Dunque il conto alla rovescia dell’euro è prossimo allo zero. Il countdown è ormai roba da dita di una o al massimo due mani per l’Italia. Per la Grecia, beati loro, è solo questione di giorni. Tra poco riabbracceranno la loro (povera) dracma. Intanto la moneta unica europea per gli investitori esteri è a tutti gli effetti carta straccia. Ma lo è pure per quelli italiani che già da tempo hanno portato i soldi nei paradisi fiscali, oppure li hanno convertiti in valute estere o in beni preziosi. In Italia, col cerino dell’euro in mano, sono rimasti solo i poveri martiri cornuti e mazziati. Spremuti dai capricci di quattro banchieri mafiosi appecoronati sulla gigantesca operazione truffa della valuta europea. Un progetto a cui l’Italia ha aderito con numeri falsi e truccati senza il consenso dei cittadini grazie a uno sciagurato leader di nome Romano Prodi e attuato a piene mani da un altro sciagurato leader di nome Silvio Berlusconi. Un progetto che quando è partito non ha avuto controlli a tutela dei consumatori. Con l’entrata in vigore della moneta unica, il primo gennaio 2002, sono stati convertiti in euro gli stipendi con precisione centesimale, mentre i prezzi dei beni al consumo hanno cominciato a salire senza che nessuna autorità di garanzia si fosse occupata di imporre le giuste proporzioni ai prezzi. Così, nel generale silenzio squassato dall’euforia delle nuove monete e delle nuove banconote, nel volgere di pochi anni il costo della vita si è raddoppiato per poi quasi triplicarsi.

E’ opinione comune ritenere che l’ingresso nell’euro per l’Italia è stata una truffa. Non di oggi, ma fin dal 2003 ci eravamo accorti di quanto quest’euro ci aveva rincarato la vita. Come ricordiamo tutti le quotidiane rassicurazioni televisive sulla “scelta necessaria” per “salvarci da una svalutazione che ci avrebbe tagliato fuori dai mercati“. Infatti oggi che siamo oberati da un debito pubblico incolmabile e da una pressione fiscale insostenibile, ci siamo resi conto di quanto criminale è stata la scelta di averci imposto l’adesione alla moneta unica. Rispetto a 11 anni fà, siamo tutti (o quasi) più poveri e anche ricattati da una Germania affamata di potere, che dopo aver finto di non sapere dei disastrosi conti italiani, resi tali da una classe politica mafiosa che ha retto il proprio consenso sul voto di scambio con la criminalità economica, ci chiede, anzi, ci impone RIGORE che si traduce in tagli assurdi sui servizi basilari come i posti letto negli ospedali e con tasse illegali sulla prima casa. Per cosa poi? Non di certo per pagare il debito di 1966 miliardi! E’ troppo alto. I tagli ai viveri servono solo per pagare qualche interesse di quel debito, perché per poter pensare di rientrare da quell’importo bisognerebbe dare la caccia fisica ai Belusconi, ai Dell’Utri ma anche ai Maradona e ai Valentino Rossi, nonché ai Verdini e ai Daccò-Formigoni con le loro compagnie delle opere di distruzione, che negli anni, a forza di accaparrarsi gli appalti gonfiati a carico dei cittadini onesti, di nascondere i proventi all’estero per evadere il fisco sanati con rimborsi simbolici da una giustizia tarpata con leggi su misura, hanno letteralmente spolpato questo Paese.

Ora che i nodi sono venuti al pettine, eccoci qui in balìa di mister “SimpatiaMario Monti, che ci propina un’Italia solida in cui però “il contagio è già in atto” assieme a un Mario Draghi che ci allieta di un “euro irreversibile“. A parte la Grecia, però. Lì l’euro non è nè irreversibile, tantomeno irrevocabile, in quanto, sempre per bocca del presidente della Bce in coro con Berlino “l’uscita della Grecia dalla moneta unica non è un incubo“. L’incubo, ancora per un po’, rimane per noi italiani in attesa che la Bce dichiari di non poter stampare euri da dare a Madrid per rifinanziare le 6 regioni spagnole in default che battono cassa alla capitale. Non è più una “operazione tabù“. E’ realtà alla luce del solleone. Non vediamo l’ora che l’Fmi blocchi gli aiuti a tutti: alla Spagna, ma anche a noi, così potremo tornare prima a battere la nostra vecchia e cara liretta. Siamo qui ad attendere che la regione Sicilia alzi bandiera bianca (copyright del catanese Franco Battiato). E’ lì la nostra “ultima speranza” per uscire dall’incubo dell’euro defunto. Via. Basta recite sui giornali. Schauble, Monti, Merkel, Olli Rehn, Draghi. Siete solo burattini. Il countdown è anche per voi. Liberateci dall’euro prima che Monti lira…

Un pensiero su “Via dall’euro prima che Monti lira”

Lascia un commento