Chiedi Europa, ti rispondono Merkel. Lei che dichiara, lei che monita, lei sui giornali, sui siti e sulle tivù. Pare che la crisi globale penda dalle sue smorfie che poi sono sempre uguali. Come quelle della Cucinotta. Pochi hanno notato che In realtà, per cogliere gli umori dell’Euro bisogna sbirciare alle spalle della Merkel e osservare la figura di Wolfgang Schauble: il ministro delle Finanze tedesco che, fino a prova contraria, si è rivelato il vero termometro dell’euro e della sua tenuta. Di lui sulle agenzie si trova traccia un po’ come in Italia di Gianni Letta che “preme“, “media” e “si augura“. Da almeno un anno e mezzo Schauble si rivela la personificazione dell’Economia globale. Le sue dichiarazioni e la sua salute vanno a braccetto con gli indici di Borsa e gli spread. Qualche esempio? Era il 9 maggio del 2010 quando nella lunga maratona tra i ministri finanziari a Bruxelles, ci si era imbarcati nella sciagurata idea di iniettare 600 miliardi per salvare la Grecia e l’euro. Schauble (non la Merkel) si sentì male in seduta stante, fu portato via in barella. 9 giorni dopo, il 18 maggio, fu Schauble (non la Merkel) a proporre che gli Stati dell’Eurogruppo fissassero tetti costituzionali ai deficit e ai debiti sovrani. Le Borse europee risposero con un generale tonfo. Era il 23 novembre dell’anno scorso quando Schauble (non la Merkel) rivelò per primo “è in gioco il futuro della moneta” allineandosi agli umori dei banchieri. La cancelliera che (lungi dalla Cucinotta) pare la Signora in Giallo, intanto, usciva rotta col suo partito dalle elezioni regionali n giro per le Germanie. Fu sempre Schauble (non la Merkel) a invertire la rotta il 27 gennaio scorso dihiarandosi disponibile ad aprire al fondo salva-Stati. La Francia di Sarkozy rispose positivamente “rafforzando l’asse” con Berlino a sostegno dell’Euro. Il 15 maggio scorso fu Schauble (non la Merkel) a “non escludere una ristrutturazione del debito greco in caso di insostenibilità“, ipotesi subito rilanciata da Standard&Poor’s che di riflesso provocò un ulteriore brusco calo dell’Euro nei confronti del dollaro finendo sotto 1,44, oltre al rendimento dei bond che sfondarono per la prima volta quota 13%. Sarà perciò che poi lo stesso ministro “termometro” tedesco (non la Merkel) diede il ben servito alle agenzie di rating? Qualunque fu la ragione, conta l”effetto di quella decisione: immediata e spaventosa debacle degli indici di Borsa. Festeggiavamo la ricorrenza della Liberazione in Italia quando Schauble (non la Merkel) disse che “Non ci sono alternative concrete a Draghi” alla presidenza della Bce. Sarà un caso se Draghi entro 2 mesi assumerà quell’incarico? Era il 12 luglio quando Schauble (non la Merkel), come un gufo, si disse “fiducioso” sulla manovra italiana. Oggi, purtroppo, sappiamo come va. Era il 27 luglio quando i Bot sotto pressione misero la Germania alla guida della fuga degli investitori stranieri. Del resto fu Schauble (non la Merkel) a dichiarare il “rifiuto di firmare assegni in bianco per l’acquisto di obbligazioni dei paesi in difficoltà“. Fu l’ennesimo giorno nero in tutte le Borse europee. Dunque, venendo ai giorni nostri, all’11 settembre, apprendiamo che “il ministro alle finanze Wolfgang Schauble ha dato mandato ai suoi esperti di studiare un piano per l’insolvenza ordinata“, o se vi piace, “l’uscita pilotata dall’euro della Grecia.” Tradotto per i dirimpettai del Bel Paese: per la Grecia èffornèutt. Attenzione perché oggi Schauble appare sui giornali dichiarando che non c’è “nessun tabù per i debiti sovrani come quello greco, sarebbe un cattivo governo, quello di Atene, se non provasse a prepararsi a cose che non si possono nemmeno immaginare possibili“. Che dire… contempliamo la più rassicurante Merkel?
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[…] Il blog di Daniele Martinelli Pubblicato: 14 settembre 2011 Autore: aggregatore Sezione: Politica e Attualità […]