luigino d'angelo

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. La tragedia di Luigino D’Angelo, il risparmiatore suicida che ha perso i 110 mila euro di risparmi tutti affidati alla Banca Etruria, è l’effetto estremo della fiducia data a dei truffatori seriali che sono i bancari in giacca e cravatta. Questa moda di affidare i soldi alle banche con l’intento di guadagnarci tutti, senza che nessuno ci perda, è una favola che purtroppo si svela in tutta la sua drammatica realtà. Le obbligazioni subordinate, cioè quelle che vincolano i risparmi per un tot di anni a garanzia di allettanti percentuali di interesse, ma che poi, di fatto, sono soldi che la banca usa deliberatamente per le sue operazioni a rischio, dovrebbero mettere in guardia il risparmiatore e indurlo a porsi una domanda: “Perché mai una banca dovrebbe fare il mio interesse vincolando i miei soldi?”. E aggiungersi: “Quali responsabilità ha la banca nei miei confronti se verrà meno alle promesse e non mi ridarà i miei soldi?”. Basterebbero queste semplici domande per farsi venire quantomeno qualche dubbio e magari lasciare i soldi sul conto corrente, piuttosto che sotto il cuscino.

Bene. Oggi, col fallimento di quattro banche, tra cui l’Etruria presieduta (solo alla fine) dal papà del ministro Boschi, scopriamo che un manipolo di bancari che hanno truffato in giacca e cravatta i loro risparmiatori, sono morti o comunque usciti di scena con fior di liquidazioni. E le banche “salvate” con soldi pubblici (sempre i nostri), contro il parere della Ue che li ritiene illegali. In estrema sintesi, il quadro è che piangiamo un risparmiatore credulone, truffato da un manipolo di bancari protetti da un vulnus legislativo che persegue le banche, a loro volta libere di fallire con la sicurezza di essere rimpinguate dallo Stato con soldi pubblici. Ecco, alla fine, dare i soldi alle banche è un po’ come darli a un chiromante, con la differenza che se i soldi te li fotte il chiromante va tutto bene, se te li fotte la banca ti metti il cappio al collo.

Chi sono i responsabili di queste truffe? In primis, è doloroso dirlo, degli stessi risparmiatori creduloni. In secondo luogo la colpa va ai governi Berlusconi-Prodi-Monti-Letta e Renzi, che negli ultimi dieci anni hanno lasciato alle banche una sorta di ruolo deliberato alla Wanna Marchi, senza che avessero provveduto a rafforzare le autorità di controllo sui rischi e senza responsabilizzare Bankitalia. Bankitalia, che a cascata, ha le sue responsabilità assieme ai direttori di banca stessi.

Io, da cittadino che lavora e paga le tasse, sono contrario al salvataggio delle banche per salvare i risparimatori con i fondi dello Stato italiano che si indebita con l’euro. Diffido da chiunque, in politica, oggi, grida allo scandalo a tutela dei risparmiatori con uno slogan facile facile a portar voti. A cominciare dalla Lega di Salvini, che ha governato con Berlusconi negli anni della diffusione dei mutui tossici e degli investimenti pazzi delle banche sugli yacht di società fantasma o fallite. Lo ripeto: chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Pace all’anima di Luigino D’Angelo e a chi lo seguirà.

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