Vincenzo D’Anna, autore del gestaccio alla senatrice Lezzi
Sabina Guzzanti si reputa una libera cittadina in diritto di dire in piazza che la Carfagna è diventata ministro facendo pompini. Secondo il metro della Guzzanti, invece, “diverso e più grave” sarebbe stato il gestaccio dei senatori Barani e D’Anna ai danni della senatrice Lezzi che mimavano pompini. Diciamo che secondo il mio metro di giudizio sono volgari entrambi i casi. Nel senso che ricorrere a una fellatio per giudicare la dimensione personale di chicchessia, è sempre un’offesa. Privata o pubblica che sia. Anche il grillino De Rosa è stato querelato da un gruppo di deputate per quello stesso insulto. Con la differenza che lì, di pubblico, c’è davvero poco perché il gesto non è stato mimato in aula e tantomeno urlato in piazza. Ciò non toglie che se davvero De Rosa si è rivolto con quei toni, ha sicuramente sbagliato. Ha sbagliato perché secondo i nostri canoni di educazione, “fellare” il membro umano è sempre sinonimo di bassezza morale e reputazionale, benché la pratica nell’intimità sia attualissima e piaccia più o meno a tutti. Dunque, parlare o mimare di pompini non distingue per originalità proprio perché è un argomento – ahime – alla facile portata di tutti. Con buona pace della Guzzanti, che probabilmente finge di non ricordare che a differenza della sua dimensione di libera cittadina, quando si tratta di senatori o deputati, c’è l’insindacabilità. Anche per certe porcherie.