Tolto che non me ne frega nulla di chi sia e di cosa faccia o non faccia Andrea Scanzi, sono costretto a dare un’altra evidenza di come questo dipendente a lingua umida sulle natiche di Travaglio, sia pompato a dismisura solo perché circoscrivibile alla sua somma mediocrità. Mediocrità perimetrata all’universalità dell’etere radio-telvisivo che – ahime – esibisce anche soggetti peggiori di lui, in tema di altezzosità e di antipatia congenita.

L’immagine dell’articolo postato è una riprova di quanto sia edulcorata (a discrezione del Fatto quotidiano), la realtà dei cosiddetti fatti che il Fatto rivendica a ogni piè sospinto di spiattellare. Ebbene, con un po’ di buonsenso della notizia, un giornale obiettivo che auto-celebra i propri spazi televisivi a pagamento per gli “ascolti da record”, addirittura planati a 674.000 grazie ai fenomeni Sommi e Scanzi che intervistano nientepopodimenoche il sindaco di Milano Sala, non avrebbe commesso l’errore di sottolineare che poco prima di loro, Crozza di ascolti ne aveva oltre un milione e mezzo.

Sapete perché? Perché con un dettaglio così non da poco pubblicato addirittura a pagina 4, la notizia non è il record di ascolti. La notizia è semmai il record di abbandoni, giacché finito Crozza, una milionata di telespettatori, ossia i due terzi hanno cambiato canale. Quello sì, un “bel record”. E meno male che la “Loft produzioni” per “DiscoveryItalia”, ergo Travaglio e il gruppo di editori del Fatto, avranno fatto carte false pur di essere collocati dietro Crozza. Perché Crozza (quello sì un animale televisivo), è l’unico traino che può dare di risacca ad Accordi & disaccordi ascolti appena appena accettabili in seconda serata, superati da qualunque altro talk in orari diversi e senza traini. (Mattino 5 del sottoscritto oltrepassa sempre i 700 mila alle 9,30 senza auto-celebrazioni da record).

Insomma, il Fatto ha ormai investito su un talk che non offre nulla di ché, condotto senza infamia e senza lode da due qualunque, uno dei quali (Scanzi), affetto da una tal paranoia di apparire, che a forza autoproclamarsi il più bravo, il più figo e il migliore non riesce nemmeno a battere il record di antipatia nell’etere televisivo generalista.

Detto ciò, io continuo a vivere come prima, e loro sopravviveranno finché avranno voglia di buttare soldi dietro a Scanzi e ai suoi libri (Cazzaro verde non vende granché, ahime malgrado i “soldout” teatrali da 50 posti a sedere).

Finitela, quindi, di bombardarmi su ciò che dice e fa Scanzi, perché io Scanzi – come un qualunque mitomane teatral-politico – non lo seguo a prescindere perché a me non trasmette e non insegna proprio nulla. Questa indifferenza non è forzata. E’ naturale. Ed è a suo modo un record.

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