“Siamo stufi delle bugie e delle cazzate che scrivono i giornali”.
Sono alcune delle frasi che urla un ragazzo straniero, vestito con pantaloni a pois, dalla cima di uno stabile cantierizzato nel centro di Brescia.
Il giovane lancia strali contro il sistema politico italiano e minaccia di buttarsi nel vuoto. Ma per fortuna non lo fa.
Le immagini, girate da un ragazzo del meetup di Brescia, rappresentano uno spaccato degenerato della crisi economica.

16 pensiero su “Un disoccupato minaccia di buttarsi nel vuoto”
  1. Come te’ho perso il lavoro,al contrario di te’ non minaccio di buttarmi anche xke’ ho tre’ figli e un mutuo da pagare,non mi butto,perche’ i miei figli devono mangiare,e da due mesi nulla ne stipendio ne cassa integrazione,ma questo non frega a nessuno,solo se minacci di buttarti,ma io non mi butto,anzi butterei coloro che ci portano a questo,un metalmeccanico cassaintegrato senza paga,ma non molla….

  2. Sono d’accordo con chi dice che questa assomiglia molto ad una sceneggiata.Questo ragazzo invece di attirare gente in questo modo,che vada a fare il muratore come fanno molti rumeni come lui.
    Le imprese edili cercano sempre qualcuno. Nella vita bisogna sapersi addattare,come faccio io.

  3. Salve a tutti.
    Rispondo a Chicca: sulla macchina a primo impatto si leggeva la sigla DNA, poi avvicinandomi dopo il fattaccio sono riuscito a leggere qualcosa. Praticamente questo uomo era un padre che pretendeva di fare un test del DNA per dimostrare la paternità  dei suoi quattro figli e che c’era qualcuno o qualcosa che glielo impediva.
    Evidentemente leggendo il resto sarei riuscito a capire perché lo volevano spostare e soprattutto a chi desse fastidio. Era a pochi metri dall’entrata della città  del Vaticano con le guardie svizzere e c’erano un sacco di fedeli devoti che percorrevano quella strada: io un’ipotesi me la son fatta.

    Rispondo a Massimo ed interessati: ho consultato un mio amico avvocato di Milano che dopo una breve ricerca mi ha riportato l’articolo di legge inerente alla situazione. Ebbene:

    Legge 22 aprile 1941 n. 633

    Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio
    Art. 97

    Non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell’immagine é giustificata dalla notorietà  o dall’ufficio pubblico coperto, da necessità  di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o colturali, o quando la riproduzione é collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico.

    Il ritratto non può tuttavia essere esposto o messo in commercio, quando l’esposizione o messa in commercio rechi pregiudizio all’onore, alla reputazione od anche al decoro della persona ritrattata.

    E’ un duro colpo scoprire di persona che chi dovrebbe tutelarci dall’illegalità  é fautore dell’illegalità . L’importante é che ci siano sempre persone come noi e che siano sempre pronte a far sentire la propria voce.
    Grazie ancora, Alessio.

  4. @ Alessio,

    neanche a farlo apposta, oggi, leggendo Le Monde, sono arrivato ad un blog che discuteva degli scontri a Strasburgo…e ho letto la tua stessa domanda fatta da un francese. Anche la loro polizia non vuole che vengasno ripresi/fotografati. EWvidentemente hanno paura di rappresaaglie? Agiscono anche loro impuniti? Troppe conti cominciano a non tornare…Berlusconi / Sarkozy …mi preoccupo. Anche li la domanda se ci fosse una legge…se rimango “agganciato” vedo se qualcuno gli risponde.

