37.472 nel 2010. 44.027 nel 2011. E’ il numero delle famiglie italiane alle quali è stata pignorata la casa a causa della perdita del posto di lavoro o della cassa integrazione che hanno impedito il rimborso delle rate del mutuo. E se si dà uno sguardo alle prospettive reddituali delle famiglie, il numero dei pignorati italiani non potrà che aumentare. Le richieste di sospensione delle rate sono passate dalle 55 mila di fine novembre 2011 alle oltre 60 mila attuali, con un debito residuo di circa 7,5 miliardi. Non solo. Nei primi 3 mesi del 2012 le richieste di mutuo sono scese del 48%, anche per effetto dell’inasprimento dei criteri di concessione del credito da parte delle banche ma anche per effetto dell’aumento dello spread (dati Nomisma). Al contrario, dati di MutuiOnline dicono che i ricarichi applicati bancari applicati ai mutui a tasso variabile sono passati dall´1,43% del primo semestre 2011 al 3,57% del primo bimestre del 2012. Il rigoroso calcolo dei tassi di è lo strumento preferito dalle banche per alleggerire i loro costi. Trasferiscono sulla potenziale clientela l’onerosità dei costi di approvvigionamento a medio-lungo termine. Anche questo è uno dei drammi della crisi che pare passare sotto silenzio a scapito di sterili beghe tra giornalisti mechati che si rinfacciano pareri dei loro editoriali in prima pagina.

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