Angelo Cera, “puledro di Casini” dell’ex Udc (Unione dei condannati) oggi passato con Mario Monti, condannato in primo grado a un anno e mezzo per truffa aggravata alla Regione Puglia e falsità ideologica a un anno e 6 mesi con l’accusa di farsi rimborsare missioni con l’auto blu, pare un tipo piuttosto irruente e sanguigno. Si dichiara «un ometto inseguito da tante signorine che vuole restare zitello hi hi hi», e in quell’inchiesta è stato assolto in Appello nonostante l’accusa abbia sostenuto che “presentò ricevute di un ristorante di Carsoli, in provincia dell’Aquila, in orari incompatibili con le fatture Telepass in relazione all’orario di arrivo a Carsoli e il rientro a casa, a San Marco in Lamis (Foggia)” dove Cera è sindaco incompatibile con la carica di deputato in quanto la cittadina pugliese ha più di 5 mila abitanti.
Ritenuto tra i franchi tiratori che salvarono dall’autorizzazione a procedere l’imputato di camorra Nicola Cosentino (ex sottosegretario Pdl), Cera è colui che alla Camera, in sede di voto del Decreto Emergenze, avrebbe insultato al grido di “coglione” alcuni cittadini a 5 Stelle che stavano facendo ostruzionismo. Quando si dice… alta politica da parte di un politico vecchio stampo come Cera, collettore di preferenze da consigliere pugliese, dal quale, forse, sentirsi dare dei coglioni, come dice Di Battista, potrebbe essere inserito nel curriculum…
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