«La debolezza del Pd è obiettiva, anche al di là del suo 18%. È una debolezza che viene da ripetute sconfitte elettorali e dal fatto che al centrosinistra italiano manca un pensiero. E le ragioni sono tante: il Pd è nato molto, forse troppo in fretta. Inoltre il ventennio berlusconiano ci ha inchiodato all’antiberlusconismo. Nella sinistra mondiale poi, c’è una incapacità a gestire gli effetti della globalizzazione. E infine ci sono le docce scozzesi di Renzi: con lui abbiamo vinto molte battaglie e perse anche di più e più serie».
Luigi Zanda, ex capogruppo alla Camera del Pd, sottolinea che l’essere inchiodati all’antiberlusconismo è un fraintendimento degli elettori. Il Pd, in effetti, nel governo Gialloverde vota come Forza Italia.

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