«Assolto perché il fatto non sussiste». Questa la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia a carico di Gaetano Zoccatelli, l’imprenditore veronese che in primo grado fu condannato a 3 anni con l’accusa di aver corrotto l’europarlamentare della Lega Cinzia Bonfrisco tra il 2014 e il 2015 al fine di far ottenere appalti al Cev, il Consorzio energia veneto.
Salvo un eventuale ricorso in Cassazione da parte del procuratore generale Maria Stella Cerasa, il processo potrebbe chiudersi qui.
Nell’attesa di conoscere le motivazioni dell’assoluzione – si legge sul quotidiano online “L’Arena” – sul verdetto avrebbero inciso le argomentazioni della difesa “ruotate sul consolidato e lungo rapporto d’amicizia e politico tra Zoccatelli e Bonfrisco”. Per la quale il Senato nel 2021 negò l’autorizzazione a procedere.
Dunque, la vacanza pagata all’europarlamentare in Sardegna e il contributo versato per la sua campagna elettorale da Zoccatelli, non costituiscono «un accordo corruttivo», bensì rientrano nella «liceità» in quanto «sono assolutamente tracciabili nel rispetto rigoroso delle leggi vigenti».
A carico di Gaetano Zoccatelli resta la condanna definitiva a 2 anni e 11 mesi per alcune turbative d’asta risalenti al 2016.