    @ Luciano, effettivamente il fatto che si sentisse molto piຠchiaramente la voce del “protestatore” fà¡ pensare a qualcosa di poco spontaneo (anche se giustificato).
    Saluti.
    Massimo

  5. buonasera daniele sera blog
    mi ha molto incuriosito l’episodio vissuto da Alessio soprattutto perché vorrei sapere cosa era scritto su quella macchina accerchiata dalle forze dell’ordine
    nn mi meraviglia invece l’atteggiamento dei poliziotti nei confronti del nostro amico perché proprio oggi il mediatore pubblico internazionale ha annunciato, neanche tanto velatamente, che si dovrebbe censurare certa stampa che continua a ridicolizzare il suo operato, senza pensare neanche per un minuto, che é lui il sabotatore di se stesso con le sue gaffe vere o presunte e non chi riporta quel comportamento volgare ed arrogante che, in quanto ns rappresentante, ci rende unici comici e cabarettistici.
    vi abbraccio con fraterna solidarietà 

  6. Triste davvero, tutto questo, soprattutto perché quello che oggi é un caso isolato nella sua tragicità , presto potrebbe essere un fenomeno più esteso.
    Io spero di no, ma nei prossimi mesi né succederanno di tutti i colori…

  7. gli altri paesi europei hanno ovviamente i loro grossi problemi, ma qui la situazione é decisamente peggiore…
    buona fortuna alla gente onesta, sperando che questo regime infame finisca presto…

  8. Come mai si sentiva nitidamente quello che diceva il
    ragazzo, e non quello che diceva l’altro interlocutore?
    Sembrava avesse addosso un microfono.
    Non é che fosse tutta una sceneggiata?
    Comunque, non si può che essere d’accordo con Francesco: ma contutti i paesi che ci sono ha scelto proprio il paese
    peggiore d’europa.
    Quanti tra di noi potendo, non se ne andrebbero da
    questa italietta?

  9. Buongiorno blog. Il video é di una tristezza infinita, specie se moltiplichiamo quella disperazione per tutte le altre decine, centiania di migliaia di persone nella stessa situazione.
    Il racconto di Alessio dà  i brividi. Spero che qualcuno gli sappia rispondere nel merito.

  10. Ciao Daniele,
    stamane sono stato a San Pietro ad assistere alla manifestazione con degli amici. Una bella giornata di sole con tanta gente che sorrideva e sembrava non avere problemi a cui pensare. Dopo un pò ho perso la voglia e me ne sono andato salutando i miei amici.
    M’avvio per Via di Porta Angelica con la mia macchina digitale fin quando noto un gruppetto di carabinieri vicino ad una macchina. Mi fermo ad una decina di metri da loro e cerco di decifrare la situazione. C’é un uomo con un’automobile parcheggiata regolarmente, che ha appoggiato su di questa dei cartelli e dei panni con delle scritte sopra, neanche troppo visibili. Era una semplice persona con una macchina parcheggiata con degli stracci con delle scritte rosse che non davano fastidio a nessuno.
    Osservando bene vedo che oltre ai tre carabinieri che gli parlavano, riesco a distinguere almeno altri due agenti in borghese.
    Da quello che sono riuscito a capire volevano che questo si spostasse e che se proprio voleva rimanere si poteva mettere qualche metro più avanti vicino all’incrocio di una piccola strada, dove era meno in vista in quanto li era in mezzo al traffico dei fedeli che andava a vedere messa del papa.
    A questo punto scatto un paio di foto ad una bancarella li vicino e questo attira l’attenzione di uno dei due poliziotti in borghese con la ricetrasmittente che mi comincia a fissare. Decido di scattare una foto alla scena che mi sono trovato davanti qualora volessi scoprire su internet la storia di questo signore e il perché di quei cartelli visto che la presenza del gruppetto dei carabinieri ostruiva la visione.
    Alla seconda foto scattata il poliziotto n°1 in borghese mi si incammina contro senza indugi. Era un Vincent Cassel in giacca e cravatta. “Che stai facendo?” mi chiede. “Niente. Scatto foto.” rispondo serenamente. “Non puoi farlo.”, “Perché no?” gli dico io. A questo punto entra il secondo poliziotto in borghese che chiede al collega se si tratta di una fotocamera digitale. Il collega risponde di si, alché mi si avvicina anche l’altro e mi dice che devo cancellare le foto. A questo punto meravigliato di tutta questa attenzione gli chiedo chi sono e di farmi vedere il distintivo. Mi rispondono e uno dei due mi mostra il distintivo. A questo punto gli mostro il display delle foto e il secondo agente mi dice quali cancellare. Io, da giovane studente senza malizia nei confronti nelle forze dell’ordine pubblico, m’appresto a cancellarle ma gli faccio una precisazione dicendoli che le cancellavo perché non volevo creare problemi ma che comunque la legge dice che sarebbe stato un mio diritto conservare le foto purché non le pubblicassi o le usassi per scopi commerciali.
    Il secondo agente si sente colpito da ciò e mi risponde che io non posso prendere immagini della polizia mentre é in azione, in poche parole non si possono scattare foto ai carabinieri. Gli rispondo che non sono sicuro di questo fatto e lui di ripicca mi risponde che é un mio dovere conoscere le leggi e che ora mi potrebbe denunciare per “presunzione alla conoscenza della legge” o una insinuazione simile, insomma un reato inesistente per quello che ne sò io e per quello che dovrebbe essere.
    L’altro agente intanto continua dicendomi che avrebbero sequestrato la macchina fotografica. Cerco di raffreddarli dicendogli che non ho presunto nulla e che non conoscevo una legge del genere e che non c’era bisogno di sequestrare la fotocamera in quanto non c’erano più foto.
    L’agente n° 1, quindi, mi chiede “Sei un giornalista?”. “No” rispondo io “sono un cittadino normale”.
    “Documenti” dice l’altro agente. “Prego” gli do i documenti e si prende le mie generalità  su un foglietto di carta.

