nunzio scarano vescovo

Ricordate Papa Luciani? Il suo pontificato durò soltanto 33 giorni. Morì all’improvviso senza che nessuno seppe mai il motivo. Non fu fatta nemmeno l’autopsia sul corpo per stabilire le cause del decesso. Papa Luciani voleva rimuovere Paul Marcinkus dalla dirigenza dello Ior, la banca vaticana, in quanto “non nascose di sopportare a fatica la gestione economica della Chiesa, specie negli anni in cui lo IOR fu diretto dall’arcivescovo americano Paul Marcinkus, sostenendo che la Chiesa avrebbe dovuto avere una condotta economica il più trasparente possibile e coerente agli insegnamenti del Vangelo.” (Wikipedia). In quegli anni la Loggia P2 non ancora scoperta, era in piena attività con una delle sue teste, Michele Sindona, banchiere mandante dell’omicidio di Giorgio Ambrosoli, “liquidatore” del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi (trovato impiccato sotto un ponte di Londra). Erano gli anni in cui lo Ior, grazie alla copertura di Marcinkus, partecipava con altre banche a spericolate scorribande speculative in Sudamerica, in particolare in Uruguay, terra di rifugio di Licio Gelli, il venerabile capo della loggia arrestato nel 1981 a Ginevra mentre cercava di ritirare decine di migliaia di dollari. Marcinkus durò col suo incarico alla banca vaticana per buona parte del pontificato di Papa Wojtyla prima di essere confinato a Sun City, una sperduta città degli Stati uniti dove morì nel 2006.

E’ notizia di oggi che il vescovo di Salerno monsignor Nunzio Scarano, capo contabile all’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), è stato arrestato per un’inchiesta di corruzione e riciclaggio su ordine della procura di Salerno. Col prelato sono finiti in manette Giovanni Maria Zito, funzionario dei servizi segreti espulso 3 mesi fa, e il broker assicurativo Giovanni Carenzio. Lo Ior è ormai da qualche anno al centro di inchieste italiane legate all’evasione fiscale e al riciclaggio. Lo era persino ai tempi di Mani pulite, quando, inutilmente, Antonio Di Pietro e i suoi colleghi magistrati, chiedevano per rogatoria di accedere ai conti cifrati per far luce sui destini della maxi-tangente Enimont.
Papa Luciani, negli anni ’70 voleva riformare la banca vaticana per darle più trasparenza. Durò 33 giorni. Papa Wojtyla, che durò 26 anni si tenne Marcinkus e non disturbò mai i manovratori dell’istituto di credito vaticano. Idem, Papa Ratzinger. Papa Francesco, invece, a 35 anni di distanza da Luciani, vuole provare a sua volta a smantellare la cortina di segreti che avvolgono la banca vaticana. L’arresto del vescovo di Salerno potrebbe innescare un terremoto nel mondo della finanza occulta che ha nella banca straniera del centro di Roma la sua base, o il suo punto di transito verso altre banche dei dorati paradisi fiscali. In questi anni si sono succeduti con una strana velocità, alcuni direttori di quella banca. Uno di loro, Ettore Gotti Tedeschi, è durato dal 2009 al 2012 ed è uscito indagato per un’inchiesta di riciclaggio. Ora, a capo dello Ior c’è monsignor Ronaldo Hermann Schmitz. Il pontificato di Papa Francesco ha già superato (buon per lui) i 33 giorni. Ma, guarda caso, Papa Bergoglio non dorme nel suo appartamento affacciato su piazza San Pietro. Bensì, dorme nell’albergo Santa Marta. Sonni più tranquilli lontano dalla solitudine dell’appartamento papale. Quasi fosse il Bronx.

2 pensiero su “Ior, la storia si ripete”
  1. Vado o.t. perche’ e’ troppo importante.

    Per favore, per favore, per favore guardate questo video (anche tu Daniele Martinelli): ci sono soluzioni immediatamente fattibili per portare il paese fuori dalla crisi in pochi mesi.

    CHE FARE – Intervista a Nando Ioppolo A cura di Elia Menta

    ttp://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=AYg0_T-zgLs

  2. gli affari sporchi della chiesa vaticana , le accuse di pedofilia di alcuni preti sono cose ormai risapute , ma come sempre in italia gli affari politici e di chiesa restano intoccabili e insabbiati ogni volta che se parla , del resto politica e chiesa negli ultimi 70 anni anno sempre mangiato soldi dei cittadini a piu’ non posso spallegiandosi l’un l’altro
    Vediamo quanto i PECORONI ITALIANI resisteranno a questo stillicidio economico prima di ribellarsi

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