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Siamo un Paese speciale, noi. Abbiamo il capo di governo de facto pregiudicato per evasione fiscale col timbro della Cassazione, che sancisce da ieri in 208 pagine di sentenza definitiva, la figura del condannato Silvio Berlusconi quale ideatore, regista e beneficiario del vorticoso giro di soldi rubati alla collettività a forza di gonfiare i prezzi dei telefilm oggetto di passaggi, con plusvalenze finte attraverso le sue 64 società off-shore sparse per i paradisi fiscali. Una sorta di Vallanzasca dell’erario, un geniale malavitoso sottratto al bene comune col timbro del ladro patentato, capace di strategie criminali per accumulare fondi neri attraverso compravendite farlocche fatte figurare come regolari. Questo è, Silvio Berlusconi. Un criminale che sbraita alla “democrazia ferita” nell’inutile speranza di poter fare il quinto senatore a vita dopo la fresca nomina dei 4 Cattaneo, Rubbia, Abbado e Piano da parte di Napolitano. Nessun Paese al mondo, a parte la speciale Italia, si permette un delinquente di questa stazza dentro le istituzioni, peraltro condannato e imputato in altri processi per reati di concussione, prostituzione minorile e corruzione. Nessun Paese al mondo, a parte il nostro che è speciale, avrebbe una stampa come quella italiana, che nel giorno dell’uscita delle motivazioni della condanna finge praticamente di nulla.

A parte Repubblica, che dedica all’argomento sette colonne con un sonoro Berlusconi l’ideatore della frode, l’Unità che sibila intimorita La sentenza che affonda Berlusconi nel suo stile ormai snaturato da quando è orfana dei pistolotti della mitica Maria Novella Oppo, lo scontato Fatto quotidiano e le 9 colonne del Manifesto degli Angelucci (ma non lo legge nessuno), per il resto è censura o goffo camuffamento. Incredibilmente è l’IMU a tenere banco in questo giorno nero per l’Italia sulle prime pagine dei giornalacci di carta finanziati dai partiti. Il Corriere è il più scandaloso: apre a tutta L’amara sorpresa sulle seconde case e relega solo di spalla una citazione “Berlusconi fu l’ideatore dell’illecito” nel tentativo di ingannare il lettore che il virgolettato sia un’accusa di qualche toga rossa, anziché un fatto sancito da una sentenza definitiva. Infatti, appena sotto, capeggia il titolo-replica del delinquente senza virgolettato: Berlusconi: ferita per la democrazia, che inganna il lettore perché sembra sancire un fatto che in realtà è soltanto una delirante dichiarazione del filibustiere. Confuso all’interno tra le pubblicità delle mutande, l’illuminante pezzo di Luigi Ferrarella, cronista sprecato sul quotidiano del piduista Rizzoli. Il Messaggero strilla Casa, così si cambia dopo l’Imu e solo a metà pagina una marchetta che sembra pagata “Cassazione, l’ira di Berlusconi: vogliono farmi fuori con un voto“. Come se leggessimo “Cassazione, Donato Bilancia: vogliono farmi fuori con i secondini“. Libero (di diffamare), ovviamente è sullo stesso tono: Ecco chi paga l’Imu, con una metà pagina da barzelletta del secolo Esposito: ‘Non ci sono prove contro Silvio’. Il Giornale avvisa i furbetti L’altolà di Berlusconi (ma volevano dare L’altolà a Berlusconi). Anche per Il Mattino è vitale la Casa, così cambiano le tasse e solo giù giù, affiancato a due calciatori, sgomita la citazione stile toghe rosse “Berlusconi ideò l’illecito” Il Cavaliere: allucinante con quei due punti di troppo. Pure L’Avvenire, che con quella sigla AV uguale a CAV, risparmia ai vescovi il peccatore mortale di Arcore: Tocca a Iva e lavoro sostituire il delinquente. Che a metà pagina s’appaia a un carrarmato siriano come un mite profugo, vittima de La Cassazione su Berlusconi: ideò il sistema degli illeciti Il Cav: sentenza allucinante purtroppo monco di un più illuminante “per un senatore ancora in carica“. Ridicolo, per non dire spettacolare Il Tempo. Si camuffa da papello di avvertimento: Berlusconi: non pensino di eliminarmi senza virgolette. Ma il gradino più alto del podio di giornale speciale in un Paese speciale se lo aggiudica La Stampa, che è riuscita a censurare del tutto la notizia delle motivazioni della Cassazione per la condanna del delinquente. Apertura con Dopo l’Imu, si apre il fronte Iva, editoriale Via l’imposta un vantaggio dal fiato corto, civetta sotto testata dedicata alla Siria, fotona centrale per il rogo nel parco degli orsi di California, sexgate scolastico a Saluzzo di spalla, duello Letta-Renzi a forma di necrologio, e finalmente eccolo, il delinquente: ma solo perché deve abbracciare Pannella. Feltri e Sallusti faranno a gara per aggiudicarsi il posto di direttore al quotidiano del Lingotto. Due nomi speciali, per una rassegna stramba di un Paese in merda.

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