    E’ possibile sapere se esiste una legge del genere? Perché non posso scattare due foto a delle persone che esercitano un servizio pubblico? Forse stavano facendo qualcosa che non avevano il diritto di fare? Questa situazione é o non é abuso di potere aggravato con minaccia di denuncia?

    Oggi ho capito le ingiustizie dell’arroganza istituzionalizzata e questo mi deprime.

    Nel buio di questa situazione però ho sorriso quando ho immaginato che tutto quel fiume di gente che andava ad ascoltare il papa, si fosse fermato davanti quella macchina e avesse difeso me e quell’uomo, soprattutto, da tale ingiustizia.

    Grazie per il tempo, Alessio.

  11. Che dire,caro Daniele! Nella sua disperazione il ragazzo é molto lucido ed a me sorprende il fatto che molti degli stanieri in Italia,con i quali ho dialogato,siano piu’ consapevoli,piu’ dignitosi ,a volte,e piu’informati degli Italiani stessi.

  12. il fine giustifica i mezzi !
    l unico torto che do a questo ragazzo, e di aver scelto l italia come posto per vivere!
    caro fratello rumeno, ma che cazzo ci sei venuto a fare in italia?
    devi sapere che in italia non ce gustizia per gli italani stessi , figurati per gli extracomunitari e anche i comunitari europei.
    caro fratello , ( perche tutt noi siamo fratelli, senza dstinzione di sesso razza e religione) , l unica cosa preziosa che posso darti e un consiglio: scappa dall italia fin che sei in tempo! puoi andare in qualsiasi altro paese dell europa, dove e la stessa merda attenzione, pero la vivi con un pizzico di dignita in piu solo per il fatto di non essere in italia! e te lo dice un italiano che gia da 6 anni che e scappato dall italia!
    in bocca al lupo a te e a tutti noi!
    ciao .

  13. Vendita di massa di sentenze di Commissioni Tributarie

    Dati statistici notori e vox populi in tema di vendita di massa delle sentenze ad opera di buona parte dei giudici delle Commissioni Tributarie – Avv. A.L. Marra, 25-03-2009
    Diritto di comprare le sentenze se si consente che i giudici le vendano. Diffusissimi quanto gravissimi rapporti di parentela tra giudici tributari ed avvocati di Equitalia, e necessità  di chiarire con i processi il ruolo che ciò ha negli “orientamenti” della “giurisprudenza” tributaria. Necessità  di interrompere l’attività  di Equitalia data l’inestricabilità  del groviglio di violazioni che connotano il suo operato da ogni angolazione. Criminalità  della tassazione stante il signoraggio bancario. Necessità  di battere in sede politica e giudiziaria e portare allo scoperto quella parte della magistratura e dell’apparato ministeriale, poliziesco ed esattoriale, che costituisce il principale baluardo del crimine del signoraggio bancario e del conseguente crimine della tassazione.
    http://www.marra.it/documenti/visualizza_doc.php?docu=1698.pdf

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