Nel merito del fallimento dell’euro, secondo il mio punto di vista, va fatta una semplice considerazione sulla differenza che riguarda (tanto per usare un linguaggio terra terra) la “mentalità  dei popoli”. Partiamo dal concetto di democrazia: la regola fondamentale per il suo funzionamento é il senso di appartenenza alla collettività  dei suoi cittadini, che riconoscono come “valore” il ruolo delle istituzioni e la loro funzione. Il potere legislativo, il potere esecutivo e il potere giudiziario sono valori “cardine” all’interno di una comunità  complessa che, guidata da un governo parlamentare rappresentativo, dovrebbe concorrere all’attenuazione, al miglioramento o, meglio, alla risoluzione di problemi sociali col solo obiettivo di migliorare la qualità  della vita dell’intera nazione.

Se il funzionamento di una democrazia parlamentare fonda la sua ragion d’essere su una Costituzione composta da un numero imprecisato di articoli (come nel caso dell’Italia), non ci dovrebbero essere tumori di sistema come conflitti di interesse, mafie e caste. La cellula tumorale che ha ammalato alcune false democrazie come l’Italia, é l’interesse economico. Il procacciamento della ricchezza é il tumore degli uomini che hanno corrotto la funzione delle istituzioni e, quindi, ucciso la democrazia di certi stati, vanificando di fatto la “mission” unificatrice di una valuta come l’euro, che estende la sua presenza in un’area troppo vasta e complessa della vecchia Europa.

Del resto la moneta unica europea sta circolando in nazioni diametralmente opposte di mentalità : dalla Finlandia all’Italia piuttosto che dalla Norvegia alla Grecia (non in Svezia dove circolano le corone). Ebbene, sembra che la storia recente ci insegni che le democrazie funzionano meglio nelle aree fredde, o al massimo temperate del pianeta, rispetto a quelle calde, in cui normalmente vige l’arte di arrangiarsi, quindi corruzione, pressapochismo e forme di egoismo collettivo che producono ingovernabilità , o al contrario, paurose dittature.

Non soltanto in Europa. Anche in giro per il mondo é più o meno così. Ad esempio in America: il nordico Canada é popolato da milioni di immigrati, anche dall’Africa, eppure é una democrazia che funziona, con i conti pubblici abbastanza in ordine nella sua sconfinata estensione, in cui vige un welfare di buon livello con governi che si sono succeduti negli anni senza grossi scandali pubblici e conflitti di interesse.
Gli Usa, assai più complessi e contradditori, sono una cinquantina di stati che riconoscono in Barack Obama il loro presidente. Tuttavia ci sono differenze sociali assai marcate tra i cittadini di stati ordinati come i nordici Dakota, rispetto al più pistolero Far West, prossimo al gigantesco Messico situato in un’area sub tropicale con grossi problemi sociali, un’economia alimentata dal commercio illegale di droga, e una condizione sociale assai più precaria. La California é calda ma anche temperata perché il suo clima é mitigato dal Pacifico. E’ una sorta di “status” sociale agli occhi del mondo, complici i perenni riflettori di Hollywood. Il Florida é una realtà  simile ma esposta all’Atlantico.

Scendendo a sud verso il Guatemala, il Nicaragua e quindi in America Latina (Panama e Cile a parte) troviamo paesi governati da dittatori corrotti in cui non esistono forme di democrazia. L’Argentina ha già  vissuto il suo fallimento per l’alto tasso di corruzione nella sua classe dirigente, eletta da una maggioranza di cittadini di mentalità  “meridionalizzata” simile a quella che troviamo nell’area mediterranea, a sua volta caratterizzata da clima caldo o comunque sub tropicale. Il Brasile a sua volta, di lingua portoghese, é tutto fuorché una democrazia.

