L’odierno 63esimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, assume un significato molteplice non soltanto per il suo valore tradizionale e per la raccolta firme nelle piazze organizzata da Beppe Grillo, ma anche perché da oggi, in alcune regioni come la Toscana, l”Umbria e la Calabria inizia la distribuzione gratuita degli Scec, banconote complementari all’Euro che potranno essere usate per pagare generi di prima necessità  a fianco della valuta tradizionale.
E’ l’inizio della liberazione dall’Euro a corso forzoso, l’unica (per ora) che può allontanare lo spettro della guerra al saccheggio che si profila presto per l’Italia, com’é accaduto in Argentina qualche anno fa.
La diffusione e l’utilizzo di banconote che non creano debito pubblico potrebbe iniziare a minare la lobby di falsari legalizzati, monopolisti battitori di moneta a debito forzato.
Per illustrare il progetto ho invitato in trasmissione uno dei fondatori, Marco Saba che é venuto assieme ai suoi colleghi Fausto Tomaselli e Gaetano La Legname.
Torneranno in studio in maggio per raccontare come si starà  evolvendo l’inserimento di queste banconote, ormai imminenti anche in Lombardia.
Serve fiducia da parte di tutti: consumatori, negozianti ed imprenditori.
Per saperne di più cliccate sul sito di arcipelagolombardia inserito anche tra i link a destra.

18 pensiero su “Scec in cash contro il caro Euro”
  1. Quando lo Stato esercitava la sovranità  monetaria: biglietti di Stato a corso legale
    Tratto da: “La banca, la moneta e l’usura”, di Bruno Tarquini, ed. Controcorrente

    La rinuncia dello Stato alla sovranità  monetaria
    Visto su http://saba.fateback.com/articoli/bigliettidistato.html

    Contrariamente a quanto accade nel rapporto tra Stato e cittadini con l’emissione dei titoli fruttiferi, in quello che viene a stabilirsi tra Stato e la Banca Centrale, con l’emissione della moneta bancaria (banconota), si coglie in tutta la sua drammaticità  la rinuncia da parte dello Stato alla sovranità  monetaria ed al conseguente esercizio del potere di “battere moneta”; si avverte sopratutto la stranezza di una situazione che poteva trovare una valida giustificazione in altri tempi, quando la moneta aveva un proprio valore intrinseco perché costituita da pezzi coniati in metalli pregiati, o quando essa, pur rappresentata da simboli cartacei, aveva tuttavia una copertura nelle riserve auree o argentee delle banche: allora era frequente che il re o il principe (cioé lo Stato), non avendo a propria disposizione risorse finanziarie (metallo pregiato) per sostenere, ad esempio, le spese di una guerra, ricorresse ai banchieri per ottenere i necessari prestiti. Ma nell’attuale momento storico, in cui la moneta é costituita soltanto da supporto cartaceo, privo di qualunque copertura aurea o valutaria, non si comprende la ragione per la quale lo Stato debba richiedere ad un apposito istituto bancario privato il mutuo, sempre oneroso, di banconote create dal nulla e prive quindi di ogni valore intrinseco, trasferendogli in tal modo, con la sovranità  monetaria, non solo il potere di emettere moneta, ma anche il governo di tutta la politica monetaria, attraverso il quale, come si é già  esposto, non può non influirsi in maniera assolutamente determinante su tutta la politica economico-sociale del governo nato dalla volontà  popolare. Per ricorrere ad una esemplificazione estrema, ma, comunque sia, idonea a far comprendere l’entità  del problema, non si capisce perché non possa essere posta in circolazione moneta statale (biglietto di Stato) anziché moneta bancaria (banconota), dal momento che, tanto, sia l’una che l’altra non sono garantite da alcuna riserva aurea o valutaria.

