agnese renzi nutella

Che schifo che fa Agnese Renzi intenta a mangiarsi una crèpe alla nutella davanti ai flash. La moglie del premier italiano non eletto che s’inchina alle lobbies dell’industria alimentare. Quella della Nutella prodotta dai Ferrero, la dinastia di imprenditori dolciari più temuta dai pancreas di tutto il mondo per la produzione industriale di insulina contro il colesterolo cattivo derivante dagli zuccheri raffinati presenti nella gustosa cioccolata. Michele Ferrero, buonanima, è stato l’unico italiano presente nella prestigiosa classifica di Bloomberg grazie agli oltre 17 miliardi di euro di utili fruttati vendendo ovetti Kinder e Nutella. Il paperone di Alba di una dinastia che non vede il tramonto. E’ stato un grande a prenderci tutti per la gola. Agnese Renzi, invece, ci prende tutti per il culo. Da first lady addenta quella crèpe alla nutella per sbeffeggiare Segolène Royal, ministra dell’Ecologia francese che ha sconsigliato di mangiare Nutella perché contribuirebbe alla deforestazione globale. Una boiata, ovviamente, benché l’olio di palma presente nella nocciole della Nutella sia una sostanza vegetale. C’è semmai qualcosa di ben più grave della finta deforestazione che la ministra francese avrebbe potuto ricordare: la pressione delle lobbies dolciarie, Ferrero compresa, che nel 2010 “impedì” al parlamento europeo di promuovere l’etichettatura a semaforo dei prodotti, assai intuitiva per i consumatori messi in guardia dalla quantità di grassi saturi, sale e zuccheri presenti nelle barrette e nelle confetture. Grave che queste lobbies, Ferrero compresa, abbiano invece fatto passare il “miglior profilo nutrizionale“, ottenendo ciò che volevano: la solita difficile leggibilità delle etichette. Il risultato, intanto, è che il consumo sfrenato di prodotti industriali e dolciari sta portando l’obesità al vertice delle patologie del benessere in tutto il mondo occidentale, al punto di indurre le compagnie di volo a predisporre aerei con posti a sedere più larghi.

La crèpe contiene strutto puro, mentre la Nutella è un concentrato di zuccheri che nessuno potrebbe permettersi di assumere prima di un allenamento sportivo o prima di uno sforzo fisico. Sfido chiunque a dire che dopo aver mangiato Nutella ci si senta bene come aver mangiato un frutto o un qualunque cibo naturale (io purtroppo, golosissimo, ne so qualcosa). Eppure, sia la sigonra Royal, sia la signora Renzi, si guardano bene dal toccare questi argomenti sull’educazione alimentare e sulla trasparenza delle informazioni. Del resto la Ferrero è presente in quattro continenti (Francia compresa, in Normandia), e dà lavoro a circa 40 mila persone, tra dipendenti e indotto. Di questi,oltre 10 mila nella sola zona di Alba, graziosa città del basso Piemonte cuneese dove nel 2011 si tennero i funerali di Pietro Ferrero alla presenza di Silvio Berlusconi, Alberto di Monaco, la regina del Belgio Paola di Liegi, nonché dell’allora segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone. Mica quattro straccioni! Michele Ferrero è scomparso lo scorso febbraio nella sua residenza di Montecarlo. Alle esequie ha partecipato Matteo Renzi, per il quale Ferrero è stato «un innovatore che ha portato nel mondo la creatività, il talento, la qualità, la capacità imprenditoriale dell’Italia».

Che schifo che fa pure Matteo Renzi. Il premier italiano inchinato alle lobbies dell’industria dolciaria nella speranza che gli finanzi il suo Pd. Del resto i Ferrero non fanno gola soltanto ai “nutelliani” come Walter Veltroni, ma un po’ a tutta la sinistra. Dall’ex consigliere lombardo Carlo Spreafico del Pd che è riuscito a farsi indagare di peculato perché si faceva rimborsare la Nutella dal gruppo regionale, fino al governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, che ha parlato di Ferrero come di un «instancabile innovatore». Non risultano presenze e prese di posizione di personaggi così per un solo morto sul lavoro d’Italia. Ma vabeh! Del resto Michele Ferrero, per il figlio Giovanni a capo dell’impero “ha reso pensabile l’impensabile“. Come l’Expo, che riesce ad addolcire e far digerire la presenza delle multinazionali dell’alimentazione industriale con la bufala di “nutrire il pianeta”. Giovanni Ferrero era lì, tra quei padiglioni per presentare il programma «Kinder + sport», ovviamente da dare in pasto alle scolaresche, e per dire che «da 2 mesi siamo al terzo posto tra i produttori di cioccolato e intendiamo continuare a crescere». Che equivale al fatturato per i Ferrero, e alla bilancia per i consumatori di Nutella. Che schifo che fanno certi giornali inchinati alle lobbies dell’industria dolciaria nella speranza di salvarsi la faccia. Per la scomparsa di Michele Ferrero c’era chi si chiedeva perché mai la Rai non ha trasmesso in diretta nazionale le esequie. L’autore dell’articolo è cuneese, e manco a farlo apposta si chiama Grasso. Aldo. Che dolce amarezza, che schifo.

Lascia un commento