Cari iscritti alla piattaforma Rousseau, volete che il ministro Salvini sia processato per sequestro di persona sulla nave Diciotti? Dovrete cliccare “No”. Volete che il titolare del Viminale non sia processato? Dovrete cliccare “Sì”. Il quesito referendario – fazioso quanto partigiano in favore di Salvini – redatto dalla “comunicazione” grillina, viaggia ai confini dell’inganno. E’ uno di quei quesiti che – per dirla alla Grillo dei tempi (recenti) dell’opposizione – crea confusione nella testa dei cittadini.

Cari iscritti, sorvolate pure sul fatto che la formulazione dei quesiti a cui dovrete rispondere oggi tra le 10 e le 19, ha gli stessi metodi dei vituperati partiti che voi (e pure io) criticavamo poco tempo fa. Piuttosto, rendetevi conto che il Movimento 5 stelle – con questo voto su Rousseau – rischia di decidere se far cadere il governo giallo-verde o se far cadere Di Maio dal suo ruolo di capo politico del partito che più partito non si può.

Nell’attesa della riunione congiunta di stasera tra deputati e senatori, nella quale ci sarà una resa dei conti sul risultato della consultazione, Giggino Di Maio si comporta come Ponzio Pilato: se ne lava le mani dei princìpi del Movimento perché con Salvini ha un rapporto ipocrita di reciproca convenienza personale. Preferisce delegare il “popolo” su una materia – quella della giustizia – con la quale la democrazia diretta dei click non c’entra un “Fico” secco. A Di Maio serve “incolpare” la base quando la base avrà sicuramente – in maggioranza plebiscitaria – votato per mandare Salvini a processo, ma intanto la piattaforma avrà assecondato l’appiattimento dei grillini sulla Lega.

Cari iscritti, per voi che eravate rimasti alla democrazia diretta da impiegare per motivi nobili, come le proposte di legge o i nuovi candidati, oggi siete chiamati a mascherare l’ipocrisia dei vertici a 5 stelle, che hanno mandato al diavolo l’unica ortodossia possibile, quella del rispetto dei poteri costituzionali e dei loro ruoli. Non dovreste neanche stare a discutere sul ruolo della magistratura. Dovrebbe essere scontato che se un magistrato ravvede un reato (anche ministeriale), abbia il diritto di indagare e di verificare che l’operato del governo sia lecito, legale e non vada contro la Costituzione.

Invece, cari iscritti, sarete voi – col vostro click – a frapporvi tra i poteri costituzionali. Vi fanno decidere se il potere giudiziario può sindacare una scelta del potere esecutivo, di cui tra l’altro ne condividono la responsabilità sia il premier Giuseppe Conte che Danilo Toninelli e lo stesso Di Maio. Dovrebbe essere scontato che un Movimento rivoluzionario non si opponga al potere giudiziario. Invece, siete chiamati a tenere il Movimento in carreggiata da un ribaltamento di metodo degno del peggior berlusconismo. Il capo politico Di Maio se ne frega della Costituzione, benedice un voto contrario all’ABC dei princìpi fondanti del Movimento, mostrandosi inadeguato al ruolo di capo politico di un partito che alle elezioni politiche di un anno fa ha superato il 30% dei consensi.

Tradire i princìpi fondanti mettendo contro i garantisti con i giustizialisti, i governisti pro-Salvini contro gli ortodossi, significa mostrare debolezza e paura dopo l’azzoppamento del voto in Abruzzo, punito dai sondaggi e sfiancato dalla fronda interna dei 5 stelle, dove il ribaltamento della politica grillina dipinge senatrici valide e integerrime come Nugnes e Fattori delle rompi-balle.

Cari iscritti alla piattaforma Rousseau, non ho dubbi sul fatto che almeno il 90% di voi voterà per mandare Salvini a processo. Ma sappiate che questo voto è il punto più basso toccato dall’era grillina a guida Di Maio. Quando il capo politico attuale sarà decaduto – spero presto – forse tanti ex come il sottoscritto torneranno a reiscriversi al Movimento che hanno visto e contribuito a far nascere.

Ricordatelo: cliccate “No” per votare “sì” al processo. “Sì” per dribblare i giudici. Buon voto.

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