Elezioni in Abruzzo, per la presidenza è avanti Marco Marsilio, senatore e tesoriere di Fratelli d’Italia, ex maratoneta, ex consigliere comunale in Campidoglio di An, amicissimo di Gianni Alemanno (per il quale un giudice ha appena chiesto una condanna a 5 anni per le parentopoli in Atac). Ecco, tra i parenti assunti per chiamata diretta nella municipalizzata divenuta una voragine di debiti, ci fu anche la pittrice Stefania Fois, compagna di Marsilio, alla direzione della Comunicazione. A scandalo uscito, la Fois anziché dimettersi, doppiò gli incarichi – sempre in Atac – addirittura col titolo di “dottoressa” benché non fosse nemmeno laureata. Sempre, ovviamente, su raccomandazione di Marsilio e con uno stipendio niente male: 120 mila euro l’anno.

Nel 2011, ecco Marsilio lagnarsi di essere stato silurato dall’ufficio stampa dell’allora assessora lombarda Monica Rizzi (Lega), per aver scritto il libro «Onorevole bunga bunga. Berlusconi, Ruby e le notti a luci rosse di Arcore», furente per la «pura ritorsione e la dimostrazione di come la Lega sia asservita a Berlusconi». Tuttavia, da deputato del Pdl di Berlusconi, Marsilio fu un grande sostenitore della prescrizione breve, che serviva proprio a Berlusconi per i suoi processi.

Nel 2016, assieme all’arresto di Raffaele Marra, ecco quello del grande locatore Stefano Scarpellini, chiamato da Marsilio per passargli al telefono Antonio Paone, direttore generale di due asl romane che voleva piazzare in uno stabile di proprietà dell’Inpgi (l’Inps dei giornalisti), già sub-affittato da Scarpellini e che provocò perdite salate all’ente previdenziale dei giornalisti. I brogliacci non hanno mai portano guai diretti a Marsilio, ma la dicono lunga sulla qualità dei rapporti con faccendieri di ogni sorta finiti nei guai con la giustizia.

Ora Marco Marsilio è amico di tutti gli ex nemici: Meloni, Berlusconi e ovviamente Salvini. In Abruzzo sconfigge l’ex giudice Giovanni Legnini candidato del centrosinistra, la grillina Sara Marcozzi e l’avvocato Stefano Flajani per CasaPound. E’ diventato presidente perché l’ex governatore D’Alfonso (Pd) era divenuto senatore. Qui siamo al contrario. Il senatore farà il governatore.

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