Telelombardia

La bufera sul Movimento 5 stelle sollevata dalle ultime espulsioni e dal cosiddetto nuovo direttorio dei “magnifici cinque” scelti da Grillo, ha fatto passare sottotraccia un altro post del tutto contrario alla filosofia comunicativa del comico. Il post in questione è “Ripartiamo dalle TV locali per dare valore all’informazione“. Il testo si chiude con l’augurio affinché “Sappiano le Radio e Televisioni locali supplire all’atteggiamento dei ladri di verità nazionali, informando convenientemente e correttamente i loro ascoltatori“. Essendo lì, il post, ormai da almeno tre giorni, siamo tutti certi di non soffrire di allucinazioni. Sapete perché? Perché la memoria torna all’estate 2013, quand’ancora lavoravo all’ufficio Comunicazione del Movimento alla Camera. All’epoca c’era la fila di tivù che ci offrivano spazi per i giovani deputati pentastellati. Una di queste, che conoscevo avendoci sia lavorato, che averci fatto l’ospite per anni, era la milanese Telelombardia. Prima emittente locale italiana vista in tutto il Nord. La più seguita di tutte, che in tempi non sospetti, in prima serata vantava qualcosa come 800 mila – un milone di ascolti. Col direttore e col conduttore del programma “Iceberg” strappai una prima serata registrata di pomeriggio, dedicata soltanto a loro: quattro deputati del Movimento 5 stelle seduti in studio, senza altri rappresentanti di partito, con soltanto due giornalisti a fare loro domande per un paio d’ore. I giornalisti in questione erano Angelo Perrino, “pericolosissimo” direttore di Affaritaliani e Pietro Senaldi, vicedirettore di Libero. L’emittente, per l’occasione, allestì lo studio appositamente di lunedì pomeriggio (visto che saremmo dovuti andare tutti a Roma) e spostò i turni di diversi dipendenti per poter registrare la trasmissione. Nel giorno fatidico dell’appuntamento, a pochi minuti dal ritrovo a Milano, scoprii che soltanto io stavo raggiungendo gli studi per accompagnare i ragazzi. Da Telelombardia mi dissero che al cellulare i deputati non rispondevano. Io a mia volta li chiamai a vuoto tranne uno, che rispose dall’auto mentre stava tornando indietro per organizzarsi verso Roma. Mi disse di aver ricevuto una telefonata da Casalino, pare su mandato di Casaleggio (sia lui che gli altri membri dell’ufficio stampa sapevano da una mia mail di una settimana prima di quella trasmissione, benché fosse solo una tivù locale e dunque ritenuta di scarso interesse ai fini del “pericolo” mediatico generalista), telefonata nella quale i deputati furono caldamente invitati a non andare in quello studio. Potete immaginare la mia reazione quel giorno. Non fui nemmeno avvisato dell’improvvisa retromarcia chiesta da Roma. Fu comunque la goccia che fece traboccare il vaso e che compromise del tutto il mio rapporto col gruppo Comunicazione alla Camera. La settimana successiva non mi fu rinnovato il contratto e me ne andai via con un urlo liberatorio. Ebbene, oggi che il Movimento lamenta un’emorragia quasi mortale di voti soprattutto per il boicottaggio delle tivù, ecco che le tivù  “morte” risorgono e tornano d’attualità sul blog di Beppe. Alla buon’ora. Se ripenso alle energie e alle occasioni buttate nel cesso per il Movimento, non soltanto le mie in campo comunicativo ma anche di altri, quasi quasi mi vien da dire: “ben vi sta”.

Un pensiero su “Grillo tardivo “Torniamo nelle tv locali””

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