«Abortisci e prova di nuovo. È immorale partorire un bambino Down se puoi scegliere di non farlo». Per quanto possa essere discutibile, il tweet del biologo britannico Richard Dawkins mi trova totalmente d’accordo. Come dargli torto con tutta la tecnologia attuale che ci permette di stabilire quasi con certezza la presenza di sindromi di tutti i tipi nei feti? Senza arrivare a un’invasiva amniocentesi, ci sono esami come la traslucenza nucale che, fatta all’inizio della gravidanza, ci dà utili indicazioni sulle probabilità di avere un figlio Down. E se un esame ci dice che il nascituro sarà affetto da disabilità o malformazioni, perché scegliere di metterlo al mondo? Per condannarlo a un’esistenza inferiore, sofferente e problematica? Perché come dice Isabella Bossi Fedrigotti “la libertà di nascere che uno scienziato vuole negare” è “un gesto d’amore“? Amore per chi, se non di genitori di dubbia responsabilità che per amor proprio, per egoismo o perché schiavi di dogmi religiosi, concepiscono un figlio Down, nano o malformato sapendo di condannare la loro creatura a una vita segnata da inferiorità e problemi di relazione col mondo. Vi siete mai chiesti perché solitamente una madre che mette al mondo un figlio con disabilità si lascia andare a scene di isteria e di rifiuto? Perché in natura un individuo non sano viene soppresso. Nel regno animale è ancora così, mentre nel mondo degli umani ci si sottopone a terapie psicologiche per essere addestrati a convivere e a crescere un individuo che non sarà mai indipendente. Aldilà del fatto che dovremmo vivere nelle sembianze di una persona disabile prima di dare per certo il suo stato di “felicità”, ritengo che bisognerebbe rendere obbligatori per tutte le donne gravide i test sulla salute del feto con i costi messi in carico sanità pubblica, visto che una traslucenza nucale costa all’incirca 400 euro. No di certo per obbligare un genitore ad abortire qualora gli esiti d’esame ci dicessero che il nascituro non è sano. Ma per informarlo/informarli e renderli consapevoli che un’interruzione di gravidanza potrebbe essere la soluzione migliore per tutti, oltre che un gesto di umiltà sull’amor proprio. E’ infatti l’amor proprio sommato all’egoismo che genera l’immoralità citata nel tweet di Dawkins. Immorale inteso come condizione forzata che in natura non è accettata. Dunque, sfruttare la tecnologia e le conoscenze attuali per legge, sarebbe un segno di evoluzione sociale e di crescita. Eviteremmo di dover “educare” un individuo a una condizione di inferiore col codazzo di frequenti pellegrinaggi in ospedali e da insegnanti di sostegno, magari con diploma comprato. Eviteremmo il rischio di sfottò da parte dei compagni di scuola e di orribili video di violenza gratuita su Internet da parte dei cosiddetti “normali”. Eviteremmo il mercimonio di fantocci come Baby Down con la scusa di combattere i pregiudizi. Non ci sarebbero gruppi su Facebook come «Giochiamo al tiro al bersaglio coi bambini Down», capace di raccogliere migliaia di iscritti in poche ore. Senza contare che soprattutto in Italia, il costo della disabilità è lasciata quasi del tutto sulle spalle delle famiglie. Insomma, lasciatemi dire che rischiare di concepire un figlio disabile, o peggio, scegliere di averlo sapendolo handicappato quando è possibile evitarlo, è proprio da malati, per non dire matti da legare. Quindi, ben vengano i tweet coraggiosi di atei rispettabili come Richard Dawkins.
Un pensiero su “Considerazioni sulla disabilità”
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Il tuo pensiero mi colpisce. Non so dire se hai torto o ragione ma la “crudezza” con cui lo esponi ma fa sicuramente effetto. Al di là della religione e dell’ideologia pura, un bambino down è comunque un bambino, che diventa immediatamente un canale d’amore. Certo per chi lo accudirà, la vita sarà difficile, ma i sorrisoni che esplodono sui visi di queste persone mi fa pensare che forse la nostra percezione è diversa dalla loro e forse il nostro sentire tutto il peso di una disabilità non è il loro…
Segnalo agli interessati anche questo link. Penso sia un servizio che si sta diffondendo un po’ in ogni comune ma come al solito non si sa…
http://www.quibrescia.it/cms/2012/10/03/cazzago-mobilita-sostenibile-per-disabili-e-per-bebe/