Siamo a fine inverno del 2023, la politica si concentra su ridicole manifestazioni anti-fascismo, intanto la siccità avanza pericolosamente.

In Europa per il secondo anno consecutivo non sta piovendo praticamente più. La neve sui monti è meno della metà di quella che c’era soltanto 5 anni fa.

In Germania, le chiatte viaggiano a metà capacità nel fiume Reno perché sta avendo una portata d’acqua che è meno della metà dei periodi normali. Sulle Alpi del versante austro-svizzero, molte piste sono senza neve e si scia soltanto grazie a quella artificiale sparata dai cannoni.

In Spagna, il Comune di Barcellona ha emerso un’ordinanza di divieto di innaffiare i parchi pubblici, mentre il governo di Madrid ha approvato una legge per ridurne il consumo del 40% in agricoltura, del 15% nell’industria e del 10% per le abitazioni private. Parliamo di una nazione che al Sud ha zone semi desertiche ed è attrezzata meglio dell’Italia con gli invasi d’acqua piovana.

In Italia nel lago di Garda si raggiunge a piedi l’isola di San Biagio perché il livello delle sue acque è di 70 centimetri sotto il livello medio. Le Alpi hanno avuto 63% meno neve dell’inverno scorso, il fiume Po è del 61% sotto la norma. Nel Nord Italia, nel 2022 le precipitazioni sono state del 40% inferiori alla media.

Si tratta di provvedimenti solo estivi e solo di estati particolarmente secche. E invece siamo ancora in inverno. Gli esperti del meteo parlano già di «catastrofe senza precedenti». Ebbene, dopo la peggiore estate siccitosa e calda degli ultimi 50 anni che abbiamo vissuto l’anno scorso, era il 2022, i governi europei devono già affrontare una crisi ancora più grave nel 2023.

Siccome allo stato attuale dovrebbe piovere su tutta l’Europa per almeno 55 giorni e 55 notti di fila per riequilibrare la mancanza d’acqua, i governi europei, Italia compresa, si stanno già mobilitando in previsione dei forti disagi e dei problemi devastanti per l’agricoltura, per le fabbriche e anche per le case.

Se anche la primavera che inizia a breve sarà asciutta come quella passata, ci lasceremo alle spalle 2 primavere siccitose.
Una situazione inedita, mai accaduta prima.

Le conseguenze sulle nostre vite saranno nuove e inedite. Di questo passo si arriverà anche a razionare l’acqua per la doccia.
Un rapporto pubblicato 3 mesi fa dall’istituto internazionale che riunisce scienziati delle maggiori università e dei migliori centri specialistici del mondo, afferma che la siccità nell’emisfero settentrionale del nostro pianeta è diventata 20 volte più probabile per l’effetto serra, ammonendo che, col surriscaldamento della Terra, periodi di estrema carenza di acqua diventeranno sempre più frequenti.

Il rapporto dice chiaro che di questo passo sarà sempre più difficile ritornare ai livelli d’acqua necessari a cui eravamo abituati fino a 2 anni fa. La mappa fornita dal programma Copernico dell’Unione europea dice che l’Italia, la Spagna, la Germania e la Francia, sono i 4 paesi in maggiore difficoltà per l’approvvigionamento idrico.

Per la prima volta, l’anno scorso, la carenza di piogge ha costretto la Francia a importare energia.

Il presidente Macron ha già detto che «Dobbiamo prepararci a risparmiare acqua», e ha aggunto che «L’età dell’abbondanza è finita».
Signori, tra la politica distratta e la tivù che lparla d’altro, è dunque cominciata, per l’Europa, l’età della grande secca.

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