L’incontro “epocale” tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi per definire a porte chiuse le linee della legge elettorale da votare in aula, sancisce un dato: che Renzi intende sostituirsi a Berlusconi. Cerca di inglobare a sé i voti dei forzisti, ma anche dei democristian-montiani, dei socialisti, e, perché no, pure di qualche grillino disilluso dalle improbabili alleanze col vecchio Pd. Sono pronto a scommettere che in quell’incontro non si è discusso soltanto di legge elettorale. Anzi, la legge elettorale sarà stata il pretesto per uno scambio di rassicurazioni più sostanziose in favore del pregiudicato di Arcore. Il tema delle televisioni che ha a che fare col conflitto d’interessi e quello della giustizia, visto che se Berlusconi sarà condannato in appello ad altri 7 anni per il processo Ruby, tra al massimo un annetto e mezzo, rischia di dover scontare la pena da detenuto nella migliore delle ipotesi ai domiciliari. In quello stato non potrà più parlare con l’esterno e tantomeno potrà candidarsi. Se quei sette anni si riducessero anche soltanto a tre o quattro per eventuali buone condotte, l’orizzonte di Berlusconi breve e medio non è comunque da protagonista della vita politica. Almeno, non in prima persona. Lo saranno i suoi uomini, che faranno del vittimismo del loro capo un’arma per tenersi stretti i voti dei fedelissimi (che non sono pochi), e salvaguardarsi una certa rappresentanza in parlamento nella prossima legislatura, che con tutta probabilità inizierà o quest’anno, o al massimo tra un annetto. Quel che rimane del Pd allergico (a parole) di Berlusconi, si apparenterà a Sel e a quello che rimarrà della sinistra italiana. Poco importa, vista la crescente scarsa rilevanza. Quel che conta è che Renzi, rassicurando Berlusconi per le sue aziende, ha comunque serie possibilità di diventare premier contrapponendosi al Movimento 5 stelle. Nel tentativo di mantenerlo quasi inoffensivo al sistema.
Dunque, l’incontro “epocale” tra Renzi e Berlusconi per “cambiare il sistema”, è fin troppo chiaro che è una mossa studiata per far sì che non cambi niente. Il tormentone dello scandalo per la condizione di pregiudicato di Berlusconi, ricevuto dal leader del partito di opposizione, perlopiù in sede, ha mandato in secondo piano l’aspetto più lampante e anche buffo di questo incontro: l’assurdità di rivoluzionare una legge elettorale con un personaggio che ha battezzato, usato e conservato il Porcellum fino ad oggi. Ribadiamo che Renzi, con questo incontro, ha soltanto sancito di non voler rinnovare nulla. Ha sancito che l’Italicum prossimo al voto in Aula, sarà sempre un Porcellum, pur rimpicciolito nei collegi. Con una serie di nominati nelle solite liste bloccate.
Qualche giornale insiste nel condannare il Movimento 5 stelle all’irrilevanza nel dibattito a porte chiuse. Dimenticandosi di evidenziare che eventuali trattative da parte del M5S con Renzi, non avrebbero portato a nulla,visto che l’obiettivo di Renzi di sostituirsi a Berlusconi, impone a Renzi di piacere ai berlusconiani. Che sono poi tutti ex democristiani, timorati di Dio e socialisti di craxiana memoria. Insomma, gente uscita dalla cabala dei partiti vecchio stampo. Quelli delle lobby, del voto di scambio e dell’eterno poltronismo. Ecco perché il Movimento 5 stelle non ha chances di trattativa con questa poltiglia di palazzo. Non ne ha ed è giusto che continui a non averne. Ne avrà quando l’Italia sarà un Paese più maturo e più consapevole. E’ dunque inutile fantasticare sul “come sarebbe andata se…”. La realtà ci dice che l’Italia è un Paese che vuole un leader in cui credere e in cui riporre le proprie aspettative. E’ un Paese che ha poca voglia di partecipare per decidere. L’Italia è un Paese che preferisce delegare col motto “ti voto così ci pensi tu”. Il sogno dei cittadini partecipi alle decisioni del palazzo è un obiettivo ancora distante dal diventare maggioranza, in Italia. Ci potrà arrivare, ma senza fretta e senza illusioni. Per ora accontentiamoci di fare i conti con Renzusconi.