Il governo del cambiamento dia un segnale chiaro anche alla comunicazione e all’informazione televisiva. La Rai venga rivoltata come un calzino. Si chiarisca – intanto – la sorte di quelle centinaia di giornalisti che passarono il concorso nel 2015 e mai assunti dalla tivù pubblica, benché quel concorso fu secretato e molti giornalisti come il sottoscritto non ebbero nemmeno mai a sapere della sua esistenza.

La Rai è in crisi di ascolti perché è piena di raccomandati. Si cominci a premiare il merito e la professionalità come s’augura il sottosegretario pentastellato Stefano Buffagni. C’è bisogno di sperimentare conduttori nuovi per la stagione estiva da valutare per rivitalizzare gli ascolti nella stagione invernale? Si faccia un casting aperto e trasparente col voto dei telespettatori e una giuria indipendente che giudichi il grado di competenza dei candidati.

Si valuti la preparazione dei candidati innanzitutto col dono di “bucare il video”, ossia capaci di farsi ascoltare suscitando interesse e la curiosità da chi li ascolta; si valuti la capacità di improvvisare in diretta, la conoscenza e il livello di cultura generale necessaria per chi – come un conduttore – ha in mano un programma visto da centinaia di migliaia di telespettatori.

Se nel varietà sono richieste doti di intrattenimento vicine alla comicità, i programmi di informazione e i talk politici dovrebbero essere affidati a giornalisti preparati, in grado di stoppare o correggere eventuali fesserie pronunciate dall’ospite di turno per dare un senso al tema trattato, e svolgere così un corretto servizio pubblico di informazione.

Si inizia così a smontare l’assurda teoria del “contradditorio” a tutti i costi: buono per generare tra i telespettatori dubbi e confusione. Si inizia così – magari – a risollevare gli ascolti della Rai, la si rinvigorisce da una crisi asfittica causata da un sistema di mediocri raccomandati col grande talento di essere dei serventi accomodanti.

Tra i requisiti richiesti per un conduttore a contratto, ci sia la clausola del divieto di candidarsi in politica e la clausola della scadenza a breve o a medio termine. Ci sia anche chiarezza sugli stipendi erogati. Si paghi il conduttore con le tabelle dell’Ordine dei Giornalisti, senza ingaggi faraonici. I milionari come Fazio sono un grave danno al servizio pubblico perché tolgono il mordente della curiosità e della concorrenza, che richiede sempre alti standard di professionalità e di resa.

Basta conduttori in ginocchio e col fare annoiato!

La Rai – per mano del governo – inizi davvero questo percorso. Basta nomi e nomignoli che trapelano dalle segrete stanze di viale Mazzini senza mai sapere da chi, chi e perché viene catapultato sul piccolo schermo.
Diamo il là al cambiamento. Siamo in tanti e siamo pronti. Diteci dove andare e sfidiamoci affinché vincano i migliori. Vedremo alla fine se passeranno davvero i raccomandati della Lega tipo i Roberto Poletti, le Nunzia De Girolamo o le Monica Marangoni (moglie del ministro Fontana).

Un pensiero su “Conduttori Rai, si facciano vere selezioni”
  1. “i programmi di informazione e i talk politici dovrebbero essere affidati a giornalisti preparati, in grado di stoppare o correggere eventuali fesserie pronunciate dall’ospite di turno per dare un senso al tema trattato”

    Davvero stai chiedendo questo a questo governo?

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