«A Roma Grillo ha perso quasi la metà dei consensi delle politiche perché il voto per il Movimento non è stato di appartenenza, ma di protesta. Un tipo di voto che alle comunali è finito nell’astensionismo. D’altra parte non essendoci appartenenza per gli elettori del M5S tira il vaffa o l’attrazione del leader che alle comunali si fa sentire meno. Per questo il risultato del candidato grillino era scontato. De Vito ovviamente non aveva la statura per sostituire Grillo e i leader intermedi funzionano solo se possono contare su un senso di appartenenza da parte degli elettori. Basta guardare Marino che non è un grande leader personale ma che ha abbastanza beneficiato del senso di appartenenza del popolo di centrosinistra». Giuseppe De Rita, sociologo.

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