«L’emergenza dei malati di tumore che si sono aggravati durante il lockdown, è un’emergenza che rischia di diventare più grave di quella del Covid. Con mille nuovi casi di cancro al giorno, se non facciamo ripartire tutta la sanità, le vittime potrebbero essere più di quelle provocate dal virus. È una situazione mai affrontata prima. Con la chiusura delle sale operatorie, con gli ospedali occupati dall’emergenza del virus, il nostro lavoro si è interrotto quasi del tutto. Dobbiamo tentare il recupero, ma se anche lavorassimo il 20% più di prima, impiegheremmo 11 mesi a raggiungere una cifra di interventi accettabile, che colmerebbe il divario che si è creato. Non è fattibile. Le conseguenze di questo accumulo sono spaventose».
Pierluigi Marini, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) e primario al San Camillo di Roma. Durante il lockdown sono saltati 600.000 interventi chirurgici, di cui 50.000 oncologici.