Urca, ma avete notato come il Fatto quotidiano diretto da Marco Travaglio si è completamente sdraiato con i 5 stelle? Un giornale così attento alle contraddizioni dei politici, anche quelle minime, così autonomo dai partiti e dalle loro logiche, sempre pronto a evidenziarne i difetti e le magagne, oltre che i guai con la giustizia, con i 5 stelle ha perso la bussola dell’obiettività. Gli editoriali del direttore sono un continuo e melenso spot per i pentastellati messi a confronto con i partiti. Non solo Travaglio: da Tecce a Zanca, passando per Antonio Padellaro, che addirittura approfitta delle interviste su Radio-Rai per consigliare Virginia Raggi e il direttorio come uscire dalle critiche, leggere il Fatto ultimamente par di sfogliare L’Unità di Grillo. Del gruppo di giornalisti, soltanto Peter Gomez ha scritto “contro” la Raggi, proponendo le dimissioni qualora non si fosse scusata per l’ormai famigerata bugia sull’indagine della Muraro. Ha però pubblicato solo sul Fatto on line che egli stesso dirige, no di certo sul quotidiano cartaceo diretto da Travaglio! Il che la dice lunga sulla linea intrapresa dal giornale. Eppure sembra ieri quando Travaglio tuonava contro il legittimo impedimento di Berlusconi ed elogiava le dimissioni del deputato ed ex ministro laburista inglese Phil Woolas, “accusato di avere mentito in campagna elettorale“. Di recente, vantandosi per lo scoop del suo giornale per le cene dell’ex sindaco Ignazio Marino, Travaglio ci ricordava che “nelle vere democrazie basta una bugia non penalmente rilevante per stroncare la carriera a capi di Stato (vedi Nixon), premier, ministri, sindaci…“. Non passava settimana che Travaglio ci spiattellava la bugia come pessima nemica di ogni politico rampante e in carriera. Salvo poi cambiar rotta, alla luce delle bugie di qualche vip a 5 stelle: il trio Muraro-Raggi-Di Maio colpevole di una “menzognuccia” sull’indagine penale ancora coperta da segreto, viene assolto da Travaglio con frasi del tipo “Quasi sempre, per un politico o un amministratore pubblico, avere un’indagine a carico è molto più grave che dire una bugia“. Un’inversione a U degna del miglior Cerasa del Foglio!
Altro che il Travaglio ruvido e punzecchioso dei bei tempi di Santoro. Sappiamo bene che i 5 stelle sono il meglio che abbiamo nella politica italiana e che fortunatamente sono in costante crescita di popolarità. Gl’italiani lo stanno capendo. Per i partiti gli spazi in politica si riducono irrimediabilmente e sono sempre meno importanti. Gli arresti di esponenti dei partiti sono ormai veline senza appeal. Sono i 5 stelle al potere nelle città che devono essere analizzati, criticati e punzecchiati per e le loro piccole o grandi contraddizioni. E’ ovvio che un grillino bugiardo merita la prima pagina! La merita perché è un inedito per esponenti di un partito che ha costruito la sua fortuna politica sbugiardando gli altri. Travaglio finge di non capire questo aspetto. Finge di non capire che la balletta di un 5 stelle non ha nulla a che vedere con i partiti e le loro dinamiche corrotte, e dunque è moralmente più grave.
Sotto questo aspetto la stampa irriverente che racconta i fatti da una visione “diffidente” del potere è proprio quella di regime. Rispetto al Fatto quotidiano, sono ahime più realisti il Corriere e Repubblica nei confronti dei 5 stelle. Vuoi mettere che chicca la bugia dell’eroe Di Maio? Di Maio non è mica tutta la galassia 5 stelle! E’ solo uno dei volti trainanti che grazie all’irriverenza della stampa di regime che ne ha svelato la paraculaggine, si è giocato la candidatura a premier. Basta leggere il suo profilo Facebook per trovare decine di critiche votate centinaia di volte. La sanzione reputazionale della Rete a 5 stelle è fortunatamente indipendente dalle leccate di Travaglio. Sappiamo da soli, noi grillini (m’includo anch’io da elettore talebano ligio alle regole), quant’è importante la sincerità di un politico, anche quando è in difficoltà. Di politici ballisti che s’arrampicano sugli specchi non ne vogliam sapere.
Giudichiamo un 5 stelle a prescidnere dalla corruzione distruttiva dei partiti che ha messo in ginocchio il Bel Paese. Proprio Luigi Di Maio quando si è scusato per la bugia, ne ha detta subito un’altra: ha accusato i giornali di aver dato molta più visibilità critica alla Raggi rispetto a Mafia capitale. Ma come dicevo è una panzana: da quando è scoppiata Mafia Capitale, dal dicembre 2014, la cosiddetta stampa di regime ha parlato in prima pagina dello scandalo per 55 giorni (c’è un elenco con le date). Lo scandalo della corruzone attorno al G8 dell’Aquila con annesso terremoto che ha coinvolto il governo Berlusconi, è stato in prima pagina per ben 42 giorni. Il caso-Ruby che ha affondato l’immagine di Silvio Berlusconi, è stato in prima pagina per 53 giorni.
La saga Raggi-Muraro con annessa bugia sbugiardata in Commissione ecomafie è finita in prima pagina per 9 giorni appena, per ora. Dunque, quando il Fatto quotidiano parla di plotone mediatico contro i 5 stelle, dice una balla “sesquipedale”, tanto per usare le provocazioni del suo direttore. Noi grillini abbiam bisogno di chiarezza e di dubitare sempre. Travaglio così sdraiato ci danneggia. Viva la stampa di regime.