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Osservo La Stampa in prima pagina e di spalla scovo l’editoriale: “Non basta la paura“. Testo: “Caro presidente del Consiglio, siamo in parecchi, in Italia, a non desiderare affatto la caduta del suo governo…” . Realizzo che il destinatario di quello scritto è Enrico Letta. E’ firmato da Luca Ricolfi, del quale la pagina di Wikipedia apre con la sua citazione più celebre: «La sinistra perde non soltanto perché è arrogante, presuntuosa e insincera. Perde anche perché non capisce la società italiana, non è in grado di guardare il mondo senza filtri ideologici, non sa stare fra la gente, ha perso del tutto la capacità di ascoltare e la voglia di intendere.». Ecco, basta questo preambolo per inquadrare il soggetto: un pensatore classico all’italiana che, stroncata la sinistra, ne supplica un suo premier alla prima occasione. Bastano un paio di click in rete per scoprire che il personaggio è un sociologo assai ossequiato a destra e asini-stra, sopra e sotto, in centro e in periferia da cronisti, analisti, giornalisti, progressisti, liberisti e opportunisti. Tra un Ostellino e un Battista, un Ilvo PD-amanti e uno Scalfari che non perde domenica per esaltarne le analisi, Luca Ostilio (nome per esteso) Ricolfi, è una sorta di numerologo che viviseziona i voti presi dai partiti per trarne profili sociali da servire nei vaniloqui televisivi.

Insomma, parliamo dell’ennesimo grafomane spacciatore di equidistanza, disinteresse e imparzialità rigorosamente apparenti. Ributto l’occhio più allertato su quell’epitaffio per continuare la lettura: “Siamo preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere un’ennesima campagna elettorale: blocco di provvedimenti importanti, (quali! l’imu?, ndr) ulteriore incertezza (certezza di un governo a 5 stelle?), reazioni dei mercati finanziari (buona o cattiva è mistero) e, non ultimo, una nuova stagione di recriminazioni, di accuse e di odio (benché una campagna elettorale si dovrebbe fare solo per vincerla presentando un programma). Siamo esausti, abbiamo un sacco di problemi concreti da affrontare, vorremmo un governo che governi. Per questo ci sentiamo istintivamente dalla sua parte.” Parla in prima persona plurale, Ostilio. Manco fosse la reincarnazione della Santissima Trinità. Tutti lettiani, per istinto. Il dubbio, inquietante, che mi aveva assalito leggendo le prime frasi dell’editoriale, sono ormai certezza sulla parzialità dello scrivente. Una rapida rassegna di sue frasi disseminate qua e là, ne dipingono il prototipo del classico schizofrenico affetto da sindrome del pendolo. Quella che batte un po’ di qua e un po’ di là, come i suoi colleghi osannanti. L’Ostilio odierno prega il Letta premier di quella sinistra che se appena ieri era “arrogante bugiarda e inconcludente che analizza la realtà secondo schemi obsoleti, ignorando o distorcendo i fatti e proponendo quindi ai suoi potenziali elettori una visione del mondo lontana dalla realtà e inadatta ad affrontare i problemi!“, oggi, viene supplicata in modo stridente con la graniticità di chi, come Ricolfi ha teorizzato il «razzismo etico», inteso come disprezzo antropologico nei confronti di chi, come noi, chiama Berlusconi puttaniere o pregiudicato.

Eppure il Ricolfi odierno servito in prima pagina per le sbiadite e smemorate menti dei suoi quattro lettori del Lingotto, pare proprio sognare un ideale Letta abbracciato a tutti gli italiani, con un Pd salvatore del ladro di Arcore con qualche insana agibilità politica votata in aula. Quella stessa sinistra del “Renzi liberale e riformista” ma che è “causa del declino elettorale dei partiti di tale area“, già vista in gara nelle ultime elezioni a perdere col Pdl in favore del M5S. Quel Pdl raccontato ne il “Tempo scaduto, il contratto con gli italiani” dove Ricolfi lamentava nel preistorico 2006  “i gravi fallimenti del berlusconismo concentrati sulla riduzione delle tasse, il dimezzamento della disoccupazione, l’aumento dell’assegno per i pensionati e l’abbattimento della micro-criminalità”. Nessuna mente normale potrebbe dubitare che un narratore così sposi la legge bavaglio contro la pubblicazione delle intercettazioni sui giornali, teorizzando “filtri tra magistratura e cronisti a rotazione periodica“. Idea bollata ridicola persino da Scalfari. E come commentare quando alle elezioni del 2011 Ostilio lamentava la vittoria del “partito di Santoro” sullo sfondo dell’emergente Movimento di Beppe Grillo? “Per questo“- conclude l’odierno Ricolfi sulla Stampa rivolto a Letta – ,” in pubblico e in privato, ci capita di difenderla di fronte a chi vorrebbe un nuovo scontro elettorale, poco importa se per archiviare Berlusconi o per restaurarlo, poco importa se per «salvare la democrazia» dal vulnus della sua presenza (come pretenderebbe il Pd) o dal vulnus della sua assenza (come pretenderebbe il Pdl)“.

Al Ricolfi autore di volumi infarciti di citazioni e di numeri per i fallimenti della destra e della sinistra, pare essere rimasto soltanto il vulnus. Soprattutto su Internet, dove “i contesti di discussione mancano di democrazia” quando da una votazione emergono numeri schiaccianti.  Oggi che il Movimento 5 stelle è in parlamento col 25% dei voti, l”‘economista liberale non certo bolscevico” ritiene che chi si erudisce in rete è vittima di una informazione «distratta, codarda e distorta». Coerenza granitica come un budino, quella di Ricolfi, lo stesso che lo scorso settembre c’aveva visto giusto: “Le prossime elezioni non saranno più una gara fra la destra e la sinistra, ma fra il vecchio e il nuovo, come nel ’92”. Altro che il Pd di Letta, “partito sopravvissuto che non seduce al di fuori dei suoi quattro ex socialisti“. Per Ricolfi “La fiammata dei 5 Stelle” gli è valsa uno spaghetto tale da indurlo a ricomporsi nell’ovile dei supplicanti di partito. Meglio dire oggi che il formidabile successo del M5S “è sempre a rischio di sovrainterpretazione“. Meglio cercare di spacciarsi per originali chiamandosi Ostilio, piuttosto che dire le cose come stanno. Perciò non ho più continuato a leggere quell’editoriale. Mi è bastata la prima pagina per dovermi chiedere se mi sono imbattuto nell’ennesimo paraculo. Bah…

Un pensiero su “Luca Ricolfi per tutte le stagioni”
  1. La vera fiction non è al cinema o in televisione ma è la vita di tutti i giorni, dove ci sono interessi inimmaginabili alle persone comuni, su romanzoreale.net ho scritto come la penso, secondo me la verità ti aspetta e non può attendere.

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