Per quanto riguarda l’Europa ho già  detto della mentalità  nordica che caratterizza la Scandinavia, cui si devono unire Francia, Benelux e area tedesca caratterizzate da molti mesi freddi ed estati calde ma anche temperate. Sono democrazie che nonostante qualche imperfezione, funzionano. I loro cittadini sono di mentalità  nordica, non diversa da quella canadese in linea con la distribuzione del clima. L’Italia del nord, fino agli appennini tosco emiliani, é caratterizzata da clima atlantico assai simile a quello del Nord Europa: molti mesi freddi, piovosi ed estati calde ma brevi. Dalla Toscana e Marche in giù il clima diventa mediterraneo fino a diventare sub tropicale dalla Campania fino all’Africa inoltrata, esattamente come quello di tutta la penisola iberica, la Grecia e l’area del Maghreb. La Grecia guarda caso é già  fallita. Spagna e Portogallo seguiranno a ruota la stessa sorte assieme all’Italia: nazione simbolo di questo divario di mentalità  per due terzi di territorio “meridionalizzata” con istituzioni infiltrate da varie forme di mafia che hanno esteso i loro tentacoli fino in Lombardia, Emilia e Triveneto. Il bel paese é a forza o a ragione uno Stato che non può vivere in regime di democrazia perché là  dove fa caldo, si é meno portati alla rigida osservanza di stereotipi e di regole, che invece funzionano in ambienti freddi. Rigidi per definizione.

La Russia, nella sua enormità , é un paese freddo in cui ha funzionato per generazioni una ferrea forma di comunismo ad economia pianificata. Ha una sua storia politica “rigida” esattamente come tutti i paesi che hanno risentito la sua influenza: dalla Polonia alla Bulgaria fino ai Balcani che, in quanto più a Sud, si sono frammentati in tante piccole realtà  ben lontane dalle grandi democrazie, esattamente come le aree a influenza islamica di una zona temperata e assai calda, che va dall’Ossezia all’Armenia fino all’area caucasica a ridosso della calda e corrotta Turchia.

L’Africa é un continente in cui non esistono democrazie, a parte timidi tentativi nelle aree più temperate (fredde) della Namibia e del Sud Africa. La Cina é un altro gigante “rigido” caratterizzato da clima simile a quello atlantico. Giappone e la complessa Oceania (emisfero Sud) sono “isole” democratiche di clima non dissimile dalla California.

Dittature con seri problemi sociali e alti tassi di povertà  sono tutti i paesi “caldi” dell’area sud asiatica: dall’Indonesia verso ovest fino all’India dalle stridenti contraddizioni, per non parlare dei piccoli staterelli formati dagli atolli dispersi nel Pacifico di area equatoriale. Zone in cui l’arte dell’arrangiarsi fa a pugni con le grandi democrazie parlamentari idealizzate dell’evoluto occidente euro-mediterraneo. Ecco perché l’euro non può funzionare in Finlandia come in Grecia o in Italia. Credo dobbiamo rassegnarci al clima.

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18 pensiero su “Climi di democrazia”
  1. Post che ho trovato abbastanza curioso questo di Daniele che seguo da un po’ di tempo e che stimo per la sua indubitabile onestà  intellettuale. Visto come spunto di riflessione può anche andar bene ma elevarlo a teoria quasi scientifica mi pare non sia serio. Inoltre la democrazia per me non é solo e semplicemente il suffragio universale ma anche l’esistenza e l’effettività  di diritti sociali e di benessere economico diffuso tra la popolazione, per cui il discorso si fa più complesso già  con queste sole considerazioni.
    Il Brasile e qualche altro paese del sud America mi pare stiano facendo progressi anche se hanno ancora un lungo percorso da fare ma quello, a mio giudizio, dobbiamo farlo anche noi che abbiamo una buona percentuale di paese che per clima può essere paragonata tranquillamente all’Europa continentale.
    Mi sembra un’analisi sociologica molto discutibile, va bene come spunto di riflessioni ma finisce lì.
     

  2. Daniele, la tua teoria é interessante ma merita senz’altro approfondimenti storici e geografici precisi. Un volume interessante in questo senso é Guns germs and steel di Jared Diamond (Norton, 1997; esiste anche in traduzione italiana). Più che una correlazione diretta fra sistema politico e clima, una possibile relazione fra i due fenomeni riguarda le condizioni geografiche che hanno determinato la storia antecedente di quei paesi… Buona giornata.

