Un attentato da compiere a Roma ai danni dei Carabinieri per ucciderne 10 o anche 100.
E’ il 1993, periodo di piena tangentopoli e a meno di un anno dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi in politica con Forza Italia, di cui Marcello Dell’Utri, all’epoca numero uno di Publitalia, era tra i fondatori.
Il sostituto procuratore Antonino Gatto, in aula davanti ai giudici della corte d’appello del tribunale di Palermo, dice che il sicario Gaspare Spatuzza, assieme a Cosimo Grovillo, dopo l’attentato di Firenze in via Georgofili in cui morì una bambina, si incontrò a Campofelice di Croccella con Giuseppe Graviano, che gli disse di avere in ballo una situazione a Roma e che se fosse andata bene avrebbero esultato anche tutti i carcerati.

Gli attentati di Firenze, quello intimidatorio a Maurizio Costanzo e quello in cui morì il giudice Paolo Borsellino, sembrano essere segnali che la mafia lancia allo Stato, e in particolare ai fondatori di Forza Italia.
L’attentato ai carabinieri sembra inquadrarsi in una vendetta nei confronti degli allora capitani De Donno e Mori, presunti mediatori fra l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, e l’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino.

E’ Infatti in quel periodo che il boss Giuseppe Graviano si reca assieme ad un gruppo di complici a Roma per organizzare il luogo in cui far saltare in aria i militari dell’Arma, che secondo le dichiarazioni di Spatuzza doveva avere effetti devastanti e causare dai 10 ai 100 morti.
Gaspare Spatuzza nel gennaio del ’94 incontra Graviano in un bar di Via Veneto, a Roma. Graviano esulta perché dice di aver ottenuto ciò che voleva. “Abbiamo il paese in mano grazie a persone serie ed affidabili, non come quei 4 castrazzi dei socialisti” dice. Le persone nuove sono “Silvio Berlusconi e il nostro compaesano Dell’utri”. Lo cita senza dire Marcello.

Per inciso, l’attentato al pullman pieno di carabinieri nei pressi dello stadio Olimpico di Roma il 31 ottobre 1993, secondo le dichiarazioni di Spatuzza pubblicate anche su L’Espresso di oggi, fallisce per un difetto del detonatore che non si aziona.
Insomma, Antonino Gatto chiude la sua requisitoria chiedendo ai giudici di acqusire agli atti le dichiarazioni sopra citate di Spatuzza, perché dimostrerebbero la colpevolezza del senatore del Pdl.

Il clima in aula si fa rovente, le difese chiedono rinvio dell’udienza per esaminare gli atti.
Nella sua arringa l’avvocato Nino Mormino parla di processo mediatico e di inquinamento istituzionale, frase che farà  andare su tutte le furie il sostituto Antonino Gatto.
L’avvocato Alessandro Sammarco parla di azione criminosa da parte dell’Espresso che pubblica i verbali “secretati” delle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, e chiede alla corte di proteggere le regole del processo da chi cerca di forzarne il decorso con bugie di personaggi poco affidabili.

L’udienza si chiude alle 11:30, il senatore Dell’Utri che secondo i suoi avvocati avrebbe dovuto rendere dichiarazioni spontanee, non ha aperto bocca.
Si é lasciato intervistare all’uscita dall’aula rispondendo come al solito: non so, non conosco, non ne ho idea.
L’idea sembrano averla i pentiti, i Ciancimino e i papelli.
Venerdì prossimo toccherà  alle difese dare la loro versione sulle dichiarazioni di Spatuzza rilasciate nel suo processo in corso sempre qui, a Palermo.

14 pensiero su “Udienza Dell’Utri: Gaspare Spatuzza, la nuova grana”
  1. @ helena

    E’ sempre un piacere ricevere il tuo consenso! 😉

    Già  ero a conoscenza dell’idea dello pseudo MinCulPop voluto da Berlusconi per tentare di spalare tutta la merda che in questi anni sta buttando su se stesso e per diretta dipendenza di ruolo sull’Italia. Ma mi convincevo che era una delle solite stronzate sparate dal nano.

    Invece no, a quanto pare é pura realtà , il bilancio della spesa pubblica va letteralmente a “puttane”.
    E già  perché questa ennesima iniziativa che serve a parare il culo a Berlusconi la paghiamo noi, oltretutto il compito viene assegnato alla neo ministra MVB(Meretrice Votata a Berlusconi) al secolo Michela Vittoria Brambilla, il che é tutto dire.

    Ora, in un Paese che dir si voglia normale non esiste che si crei ad hoc un ufficio di propaganda per fare in modo che si coprano tutte le inettitudini, le scorrettezze e le illegalità  di un presidente del consiglio con la scusa di proteggere la crisi nel turismo; sempre perché un presidente del consiglio che ha 73 anni e gli atteggiamenti e la capacità  comunicativa di un bambino di 5a elementare continua a “sputtanare” il Paese con le sue minchiate.

