Severino Mingroni é un ex bidello laureato in biologia che da 14 anni vive su una sedia a rotelle completamente paralizzato. E’ stato colpito da una trombosi che in gergo medico si chiama Sindrome locked-in.
Severino può comunicare solamente col movimento della testa e delle palpebre degli occhi.
E’ grazie ad un computer, ad un software e all’esistenza di Internet se Severino si sente “rinato”.
Severino ha ritrovato il coraggio di andare avanti con forza e dignità da quando ha scoperto l’associazione Luca Coscioni, l’organizzazione radicale che si batte per la libertà della ricerca e della scelta individuale delle cure.
Severino Mingroni ha un blog e un indirizzo mail, che usa per far conoscere la sua incredibile storia personale e per aiutarci a non perdere coraggio di fronte alle difficoltà che la vita ci riserva.
Severino é un grande esempio umano che ci dovrebbe far riflettere. Conoscerlo di persona assieme ai suoi familiari é stata un’esperienza che ricorderò a lungo.
Scrivere a Severino e ricevere risposta é più facile di quanto si possa credere. Il suo indirizzo mail é smingr@tin.it
grande!!!!!!!
sei un esempio, anche per me.
e ovviamente l’italia non é certo uno stato laico e forse non lo sarà mai. 🙁
“A colpi di crocifisso sui Maroni.”
Fantastica sintesi per questa ITAGLIA CHE RAGLIA !
Un saluto a Severino Mingroni,non credo sia stato facile riuscire a comunicare come sta facendo anche servendosi di nuove tecnologie,spero che piano piano ciò che é impossibile diventi possibile visto che sul suo impegno e sulla sua tenacia non c’é da dubitare,in bocca al lupo!
Circa otto anni fa quando frequentavo il liceo un giorno per scherzo/provocazione io e dei miei compagni appendemmo il crocifisso al contrario. Non c’era nessuna volontà di offendere il cristianesimo o la figura di Cristo, ammesso che sia effettivamente esistito come personaggio storico, cosa di cui eravamo tutt’altro che convinti. Era semplicemente un modo per dire che l’attaccamento morboso ai simboli é fuori luogo i una società che vorrebbe essere razionale e moderna. Sarà anche stato un gesto di cattivo gusto, per alcuni, ma sicuramente non ci meritavamo tutto il casino che seguì. Personalmente credo che sia di cattivo gusto appendere al muro un’immagine di un cadevere martoriato, un immagine di tortura e di strazio. C’é un elemento di grande perversione, sadomasochismo e voyeurismo nell’abituare i bambini non solo a vedere il cadavere di Cristo, ma a convincerli fin da piccoli che lui é morto per i LORO peccati!! Sarebbe come portare i propri figli all’obitorio mostrargli un cadavere e dirgli “Lo vedi quello? E’ morto per te!”
Roba da matti!
Ti stimo moltissimo, Daniele, perché dai voce alla razionalità e alla laicità in Italia e ne abbiamo bisogno.
Una violazione ”del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le proprie convinzioni” e una violazione alla ”liberta’ di religione” dei bambini.
Con questa motivazione la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha bocciato la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche dando ragione al ricorso presentato da una cittadina italiana.
Il caso era stato sollevato da Soile Lautsi Albertin, cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 ha chiesto all’istituto Vittorino da Feltre di Abano Terme (Padova), di togliere i crocefissi dalle pareti delle aule frequentate dai suoi figli.
I vari ricorsi presentati dalla donna non erano valsi a nulla, ma ora la corte di Strasburgo le ha dato ragione con una sentenza che impone al governo italiano il pagamento di un risarcimento di cinquemila euro per danni morali alla Lautsi. asca