I giornali e le tivù distraggono gli italiani con la tragedia di 5 buontemponi nel sommergibile come se fosse una cosa alla portata di tutti. Ma la vera tragedia sono le chicche che giungono dal pianeta giustizia ogni giorno che passa. Come già sapete l’abolizione del reato di abuso d’ufficio approvato dal governo meloni e dal guardasigilli Carlo Nordio, è criticato da tutti. Non solo dai magistrati italiani, ma anche dall’Europa. Che giudica la mossa un modo per rendere più opaco il destino delle rate Pnrr, al punto che potrebbero saltare.

Ma il disastro giustizia non riguarda solo questo. Il disastro riguarda gli organici dentro i tribunali. A Milano i gip e i gup denunciano in una lettera indirizzata al Consiglio giudiziario che la situazione è insostenibile. Sono in 30 anziché 39, il minimo per garantire una giustizia più celere. Se consideriamo i giudici in toto, ne mancano almeno 50. Sono 250 anziché 300. E quelli operativi sono sono soggetti a turni pesantissimi. Intanto Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e persino il duo Calenda-Renzi, puntano con alcuni emendamenti a vietare l’utilizzo del trojan nei telefonini che così diventano microspie ambientali che portano alla luce i reati dei politici e non solo contro la Pubblica amministrazione, tra cui la corruzione.

Il trojan è un sistema infallibile che porta alla luce la corruzione tra i pubblici ufficiali, politici e talvolta imprenditori.
Fu l’ex ministro Bonafede ad ampliarne l’impiego non solo per i reati associativi, ma anche appunto per la corruzione. È proprio per effetto della riforma Bonafede che la Procura di Perugia potè installare il trojan nel cellulare dell’ex pm Luca Palamara, che per le trame delle nomine delle procure era inizialmente indagato per corruzione. Accusa poi riqualificata in traffico di influenze (rimediata con un patteggiamento a un anno, pena sospesa).

Secondo la presidente della commissione Giustizia della Lega, Giulia Bongiorno, che ha scritto la relazione dell’indagine conoscitiva sulle intercettazioni che sarà votato la prossima settimana, il trojan sarebbe in grado di manipolare i dati nei telefoni degli intercettati. E dunque, a suo dire, servirebbe un certificato di garanzia di un ente terzo. Un modo per complicare le indagini ai pm.

Sempre in tema di intercettazioni il governo Meloni vuole mettere un tetto alla spesa per le intercettazioni per ogni procura.
Altro modo per complicare le indagini. E forza Italia, nel nome di Berlusconi chiede proprio di escludere dall’utilizzo del trojan i reati contro la Pubblica amministrazione. Una follia che vede contraria persino la Lega di Salvini. Non è finita. Io governo Meloni col ministro Nordio hanno sospeso i fondi per la desecretazione e digitalizzazione degli atti legati alle stragi» di Ustica. Questo alla vigilia del 43esimo anniversario della strage avvenuta il 27 giugno 1980.

Chiudo con una testimonianza che mi è giunta e che chiede anonimato. E’ di un perito forense. Dice che le procure generali, per effetto della riforma Cartabila approvata dal governo Draghi e mantenuta in toto dal governo Meloni, stanno complicando ulteriormente i processi col blocco del riversamento dell’audio delle intercettazioni, rendendo complicata la trascrizione per l’utilizzo nelle udienze.
Allungano i tempi della consegna perché obbligano la lavorazione degli audio dai programmi del tribunale e non da quelli in uso dei periti, necessari per la corretta trascrizione.

Insomma, costringono a riversare i testi delle intercettazioni su supporti diversi. Queste notizie dovrebbero preoccuparci tutti perché dovremmo augurarci di non aver bisogno della giustizia. Ma soprattutto perché chi delinque, in questo modo, è più tutelato grazie alla burocrazia e all’inefficienza che gli ultimi governi, tranne quelli a trazione 5 stelle, hanno creato per trasformare il processo in un Calvario infinito. Altro che il sommergibile!

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