    In altri Paesi era già  stato messo alla porta.

  2. invece a me sembrava tranquillo e in pace con sé stesso come sempre, un innocente che viene accusato di certe cose dovrebbe respingere molto piu fermamente le accuse, indignarsi, ma qui siamo di fronte a tanta spudoratezza che anche il piu prevedibile e ovvio sentimento di vergogna é sostituito dalla totale sfrontatezza e sfacciataggine nei confronti delle vittime della mafia, nei 2 video lo si sente ripetere che la trattativa non esiste, viene al processo giusto per rispetto alla corte, é una falsità  che molti di forza italia sono stati condannati per mafia (l’ultimo 3 mesi fa) Silvio invece alle udienze non ci andava mai, chissà  se la corte costituzionale ne ha tenuto conto al momento della sentenza sul lodo alfano-e per fortuna toglievano del tempo prezioso alla luminosa azione di governo..

  3. Che dire! Anche perché, ci sarebbe qualcos’altro da dire oltre alle miriadi di parole già  dette.

    Me lo sono chiesto sin da bambino, ma perché lo Stato non riesce a sconfiggere la mafia?

    Nel ’94 Silvio Berlusconi ed i suoi colonnelli più stretti come Marcello Dell’Utri, Cesare Previti e Antonio Martino mi danno la risposta; ufficialmente la mafia entra in politica e lo fa dalla porta principale quasi in piena legalità  e trasparenza attraverso colletti bianchi e incravattati.

    Non é un segreto che il partito di Berlusconi nacque in pratica da una costola di Fininvest ed é altrettanto chiaro il suo modo di operare. Nel ’94 un’ Italia che già  dava segni di malattia entra praticamente in coma politico.

    Berlusconi realizza un marketing in piena regola nella sua nuova veste politica, manca solo il 3X2, ed i risultati sulla massa sono subito chiari. Di lì il passo é breve. Non é dunque difficile chiarirsi le idee e darsi un ulteriore risposta sul perché la mafia non viene sconfitta, perché la mafia é politica e siede nei palazzi del potere.
    Li non si usa la lupara, gli attentati o le minacce dirette, li si arriva allo stesso risultato ma per vie più subdule e con meno clamore, dove si può camuffare bene ogni cosa per chi non é in grado di conoscere e sapere.
    Si spara sulla costituzione , si attenta alla democrazia si minaccia la libertà  di informazione. Non una sola pallottola é stata sparata ma il risultato ha la stessa furia devastante.

    Ufficialmente da 15 anni la politica sta dedicando le sue maggiori attenzioni ai problemi di un singolo uomo, una persona che ha fatto della sua vita una spugna che ha assorbito su di se tutto lo schifo che c’é in Italia facendone un modus operandi per raggiungere il potere e nel corso di questo periodo ne restituiva lentamente un pò.
    Oggi la spugna Silvio Berlusconi, spremuta da più parti, restituisce tutta la merda che ha accumulato in questi anni per sua diretta volontà  e allo scopo di giungere al potere assoluto, ne ha ricavato il massimo profitto ma adesso lo scotto non lo vuole pagare quello lo vuole far scontare agli italiani.

    Quelli che a distanza di tutti questi anni, senza iteresse diretto, ancora inneggiano a Berlusconi per me sono solo “dei poracci”.

    E’ curioso vedere come nell’Italia della libertà  d’informazione io debba andare su un Blog sconosciuto ai più (non me ne volere Daniele ma é una paragone con quello di Grillo.) per sapere di notizie che dovrebbero andare in apertura su ogni TG nazionale.
    E’ altrettanto curioso come un gruppo su FaceBook che inneggia all’uccisione di Silvio Berlusconi; e nessuno ha comprovato che lo vogliano veramente perché potrebbe essere alla stregua del colorito “ma va a morì ammazzato!”, susciti nelle fila della maggioranza di governo più scalpore e più interesse che i possibili interessi di mafia in Parlamento.Strano vero? Come pure di riflesso venga così, imbeccata, l’opinione pubblica.

    Siamo anomali? No, Forse anomali é riduttivo, siamo proprio dei coglioni.

    Il prodotto made of Silvio Berlusconi e tutto così, raccoglie tutto l’opposto dei valori di una società  civile ed onesta.
    A partire dal suo più grande megafono mediatico che é la televisione. Una diffusione costante di trash e disinformazione, con un livello culturale talmente basso che l’analfabetismo é come una laurea, dove al spettacolarizzaione di tutto ciò che non conta e non serve é all’ordine del giorno, dove le donne interpretano costantemente il ruolo di puttane di lusso in nome dell'”immagine”. Un prodotto confezionato ad hoc, gustoso e succuletto come i panini di McDonald’s e proprio come loro a lungo andare ti uccide anche se in questo caso solo mentalmente.

