“Berlusconi cadrà  sulla giustizia”

Il 15 settembre la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, dichiara ai giornali che la maggioranza di governo non c’é più per i conflitti personali tra Berlusconi e Fini.

Il 16 settembre Nicola Porro, vicedirettore del Giornale, manda un sms al telefonino del capo uffico stampa della Marcegaglia Rinaldo Arpisella con scritto: «Ciao Rinaldo domani super pezzo giudiziario sugli affari della family Marcegaglia».
Pochi minuti dopo, durante la telefonata tra i 2, Nicola Porro dice ad Arpesella: «Adesso ci divertiamo per 20 giorni, romperemo il cazzo alla Marcegaglia come pochi al mondo! Non é uno scherzo, sposto i segugi da Montecarlo a Mantova» città  di riferimento della presidente degli industriali.

In un’altra telefonata del 22 settembre Nicola Porro dice ancora ad Arpesella: «Dobbiamo trovare un accordo perché se no non si finisce più qui… la signora se vuole gestire i rapporti con noi deve saper gestire… quello che cercavo di dirti é che dobbiamo cercare di capire come disinnescare in maniera reciprocamente vantaggiosa, nel senso diciamo delle notizie delle informazioni della collaborazione no…».

Sono soltanto alcune delle intercettazioni acquisite dai magistrati di Napoli che hanno fatto scattare la perquisizione alla sede del Giornale di Milano e nelle abitazioni del vicedirettore Nicola Porro, oltre che del direttore Alessandro Sallusti. Entrambi indagati per violenza privata nei confronti di Emma Marcegaglia.
Sallusti, nel suo editoriale del 16 settembre sul Giornale ha scritto che se la Marcegaglia non ritiene importante l’affaire della casa monegasca di Fini significa che “é la prima a non avere il polso del paese” e chiede a Confindustria di schierarsi visto che per “gli industriali non é indifferente essere governati da Berlusconi o da Bersani“. Insomma, Sallusti dà  una sorta di avvertimento in prima pagina alla Marcegaglia.

Fnsi e Articolo 21 si sono affrettati a esprimere solidarietà  ai 2 servi di Berlusconi. Personalmente, pur essendo incline alla libertà  di stampa e di critica, ritengo la perquisizione un atto giusto visti i precedenti in ambiente Pdl: dal rischio di diffusione di dossier diffamatori a carico del governatore della Campania Stefano Caldoro (interrotti per la richiesta d’arresto di Nicola Cosentino) e nei confronti di Gianfranco Fini tramite i Tulliani, con la pantomima sull’appartenenza delle società  off-shore di Santa Lucia per cui si sarebbe adoperato il “giornalista” direttore de L’Avanti! Lavitola.

Un conto é esprimere solidarietà  ai giornalisti per le perquisizioni che cercano di risalire alle fonti di notizie vere. Un conto é perquisire giornalisti di discutibile correttezza professionale in quanto ricattatori e fabbricatori di bufale. Come hanno già  dimostrato più volte esserlo i giornalisti del Giornale. Ecco perché in questo caso la perquisizione dei magistrati di Napoli nei confronti di Porro e Sallusti va rispettata.

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