  3. @Adelmo
     
    Se la tesi viene raggiunta con un processo logico partendo da una ipotesi iniziale e sostenendo il raggionamento con degli esempi portati come prova, questo é un metodo scientifico.
     
    Il discorso qui fatto é di questo tipo.
    Se il sociologo in questione ha seguito un percorso con tale andamendo allora si é messo il capello da scienziato…sbagliando…come tutti i sociologi.
     
    La sociologia sta alla società  come l’economia politico-finanziaria sta all’economia reale. Mai sentito di rappresentanti di tali discipline che abbiano mai previsto un alcunché e portato quindi vantaggi alla collettività .
    Sono figlie di un approccio speculativo e di società  autoreferenziali.
    Raccogliere un pò di cicoria a schiena curva ad individui del genere farebbe bene.
     
    Non cerco lo scontro, ma la penso così. Il confronto é comunque fruttuoso e fa sempre bene. Se un gruppo di persone la pensano tutte allo stesso modo e suonano in risonanza non mi piace.
     
    In ogni caso penso che Martinelli abbia usato anche dell’ironia.
     
    ZX

  4. Questo é il risultato della politica delle destre europee che hanno maggiormente governato negli ulti anni, la loro incapacità  é un dato di fatto acquisito dalla storia!!! In Italia stiamo andando alla grande verso il baratro, soprattutto se passa il federalismo fiscale!!!

  5. Clima e democrazia? Forse!
    Più che altro io legherei il rapporto a storia e demografia.
    La prima é in un certo senso un album di fotografie della democrazia la seconda la bilancia che la regola. E’ una correlazione semplicistica non vi é dubbio ma molto veritiera.
    La consapevolezza della propria storia, delle proprie radici, della propia evoluzione, dei propri sbagli e delle proprie conquiste, fanno del senso della democrazia il baluardo principe di un Paese. Ad essa si accompagna una cultura demografica che fa si che il Paese cresca assieme alla popolazione e non che un Paese rimanga bloccato a soddisfare una demografia anni 60 mentre la realtà  dei fatti ci consegna un Paese che si é demograficamente raddoppiato.
     
    Le democrazie del Nord sono forse più forti nella consapevolezza e nel rispetto della loro storia ma anche perché il Paese si mostra più a misura di cittadino. Parliamo probabilmente di un rapporto tra cosa il Paese offre in relazione al numero di abitanti. La storia é una chiave importante per determinare la democrazia di un Paese.
     
    Più ci si acclima più la volglia di conolizzare cresce, ma la colonizzazione e l’espansione demografica di un Paese senza un meccanismo che ne regoli il bioritmo, la rinnegazione e riscrittura continua della propria storia, non aumentano la democrazia di un Paese perché lo rendono fragile, ed é proprio quando un Paese non segue più regole democratiche che si fa largo la corruzione fino ad arrivare alla dittatura. E si scrive nuovamente la storia.
     