    L’Italia ha messo da anni la retromarcia, elettrodomestici con il marchio italiano sono ormai quasi spariti e questo é gia un male, abbiamo un artigianato che perde pezzi ed un turismo che non sà  dove sia di casa.
    Non investiamo in nulla; ricerca, sviluppo ed innovazione sono termini da vocabolario che non arrivano nei palazzi di Governo.
    E mentre i cinesi imparano a fare come gli italiani e se ne fottono delle leggi noi perdiamo anche gli ultimi fregi di quella fantomatica etichetta chiamata Made in Italy.

    Siamo un Paese sfasciato, dove l’attuale governo non solo non cerca di rimettere in sesto i pezzi ma peggio rovista tra le macerie per vedere quale pezzo gli potrebbe fare più comodo e nel caso lo rompe ulteriormente. In tutto questo le multinazionali e non solo, ovviamente, rigraziano.

    Non ho nulla per cui votare alle primarie soprattutto per questo, non cambierà  la metodologia di una vecchia guardia cementata nelle sue posizioni con un nome diverso del segretario. Tanto se il partito é contro tra 6 mesi staremo al punto di prima. Finita la buffonata delle primarie io voglio solo vedere cosa vuole fare questa cosiddetta politica dell’opposizione, se continuare a discutere su chi é la primadonna, sulle ovvietà  e i falsi moralismi o mettersi attorno ad un tavolo e dire questa e la situazione, drammatica, italiana; questa é la soluzione, dura, per il bene del Paese chi é dentro e dentro chi non lo é fuori dai coglioni. A quel punto avrà  tutto il mio appoggio.

  4. OT.

    Ieri sera mi é capitato di ascoltare la Serracchiani ospite assieme a Marino e la Livia Turco della trasmissione “Otto e mezzo”. E’ bastato un anno di frequentazioni ai più alti livelli nonché l’elezione all’europarlamento per fare della giovine promessa una valida interprete del politichese più scontato di antica memoria.
    Alla domanda: chi tra Di Pietro e Casini butteresti giù dalla rupe, la Turco, dopo vari tentennamenti, ha fatto capire che per quel che riguarda il lavoro parlamentare Lei si é trovata meglio con il partito di Cesa e Cuffaro. Marino ha fatto sapere l’esatto opposto mentre la Debora, bontà  sua, sì é rifatta al solito giochino delle alleanze programmatiche. Quelle che, per sapere se sei carne o pesce, devi prima chiedere allo chef. Francamente, per avere un partito incapace di rispondere con un si o con un no ad una qualsivoglia domanda, bastava e avanzava il Pd che ho fin qui conosciuto. Che tristezza vedere questi giovani cuccioli contagiati dal cattivo esempio degli adulti. Ma il bello doveva ancora arrivare perché alla domanda se fosse giusto o meno mantenere contemporaneamente più di una carica (la dolce Debora oltre che essere europarlamentare si candida alla guida del PD nel Friuli V.G.) la giovine si é esibita in un salto acrobatico degno della Carolina Costner e la Tania Cagnotto messe assieme.
    Un doppio Tolup carpiato seguito da un triplo Axel con avvitamento. Moltiplicazione delle cariche? Yes, we can.
    Non c’é che dire, le nuove leve sono pronte a sostituire il vecchio. Resto straconvinto che Marino sia l’unica soluzione praticabile per poter cambiare i connotati a questa opposizione farlocca.
    Daniele, cosa aspetti ad intervistare la dolce Debora?

  5. Scusami l’OT Daniele, ma desidero complimentarmi con i “cugini” francesi.
    In Francia l’opinione pubblica esiste, beati loro… e ben rappresentata da stampa e tv.
    Clientelismo e nepostismo, concetti “normali” qui in Italia, (vedi Mastella e non solo) vengono duramente osteggiati dai francesi.
    Decine di migliaia di firme raccolte, giornali inondati da mail di protesta, cortei. Anche i politici, di destra e sinistra, hanno fatto sentire il loro dissenso e sicuramente anche i “sarkosyani” che non sono come i nostri berlusconiani… e il caro figliolo di Sarkozy ha rinunciato al suo favoloso posto alla Défense.
    Una delle tre parole del loro famoso motto é EGALITE’ e non a caso sono il popolo della rivoluzione del 1789.
    Quello si che é un paese civile e democratico, dove la gente, tutta, si fa rispettare dai propri “dipendenti”.
    Che invidia! W la France!

  6. Ripeto quello che ho scritto nel post precedente:
    spero tanto che questa volta finalmente dopo 17 anni giustizia sia fatta.
    Magistrati, giudici, fate il vostro dovere, non fatevi intimorire!
    Falcone e Borsellino e tanti altri che sono morti per difendere la legalità  meritano di riposare in pace.
    E noi, oggi, meritiamo la “scomparsa” di un mafioso, corruttore, evasore, ecc… con i suoi degni compari, per far si che questo paese non venga completamente devastato, distrutto e annientato.

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