Tribunale di Milano, seconda udienza del processo d’appello a carico dell’avvocato inglese David Mills, imputato in corruzione in atti giudiziari, reato per il quale é stato condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi per aver ricevuto 600 mila dollari da Silvio Berlusconi al fine di tacere ciò che sapeva nell’ambito dei processi sui diritti televisivi, oggi é toccato alle difese deporre per tentare di smontare le tesi dell’accusa, che nell’udienza di venerdì scorso, per voce di Laura Bertolé Viale, aveva chiesto la conferma della condanna.

Durante le 6 ore di arringa nell’aula priva di luci per un guasto all’impianto elettrico, l’avvocato Federico Cecconi ha chiesto la presenza di Silvio Berlusconi, a differenza dell’accusa che venerdì scorso aveva ritenuto superfluo l’intervento in aula del presidente del consiglio.
Cecconi ha cercato di smontare le tesi dei movimenti di denaro dicendo che non esiste prova che Berlusconi abbia effettivamente pagato Mills, e che comunque non é provato che siano causa di corruzione.

La prossima udienza sarà  lunedì 19, dopodiché, salvo sorprese, é prevista la sentenza martedì 27 ottobre.
Per quel giorno, forse, Niccolò Ghedini, Piero Longo e Angelino Alfano, avvocati e deputati del presidente del Consiglio, potrebbero aver approvato qualche decreto d’urgenza come quello del legittimo impedimento che non impedirebbe ai giudici di concordare con Berlusconi le date delle udienze compatibili con i suoi impegni politici, ma non é escluso anche una nuovo decreto blocca processi piuttosto che una prescrizione lampo.

Non a caso la mossa di Cecconi di chiedere la presenza di Berlusconi in aula potrebbe celare la volontà  di aumentare le possibilità  che la prescrizione arrivi anche per David Mills, prevista per il prossimo aprile. Sentenza do cassazione permettendo.





9 pensiero su “Processo Mills, la difesa: “Berlusconi venga in aula””
  1. Cosi i tre farabutti pagati con i soldi del contribuente faranno lavoro per il nano anziché per lo Stato….
    un’altra vergognosca scenetta del PARTITO DELLE LAIDITA’

  2. DAL BLOG DI PIERO RICCA

    Siamo in pieno maccartismo. La caccia all’uomo non é aperta contro i sospetti comunisti, come nell’America degli anni cinquanta. Ma contro coloro che nell’esercizio della propria libertà  di opinione o nello svolgimento della propria funzione professionale risultano sgraditi al gruppo di potere capeggiato da Silvio Berlusconi. Il network operativo ormai ha meccanismi collaudati: a sua disposizione servizi segreti, giornalisti di corte, commissioni parlamentari, uffici mnisteriali, membri governativi del Csm, avvocati su misura, declamatori televisivi, calunniatori professionali più uomini di fatica fuori scena per le iniziative speciali. Sono le nuove squadracce fasciste. Non usano l’olio di ricino ma la diffamazione. C’é un’unica regia, che prende ordini direttamente dal capo. Per annullare le ragioni di chi si avverte nemico se ne uccide la reputazione pubblica e lo si costringe a difendersi da false accuse. I “nemici” del padrone – giornalisti, magistrati, uomini di cultura, attivisti, artisti, oppositori dalla schiena dritta, più qualche testimone di giustizia – devono apparire tutti loschi, disonesti, falsi, ideologicamente orientati e deviati, dalla vita privata disordinata, privi di credibilità  se uno li conosce bene. L’accanimento é massimo con chi non può difendersi. La propaganda si unisce all’intimidazione: chi oserà  remare contro la prossima volta? Il penultimo fu Dino Boffo, colpevole di aver flebilmente criticato il duce: distrutto non per le sue idee, ma per un suo errore privato strumentalizzato ad arte. L’ultimo – almeno per ora – é Riccardo Mesiano, il magistrato che giudicando in sede civile la causa Cir-Mondadori ha condannato la Fininvest al risarcimento di 750 milioni. “Su questo ne sentirete delle belle”, aveva annunciato il capo. E infatti. Gli si imputa di aver parlato di politica con gli amici in un ristorante tre anni fa, di aver rinviato al 2011 una causa civile, di essere stato promosso dal Csm dieci giorni dopo la decisione sgradita, lo si mette alla berlina in momenti di vita privata ritraendolo come un eccentrico, malvestito, tabagista accanito, inadatto alla professione di magistrato. Si ventila che la sentenza non l’abbia scritta lui, ma gli avvocati di De Benedetti, come se fosse un Vittorio Metta qualsiasi. Chi sarà  il prossimo? Forse Roberto Saviano (qualcuno già  dice che non merita la scorta), se salirà  ancora su un palco in difesa dell’indipendenza della cultura e dell’informazione: un chiaro segno di ostilità  al governo, secondo il network maccartista. Solidarietà  al giudice Mesiano, in fiduciosa attesa che il garante della Costituzione trovi il coraggio di parole chiare, prima che le squadracce ricevano l’ordine di accanirsi definitivamente su di lui.

  3. lo scoop “giornalistico” di sallustio et c. sul giudice Mesiano mi ha attassato. non immaginavo che personaggi simili potessero toccare il fondo con tanta leggiadria e spregiudicatezza e poi far passare il tutto nel frullatore della loro ignoranza per dare in pasto a lettori cerebrolesi questo popò di notiziona: il giudice indossa calzini turchesi. ADDIRITTURA. da venir espulso dall’ordine dei magistrati per cotanto impudico orripilante gusto.
    ma ci vogliamo svegliare ca%%o? Daniele, ti prego, nei tuoi raid capitolini se ti capita di incocciare nei giornalai di canale 5 o del giornale, falli neri, anzi controlla il colore dei calzini e diffamali

  4. Speriamo bene…
    Questo processo é troppo importante e deve servire come esempio per screditare le presunte innocenze (di tutte le accuse di tutti i processi) di Berlusconi agli occhi di tutto il mondo.
    E talmente ovvio che c’é il corrotto Mills e il corruttore Berlusconi. D’altronde Mills si autoaccusò con la famosa lettera al suo commercialista per pararsi il sedere in caso di controllo del fisco inglese. Più prova di così…
    Lo sanno e hanno paura. Troveranno mille modi per far si che vada tutto in prescrizione, sia per il corruttore che per il corrotto, e così facendo sarà  come se il processo “non sia mai esistito”.
    Speriamo bene…

  5. Che brutta razza, questi avvocati. Ho sentito bene, “alveo del processo”? (???)
    Divertente la richiesta di sentire Berlusconi, che notoriamente ama partecipare alle udienze, così che possa spiegare che i soldi a Mills non li ha mica dati per corromperlo…
    Spero che ti sbagli, Daniele, sulle manovre prossime venture dell’orrida triade, ma temo tu non sia troppo distante dalla realtà .

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