matteo renzi

“Onorevoli capigruppo del M5S, rispondo alla vostra lettera ringraziandovi per l’apertura di un dialogo franco, aperto e trasparente nell’interesse dell’Italia. La vostra lettera del 16 giugno scorso conferma che ci sono molte cose che continuano a vederci su fronti contrapposti, ma proprio per questo giudico importante che le forze politiche più rappresentative del Paese provino a scrivere insieme le regole del gioco. Ecco, intanto sappiate che per quanto riguarda la discussione della legge elettorale, partiamo dall’Italicum, mica dalla vostra. Partire dall’Italicum significa trattare su una legge a impostazione maggioritaria. L’ho accordata con Berlusconi col quale, assieme al Pd, abbiamo il 58% dei voti delle ultime politiche, che sono più del doppio dei voti del Movimento 5 stelle. Se vi va bene è così, altrimenti dirò che voi le riforme non le volete fare. Sapete che ho dalla mia parte tutte le tivù e i giornali, a partire da Repubblica. Dunque, accolgo con grande soddisfazione questa vostra virata. Mi date del Lei e mi chiamate Matteo Renzi, anziché Renzie o ebetino. Vi siete addolciti come tanti mastelliani. Avete capito che l’Italia non è pronta ad accogliere le vostre riforme che sono rivoluzionarie sì, ma non ancora adatte per un Paese culturalmente arretrato come il nostro. Voi avete capito che io sono più abile di voi a fare politica. Avete capito che ho più tattica e sono molto più scaltro nel promettere riforme e aumenti in busta paga che hanno già prodotto il 40% dei voti al mio partito, voti che di fatto sono venuti a me. Dunque, ora, per sopravvivere, mi dite che sono “legittimato dagli elettori”, e allora preferite omologarvi alla politica della trattativa che fa rima con un compromesso al ribasso dettato e pilotato da chi ha più voti: cioè io. Il 25 giugno dico che ci vedremo ma quasi sicuramente io non ci sarò da voi. Martedì sarò in parlamento per affrontare i temi del Consiglio Europeo e del semestre di Presidenza italiana. Dopotutto, quell’incontro in streaming con voi e Grillo mi ha convinto che è meglio fare come se non ci foste. Mi riesce bene perché in effetti siete voi che mi cercate. Da voi all’incontro manderò comunque la ministra Boschi che oltre che essere bbona perché buca il video, sulla legge elettorale anche lei è chiara: “si parte dall’Italicum“, non dal Democratellum. Per il resto nessuno ha la verita in tasca, tutti possono dare una mano, e voi se la vorrete dare sarete i benvenuti nel gioco politico a tiratura del Pd. Ma senza rompere i coglioni, visto che non avete abbastanza voti. Oltre alla legge elettorale, il nodo che dovremo affrontare è quello dell’immigrazione. Voi in Europa siete alleati di Farage che è tendenzialmente nazionalista. Io sono per respingere la montante propaganda xenofoba e per farlo potrei riabilitare in qualche modo l’ex ministro Kyenge e trasformarla in mascotte dell’unità tra Pd e M5s. La Commissione affari costituzionali entrerà nel vivo sulle tematiche della riforma costituzionale. Anche lì non dovrete rompere i coglioni. Parleremo di semplificazione fiscale e faremo annunciare ad alcune aziende investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il vostro reddito di cittadinanza lasciatelo perdere e non toccatemi i Caccia F35. Se vorrete essere considerati, dovrete aiutarmi a dire molto per fare poco. Io non ho tempo da perdere, devo rimanere qui dove sono per proteggere una marea di interessi più o meno loschi. Vi propongo di vederci mercoledì in un orario da concordare insieme a patto che lo lasciate decidere a me. Avrete modo di conoscermi meglio e di capire che alla fine vi conviene rigare dritto se non volete sparire. Sì perché ormai, dopo essere caduti nella mia trappola con questa apertura nei miei confronti, non siete più nemmeno in condizioni di mettervi di nuovo contro di me. Che figura fareste davanti all’Italia? Mi avete scritto come presidente del Consiglio e dunque possiamo vederci a Palazzo Chigi con una delegazione dell’esecutivo a beneficio delle telecamere dei telegiornali, che dovranno mostrarvi schisci dopo tanta baldanza del #vinciamonoi. Vi ringrazio per aver detto platealmente che il successo, come è ovvio è del Partito democratico e non del governo. Io che sono segretario di quel partito pur contro lo Statuto, godo come un riccio. Se preferite confrontarvi per far vedere che in qualche modo esistete, allora organizziamo una delegazione del partito dei gruppi parlamentari. Aspetto vostre nuove leccate. Nel frattempo buon lavoro e viva il Pd.”
Matteo Renzi

Ringraziamo Matteo Renzi, non più Renzie ebetino espressione di un potere marcio, per l’invito. All’incontro del 25 giugno non ci sarà più Grillo. Parteciperà una delegazione del Movimento 5 Stelle composta dai capogruppo di Camera e Senato, Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella, e dai deputati Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. Vorremmo confrontarci con il Partito democratico, in quanto forza parlamentare a cui abbiamo deciso di prostrarci per un cambio di strategia che potrebbe portarci all’estinzione nell’arco di una legislatura. L’esperienza dell’Idv appecoronata al Pd già la conosciamo. Ecco, finché non ci svegliamo da questo incubo e non torniamo ad essere un Movimento intransigente che fonda i suoi obiettivi su un approccio rivoluzionario alla politica che non prevede accordi coi partiti, siate felici. Voi siete il Pd. E noi non conteremo un cazzo.

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