    Banca Italia ha appena comunicato i dati, l’Italia ha un debito pubblico di quasi 1.800.000.000 di Euro! Questo a fronte di una retribuzione salariale che l’OCSE ha stimato posizionarsi al 23° posto su 30 Nazioni Europee. Per contro l’Italia si trova al 6° posto come maggior pressione fiscali che arriva a 46,5%.
    Viene da chiedersi, come é possibile che un Paese che ha i stipendi più bassi d’Europa e la pressione fiscale tra le più alte d’Europa ha nel contempo un debito di 1.800 milioni di Euro?
    La risposta é semplice, sussiste da anni un Parlamento inadempiente e troppe persone stanno rubando denaro pubblico!
    Di democratico in Italia c’é rimasta la parola, la Costituzione e qualcos’altro ma di certo non la politica; che di questo termine si riempie la bocca come il buongiorno e buonasera che si da anche agli sconosciuti.
    Fino ad ora ci dice bene perché gli italiani non sono molto avvezzi al principio di new economy e molto più attaccati a soluzioni tradizionali più casarecce e nostrane. Di questo la politica deve solo ringraziare invece di farsi bella per meriti che non ha.
    Per tutto il resto la Politica non muove un dito se non per un interesse che é fine a se stesso, é uno stillicidio continuo di rami di corruzione che si estendono dovunque che si stanno sostituendo alla norma. Stiamo diventando un Paese ridicolo perché governati da un uomo ridicolo, un OGM politico che corrotto era in privato e corrotto é in politica, da un Parlamento fantoccio dalla politica privatizzata per gli interessi di pochi, siamo in un processo di involuzione senza precedenti per volontà  unilaterale di uno pseudo-Parlamento che ha deciso che l’ignoranza debba essere di tutti, cultura e privilegi di pochi.
    Non c’é soluzione di causa, se l’italiani continueranno a dividersi in chi subisce e in chi sfrutta il discorso finisce quì. C’é da chiedersi, però, come saranno le proporzioni dei due insiemi poiché nel momento in cui l’insieme di chi subisce sarà  “n” volte superiore a chi sfrutta e si sarà  rotto i coglioni ne vedremo delle belle.

  6. @ZX:
    E chi ha mai sostenuto che la sociologia é una scienza? Così come non lo sono la storia, le dottrine politiche…nondimendo non sono proprio campate in aria come l’astrologia, no?

  7. Mi scuso per l’OT che forse  ot non é: sempre di democrazia e di popoli trattasi. 

    Ieri sera ho visto un film molto interessante che vorrei segnalare, anche perché poco pubblicizzato e quindi con pochi spettatori, verrà  tolto presto dalle sale. Presentato a Cannes un anno fa, é uscito in Italia solo il 23 aprile 2010.  Il film é Agorà . 
    E proprio vero: ” uscito dalla sala e non puoi fare a meno di continuare a riflettere sulle vicende narrate nel film”.
    E’ veramente bello, ne consiglio la visione.

    Qui di seguito alcune recensioni da Micromega. 
    http://temi.repubblica.it/micromega-online/ipazia-o-della-laicita/
    e atri articoli correlati sullo stesso sito che analizzano molto bene il tema affrontato dal regista spagnolo. Tema ancora attuale nonostante la storia si collochi a cavallo tra il IV e il V sec. d.c.

     

  8. http://ilpiccolo.gelocal.it/dettaglio/articolo/1992879
    Approposito di democrazia, questo é quello che accade a Trieste!
    “Verificate le persone magre e con tatuaggi per vedere se hanno precedenti penali”. La frase é scritta nel vademecum – allegato all’ordinanza del questore Francesco Zonno – consegnato ai poliziotti che venerdì notte hanno effettuato controlli anti-droga in sette bar della città . La reazione del sindacato Sp: “Mere operazioni di facciata”

  9. Se qualcuno volesse comprendere perché la teoria esposta é semplicemente falsa- oltre che priva di rigore scientifico- consiglio la lettura di due bellissimi testi di Jared Diamond: ” Armi, acciaio e malattie” e ” Collasso “, con i quali l’autore spiega bene perché i popoli del continente euroasiatico hanno prevalso sui loro simili. E il clima, Martinelli, centra ben poco…

