risposto picche. O meglio, come Ponzio Pilato ha detto “questi sono gli atti della commissione regionale ligure, e io non ho motivo di oppormi”.
In questo modo Toti farà subito felici i palazzinari e gli speculatori.
Poi quando ci sarà l’alluvione sentiremo le solite frasi fatte del tipo: “Queste cose non devono succedere più”.
Intanto si conteranno i morti e i danni.
A Toti non è bastata l’alluvione di Genova del 2011, che costò la vita a 12 persone.
Non ha insegnato insegnato niente nemmeno l’alluvione delle 5 terre e della Lunigiana, sempre nel 2011, che costò la vita ad altre 10 persone.
A Toti non sta insegnando niente nemmeno la recente alluvione in Romagna.
A Toti adesso interessa che la Regione Liguria tiri dritto.
Poi, quando ci sarà da contare i morti tra un tot di anni, lui e i suoi assessori saranno da qualche altra poltrona, o magari a godersi il vitalizio riservato alla casta.
Non è meraviglioso?

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