Eccoci al venerdì santo dell’euro. Hollande e Monti, come Mimì e Cocò, si rasserenano a vicenda per i retrosceneggiatori dei giornali italici che li descrivono “fortissimamente convergenti” affinché “i greci li aiutino ad autarli“. Roba forte, da intrigo di Beautiful. Il candidato di sinistra alle elezioni greche Alexis Tsipras si gode l’antipasto della vittoria. Sogna il ritorno alla dracma, cancrena mortale dell’euro, per tirare fuori i greci dallo stato mendicante. Tsipras si frega le mani come Gargamella, mentre la Merkel da Berlino fa la gatta morta Birba. Tiene affilati gli artigli del rigore e della crescita come quando un minorato mentale ripete a sé stesso di essere intelligente. Mimì e Cocò , invece, fanno i puffi a Roma per i mercati che trattano come fossero bimbi. Raccontano all’euro terminale che la morfina lo guarirà. Peccato che la morfina sia già agli effetti collaterali con gli investitori già distanti anni luce dall’euro, coi loro capitali investiti persino in palafitte del Bangladesh purché non in moneta unica. Fa niente se aldilà dei sondaggi la fine dell’euro è consapevolezza di tutti. Mimì e Cocò provano a metterci la faccia, consapevoli di essere su un palco di teatranti da strapazzo. La fine dell’euro potrebbe essere anticipata a lunedì o martedì, dopo l’esito delle elezioni greche. I banchieri  sanno che l’euro tra pochi giorni potrebbe diventare carta straccia. Ma a loro interessa comunque tirare la corda più che si può. Sono loro e alcuni loro amici i ricchi che guidano i fili di Mimì e Cocò. Loro quelli che temono gli effetti del tracollo, mica i poveracci. Sono i ricchi che hanno il problema di come limitare i danni dal pericolo svalutazione dei loro capitali e dei loro soldi. Convertirli in franchi svizzeri può essere una soluzione, ma anche investirli nel mattone degli States può essere un affare. Sempre che il dollaro non faccia la fine dell’euro perché in questi giorni tutto è un rischio. A parte il petrolio giallo, ossia i lingotti d’oro, perché al petrolio nero ci ha pensato la Consulta dell’Egitto. Ha invalidato le elezioni per consentire a un seguace di un crimanale sanguinario come Mubarak di potersi ricandidare. Gli elettori egiziani vengono tenuti a distanza da un cordone imponente di agenti armati di kalashnikov. Il tutto nel venerdì che da quelle parti dovrebbe essere di preghiera. E’ un venerdì strano quello di oggi. Io per sicurezza mi tengo qualche spicciolo in tasca. Si sa mai, prima che i bancomat nel weekend se si prendano un forzato riposo…

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