  10. Caro Daniele,
    ti seguo da parecchio ma questo é il mio primo post, spero di contribuire alla discussione.
    Sinceramente la teoria dei climi, riveduta e corretta da Montesquieu in poi, non mi ha mai convinto. In questo caso sono troppe le eccezioni per poter confermare una regola.
    A parte il fatto che l’Argentina ha un clima tutt’altro che caldo, come del resto le nazioni del Caucaso, occorre dire che la democrazia é nata in Grecia, paese non certo freddo.
    La Germania, a parte la breve parentesi della Repubblica di Weimar, é una democrazia dal 1945, “consigliata” da quasi cinque milioni di morti e devastanti bombardamenti quotidiani.
    Il Giappone ha una storia democratica altrettanto recente, anche in questo caso solo grazie a una guerra persa e al diktat dei vincitori.
    Il Cile, come altri Stati, non scelse da solo di diventare una dittatura.
    L’India é la più grande democrazia del mondo (in termini di abitanti).
    E’ vero che quasi tutti i paesi africani sono retti da regimi ben poco democratici, ma é anche vero che li derubiamo, li sfruttiamo e li schiavizziamo da 500 anni; senza tutte quelle dittature il nostro tenore di vita ce lo scorderemmo.
    Infine, la democratica Inghilterra nel 1914 dichiarò guerra al Secondo Reich tedesco in nome del rispetto della sovranità  del Belgio, ma alle richieste di indipendenza irlandesi rispondeva con l’esercito.
    Mi scuso per la lunghezza del post, ma é un argomento che mi ha colpito molto.
    Cia Daniele e complimenti per il lavoro che fai!
     
     

  11. Non mi era mai passata in mente una cosa del genere, ma in effetti c’é una corrispondenza tra temperature e temperamento democratico, sebbene esistano numerose eccezioni:
    Cina, Korea, Russia, fredde o temperate ma non certo democratiche.
    O l’ Australia, piuttosto calda per lo stato democratico avanzato!

  12. Appunto se arrivano in una facoltà  psudo-scientifica come sociologia tali teorie  sai che novità …
     
    Questa trattasi di teoria da bar, e pure di periferia.
     
    Qualunque persona in grado di fare 1+1 arriva conclusioni simili.
    Io penso di esserci arrivato verso la scuola media…e sono tutt’altro che un genio. Bastava vedere una settimana i servizi dall’estero del tg1.
     
    Sono ben altre le analisi che devono essere fatte. Capire chi veramente le vuole queste situazioni.  E soprattutto perché.
     
    Sociologia anni ’90…zsté…allora stiamo apposto stiamo.
    La disciplina più contraddittoria dell’universo. Sentenziare sulla società  come se si trattasse di un sistema rispondente a leggi matematiche quando, in realtà , é palese che la stessa sia un universo il cui il singolo elemento é di per se un universo dentro un universo di universi.
     
    Sociologi ed economisti politici e/o finanziari hanno fatto il loro tempo.
    Bravi a studiare il passato ma pessimi ad individuarne regressivamente le tendenze future.
     
    turn on your brain!
     
    ZX
    ciao ex candidato idv
     
     
     

  13. Analisi interessante… e per chi ti criticasse, ricordo un corso di Sociologia all’università  negli anni ’90 in cui l’insegnante sosteneva all’incirca quello che hai scritto tu!

  14. E’ risaputo il basso livello di corruzione della caldissima russia. Anche quando era URSS oramai é noto come fossero onesti e ligi i funzionari.
     
    Per non parlare poi della corruttissima Australia in cui sono notissime le lunghissime settimane bianche fatte dai dirigenti.
    Stessa cosa vale per Hong Kong o Singapore talmente fredde e corrotte da essere giudicata quest’ultima con un livello di corruttela appena inferiore alla mafiocratica Svezia.
     
    In Serbia e Croazia per es é risaputo quanto faccia caldo sulle piste da sci.
     
    Che pena…spero il tuo sia ironico quanto il mio. Altrimenti altro che leghista. Stai molto più avanti. Da domani facciamo il partito dei meteorologi…con spinoff i metereopatici.
     
    La divisione invece tra paesi in base alla religione é molto più sensata. Per es paesi di area cattolica  e di quelli di area protestante.
     
    Se ti imbarchi in discorsi del tipo..”faceva freddo e non uscivano di casa ed erano a contatto con la rigidezza del clima quotidianamente” i salvatori della patria andiamo a cercare tra gli eschimesi…
     
    Ma poi spunta Shilvio che dice…come voi ben shapreta…io ero un pinguino.
    Pinguin di batman vi dice nulla?
     
    ZX
    ciao ex candidato idv

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