Della legge di Bilancio «per quel poco che ho visto, accanto ad alcune cose che mi fa piacere che ci siano, ce ne sono altre che non capisco. Anche i più mansueti non possono che essere perplessi: la proroga di 15 anni alle concessioni demaniali porterà sicuramente a una nuova sanzione dell’Europa. Non si capisce perché continuare nella strada della socializzazione dei vantaggi altrui. Questa norma ci costerà qualche centinaia di milioni. Siamo stati già condannati nel 2016 e ora c’è anche l’aggravante della recidiva e per di più entro i 5 anni. La Bolkenstein si poteva superare, ma non ignorare. Si potevano trovare deroghe caso per caso. La norma che non fa più indicizzare le pensioni a partire da 1.521 euro lorde. Non stiamo parlando di pensioni di benestanti. La mancata indicizzazione non è un non aggiungere: è un togliere. Nei prossimi anni dovremo pagare una cifra enorme. È chiaro che l’Iva aumenterà. Così i consumi andranno sotto terra e si rischia seriamente la recessione. Di questo non ne abbiamo mai parlato né come gruppo né in Parlamento. È chiaro che così non si può andare avanti».
Gregorio De Falco, senatore 5 stelle, già richiamato dai probiviri grillini per eccesso di richiesta di democrazia.

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