E’ divertente leggere Massimo Gramellini sul Corsera che esalta la giornalista Marina Ovsyannikova. E’ apparsa sul primo tg russo con uno striscione che inneggiava alla pace, ma soprattutto chiedeva scusa a nome della redazione di aver raccontato le balle di propaganda del regime. Non solo Gramellini, ma tutti i giornali stanno esaltando Marina. Dapprima “interrogata per 14 ore” dai ciambellani di Putin, se l’è cavata con una multa di 250 euro per “organizzazione di un evento pubblico vietato”.

Gramellini decanta il “gesto meraviglioso” dell’irruzione di Ovsyannikova che chissà, magari, forse, spinge la Russia cattiva verso la libertà e la democrazia, tipo l’Italia.

Che spiritoso, Gramellini! Mi chiedo dov’era con i suoi sapidi mini-saggi quotidiani quando in Italia bastava molto meno di uno striscione per essere banditi dal Tg1 diretto da Augusto Minzolini. Chiedetelo a Maria Luisa Busi, Elisa Anzaldo e Tiziana Ferrario, che “accompagnano le notizie con la mimica facciale e danno giudizi indiretti “. Minzolini le mobbizzò e rimosse direttamente la Ferrario. La Busi si permise di dire a Repubblica che al Tg1 che “perde ascolti”, c’erano “rappresaglie” ed “epurazioni”. Insomma, quando conducevano non sorridevano come oche giulive parlando del governo Berlusconi. Men che meno potevano permettersi di parlare dei guai giudiziari dei pasdaran di Forza italia e dell’allora premier Silvio Berlusconi. Per inciso, amico di Putin. All’epoca era sotto processo per frode fiscale, il Lodo Alfano era stato dichiarato incostituzionale, e Ruby fu votata dal parlamento nipote di Mubarak. Minzolini per aver epurato le 3 giornaliste non allineate ha subito una condanna a 4 mesi per abuso d’ufficio. Che Gramellini evidentemente non ricorda.

Eppure l’Italia non aveva invaso la Slovenia o l’Austria con i carri armati. Era solo governata da un presidente del Consiglio in conflitto di interessi e da un direttore a Rai1 che gli leccava il culo ad ogni edizione del tg. Berlusconi aveva sempre ragione, era tonico, sorridente ed esposto nelle sale piene. In mano a Minzolini il tg1 perse un milione di ascolti in pochi mesi. Arrivò addirittura ad annunciare una rubrica dedicata alle «cantonate e alle faziosità». L’Usigrai accusò la Rai di comportamento antisindacale e l’allora presidente della Rai Garimberti disse che col Tg 1-Pravda “siamo oltre la disinformazione, siamo alla reticenza”.

Dov’era Gramellini quando Minzolini fece scrivere nei titoli del Tg1 “Mills assolto”, invece di prescritto? Una balla colossale degna della Russia odierna. E poi i panini con Romani, Gasparri e Brunetta a condannare i giudici.

Dov’era Gramellini quando Berlusconi fece epurare Luttazzi, Biagi e Santoro colpevoli di dire cose sgradite al Sultano di Arcore?

Dov’era Gramellini quando si seppe della Struttura Delta che orientava i tg Rai per non dire che il centrodestra aveva perso in tutte le Regioni al voto? A capo c’era la berlusconiana Bergamini.

Dov’è Gramellini oggi che non spende una parola su Marc Innaro? Il corrispondente da Mosca epurato perché raccontava la versione dei russi nella guerra in corso da 8 anni e che gli italiani sembrano aver scoperto solo adesso.

Gramellini è rapito da Marina, la «kamikaze» che – testuale – quando “Putin cadrà nella polvere non è certo a lei che daranno la direzione del Tg: le preferiranno qualche voltagabbana dell’ultimissima ora. Però che donna, che giornalista, e che fegato”.
E Gramellini quanto è paraculo!

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