“L’enorme gravità del reato… e del danno arrecato non solo alla giustizia, ma all’intera comunità, minando i principi posti alla base della convivenza civile secondo i quali la giurisdizione è valore a presidio e a tutela di tutti i cittadini con conseguente ulteriore profilo di gravità per l’enorme nocumento cagionato alla controparte nella causa civile e per le ricadute nel sistema editoriale italiano, trattandosi di controversia (la cosiddetta guerra di Segrate) finalizzata al controllo dei mezzi di informazione; la spiccata intensità del dolo; i motivi a delinquere determinati solo dal fine di lucro e, più esattamente, dal fine di raggiungere una ricchezza mai ritenuta sufficiente; i comportamenti processuali tenuti (con continue e spudorate “menzogne”, ndr); il precedente penale specifico (Imi-Sir, ndr)”.
Il testo è uno stralcio della sentenza Mondadori di Appello del 2006, confermata dalla Cassazione nel 2007, che ha condannato Previti, Pacifico e Acampora a 1 anno e 6 mesi e il giudice Metta a 2 anni e 8 mesi per corruzione giudiziaria “in continuazione” con le pene già subìte per la sentenza gemella di Imi-Sir, anch’essa comprata (Previti, Pacifico e Metta 6 anni, Acampora 3 anni e 8 mesi). Il risarcimento in sede civile pagato da Berlusconi di 564,2 milioni di euro a De Benedetti, è dovuto al fatto che la Cassazione ha ritenuto l’evasore di Arcore mandante di quella corruzione giudiziaria, in quanto utilizzatore finale della più grande casa editrice italiana ottenuta corrompendo i giudici.
L’amnistia a Berlusconi di cui vanno e andranno cianciando per l’intero weekend giornali e tivù, è prevista dall’articolo 79 della Costituzione, e normata dall’articolo 151 del codice penale che estingue il reato e, se vi è stata condanna, fa cessare l’esecuzione della condanna e le pene accessorie. A partire dal 1992 l’amnistia viene disposta con Legge dello Stato, votata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Prima, invece, era prerogativa del Presidente della Repubblica. Il problema è che l”amnistia non si applica ai recidivi, né ai delinquenti abituali, o professionali o per tendenza, salvo che il decreto disponga diversamente.
Il Berlusconi mandante della corruzione dei giudici Mondadori, non è altro che il propulsore di quei delinquenti citati sopra che si sono lasciati corrompere da lui. Se Berlusconi non avesse pagato, quei delinquenti non sarebbero stati condannati. Quindi è Berlusconi il “capo” di quei delinquenti. Da tutto ciò si deduce che, con la fresca sentenza Mediaset in Cassazione, Silvio Berlusconi è già un delinquente recidivo. Quindi non potrà beneficiare di nessuna amnistia per la sentenza Mediaset, anche se lo vorrà il Pd. Giacché, come se non bastasse, il “delinquente naturale… ideatore fin dai primordi di un’attività delittuosa tesa a una scientifica e sistematica evasione di portata eccezionale», dotato di una «particolare capacità a delinquere», oltre alla quantità sterminata di reati depenalizzati dai suoi governi per i quali sarebbe già considerato un «delinquente abituale», ha già alle spalle ben 2 amnistie.
Peccato che i giornali di domani (sabato) saranno intrisi di articolesse sugli umori del Pd messo con le spalle al muro dall’alleato Pdl per votare l’amnistia a quel fondo di galera di Arcore asserragliato in Senato. Per il bene sociale c’è da sperare soltanto una cosa: che questo governo di schifosi cada quanto prima.