Parità di diritti significa anche parità di doveri. Si ode da ogni dove la presunta gogna mediatica sulla preside romana Sabrina Quaresima, beccata in una relazione intima con uno studente maggiorenne. I benpensanti alla Gramellini s’indignano del fatto che per una volta sia una donna ad avere un volto, un nome e un cognome al posto dell’uomo.
E’ finalmente una sorta di pariglia resa a tutti i maschi indagati per violenza sessuale vera o presunta, puntualmente sbattuti con nome e cognome sui giornali, mentre le presunte vittime donne si celano dietro anonimato, spesso fregandosi le mani.
Come nel caso di Ciro Grillo, i suoi tre amici e pure di Giovanni Favia, incappato in denunce così e finora scampato dall’onta di una condanna.
Non c’è nulla di male che una 40enne intrattenga una relazione sentimentale con un ragazzo di 18 anni.
E’ purtroppo indecente e diseducativo se la 40enne in questione fa la preside nell’istituto del proprio studente amante.
E allora la preside indecente e irresponsabile, è giusto che finisca sui giornali per la posizione di superiorità anagrafica e soprattutto di carica pubblica. Chissà che la prossima volta farà la legna fuori dal bosco.
Che sia licenziata.