micaela campana

…Bacio grande Capo”. E’ il finale di un sms di Micaela Campana, deputata del Pd, spedito a Salvatore Buzzi, il boss della Sinistra di Mafia Capitale rinchiuso in galera con Massimo Carminati. Che di lei, il 15 maggio 2013, all’indomani dell’elezione del governo Letta, Buzzi auspica a Carminati “Mo’ se me compro la Campana…“.
Micaela Campana, ex bersaniana folgorata da Renzi, è l’ex moglie di Daniele Ozzimo, assessore dimissionato di Ignazio Marino e uomo di riferimento di Umberto Marroni, (divenuto deputato Pd dopo aver rinunciato alle primarie contro il sindaco di Roma). L’sms della Campana è uno dei tanti finiti agli atti che finora non hanno prodotto indagini o avvisi di garanzia. Ma ne rivelano l’inquietante rapporto di confidenza e di reciproco sostegno.

Il nome della Campana, appare anche nel papocchio che Buzzi concordò col quotidiano Il Tempo. Che il 12 marzo scorso pubblicò un articolo a firma di Valeria Di Corrado in difesa del Consorzio Eriches 29 (di Buzzi), che si era visto sospendere dal Tar l’assegnazione dell’appalto di un centro d’accoglienza per un’offerta troppo bassa, accolta dalla Prefettura capitolina. Ricorso presentato dalla concorrente Geps. La mattina della pubblicazione, la Di Corrado chiamò Buzzi per sapere “L’articolo andava bene vero?” “Sì, perfetto, sei bravissima” la risposta del Ras. Che poi segnalò alla Campana con preghiera di fare un’interrogazione parlamentare qualora l’appalto non fosse stato sbloccato. Disse a Simone Barbieri, assistente della Campana: “Ho già concordato con Micaela che mi faceva un’interrogazione sul casino che è successo (…) se vai a pagina 11 ? del Tempo”. Infatti, la Campana non si fece pregare per venire incontro al boss Buzzi. In quello stesso giorno, il 19 marzo, la deputata del Pd riferì di aver parlato col “sottosegretario” e di aver ricevuto indicazioni affinché, dato che “al momento c’è solo un articolo”, si aspettasse che fossero ultimati gli “accertamenti del caso già avviati dal Ministero”. E’ lì che Barbieri dissuase la Di Corrado a scrivere il previsto secondo articolo.

Nulla di apparentemente penale, fin qui. Ma assai discutibile per la teorica condotta moralizzatrice e rottamatrice di Renzi. Da moglie di Ozzimo, la Campana era un collettore di voti del Pd romano del quartiere Tiburtino. Già responsabile delle feste de l’Unità di Roma per conto del Pd, Micaela Campana fa parte del gruppo di deputate che hanno querelato il grillino Massimo De Rosa “colpevole” della presunta frase “siete qui perché fate i pompini”. Collocata nel partito all’interno della cosiddetta “Area riformista” di Roberto Speranza, è una delle “miracolate” alla segreteria di partito per pure esigenze “di genere”, a cui Renzi ha affidato il dipartimento “welfare e diritti”. Insomma, in un partito che predica pulizia ce ne sarebbe già abbastanza per congelare la Campana in attesa di chiarimenti, o quantomeno per rimpiazzarla con qualcuno che con certi criminali non abbia mai avuto a che fare.

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