Il governo 5 Stelle-Pd è il risultato di un compromesso che – allo stato attuale – è il migliore possibile, o se si preferisce, il meno peggio realizzabile. I 5 stelle di governo hanno “somatizzato” e quindi accettato che – col sistema elettorale attuale che li hanno resi il partito di maggioranza relativa – si scenda a compromessi con i partiti di sistema per cercare di imporre il più possibile la propria agenda politica. Prima il compromesso del contratto dei grillini era con la Lega, quella che ha governato con Berlusconi portando alla rovina l’Italia. Oggi i pentastellati hanno come partner di governo il Partito Democratico: quello di mafia capitale e di tutti gli inciuci che conosciamo.
Il compromesso attuale – nonostante tutte le colpe e gli insulti che i vari esponenti politici si sono scambiati negli anni – è la necessità di portare a compimento la legislatura a guida dei 5 stelle con la loro agenda di governo. Il salvataggio in Aula dal processo per il deputato berlusconiano Diego Sozzani, è stato opera di “46 franchi tiratori”, ossia di 46 deputati alleati dei grillini che hanno votato contro l’autorizzazione a procedere. Che siano stati di destra, di centro, o di sinistra, i 46 dis-onorevoli in questione hanno votato nel segreto dell’urna in totale libertà, come prevede la Costituzione.
Il governo a trazione grillina – nonostante la maggioranza relativa e la preventiva approvazione da parte della Commissione per l’autorizzazione a procedere – non è riuscito con i voti in aula a mandare a processo un indagato di finanziamento illecito ai partiti per un «regalo» di 10 mila euro non dichiarato promesso da un’azienda, che per il gip colloca Sozzani «in un sodalizio criminale da ben prima della candidatura e dell’elezione a deputato… al centro di un più ampio quadro di vicende illecite».
E’ un fatto grave, che investe il Movimento del cambiamento, ma che in soldoni si traduce in un solo dato: ossia, che i due terzi della Camera che ha votato contro l’arresto di Sozzani sono sostanzialmente molto più compromessi dei 5 stelle. Gli unici che hanno votato compatti a favore dell’arresto. Dunque, qui non si tratta di “fidarsi” del Partito Democratico, come tuona Alessandro Di Battista. Qui per i 5 stelle si tratta di governare come dei funamboli, cercando di tenere la barra diritta e di perseguire gli obiettivi prefissati, ben sapendo che i partner al traino rappresentano sempre un rischio di caduta, o di annacquamento dei provvedimenti.
Insomma, per ora non ci sono alternative. Se si vuole fare i puri delle origini si manda tutto all’aria subito e prima del tempo. Con la certezza – però- di non governare mai più.