    Peraltro é bene sapere che lo Stato, oggi, per mezzo dei propri stabilimenti della Zecca, provvede alla creazione ed alla messa in circolazione di tutta la monetazione metallica, del cui ammontare (anche se di modestissimo valore rispetto a tutto il circolante cartaceo di banconote) esso non é debitore di nessuno, tanto meno della [ndt: privata] Banca d’Italia. Così come, fino a pochi anni fa, provvedeva, nello stesso modo, alla creazione ed alla messa in circolazione di carta moneta di cinquecento lire e, prima ancora, anche di mille lire [1], neanche in relazione delle quali ovviamente sorgeva in capo allo Stato alcuna obbligazione di restituzione né di pagamento di interessi, poiché di esse lo stesso Stato non si indebitava, provvedendo direttamente alla loro creazione ed alla loro immissione in circolazione.
    Questo dimostra, dunque, che lo Stato avrebbe i mezzi tecnici per esercitare in concreto il potere di emettere moneta e per riappropriarsi quella sovranità  monetaria che gli permetterebbe di svolgere una politica socio-economica non limitata da influenze esterne, ma soprattutto liberandosi di ogni indebitamento [2]. E’ questo, senza alcun dubbio, il più grave problema che il mondo, al di là  e al di sopra di ogni divisione politica, deve affrontare e risolvere; ma intanto si sarebbe già  fatto un grande passo avanti, se esso prendesse coscienza di questo problema e ne comprendesse la decisività ; dalla scelta, consapevole e meditata, tra una soluzione e l’altra del problema della sovranità  monetaria, dipenderà  la sorte della nostra civiltà  [3].

    Note:
    [1] Di questa carta-moneta riproduciamo nella pagina seguente querlla da cinquecento lire: come si vede, essa, diversamente dalle banconote, porta l’intestazione della “Repubblica Italiana”, é denominata “Biglietto di Stato a corso legale”, non risulta “pagabile a vista”, é firmata da funzionari statali (il Direttore Generale del tesoro ed il Cassiere speciale) e reca il visto della Corte dei Conti.
    [2] Che esistano in circolazione due tipi di moneta é dimostrato dal fatto che nelle stesse tabelle della Banca d’Italia relative al denaro in circolazione, viene contabilizzata solo la “moneta del settore non statale”, vale a dire la moneta del settore bancario, cioé il volume di banconote emesse in prestito allo Stato.
    [3] Ci sarà  pure un motivo perché in Italia circolino due tipi (“settori”) di moneta: da una parte quella metallica (e fino a qualche anno fa i biglietti da mille e cinquecento lire), che lo Stato crea e mette in circolazione senza indebitarsene, e dall’altra, quella costituita dalle banconote, creata e messa in circolazione dalla Banca d’Italia e di cui lo Stato (il popolo) si indebita. Il lettore é forse già  in grado di comprendere tale motivo, ma già  é molto che egli sia portato a conoscenza della singolare bipartizione. [ndt: con la truffa della riserva frazionaria, si ha un ulteriore signoraggio sottratto allo Stato, quello scritturale: quello dei depositi “a vista” e delle aperture di credito]

  2. La Lira Siciliana – L’altra Sicilia, 10 Giugno, 2008
    Lira siciliana
    Le lire siciliane che tanto avevano terrorizzato l’economista Einaudi, avrebbero, dunque, dato ai governi siciliani i mezzi per sviluppare l’economia dell’Isola e sconfiggere così la sua centenaria disoccupazione, ma soprattutto i mezzi per non dipendere economicamente e politicamente dal governo italiano
    http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=5197

  3. x Nardone

    Il progetto e’ gestito da un’associazione senza fini di lucro e completamente indipendente da partiti politici o altre organizzazioni. I soci dell’associazione sono TUTTI gli aderenti al circuito fornitori di servizi e/o prodotti e ognuno ha facolta’ di voto all’interno dell’associazione.
    Di conseguenza non e’ corretto affermare che un gruppo di privati stampera’ moneta, piuttosto in questo caso e’ la comunita’ stessa che di comune accordo decide di gestire direttamente una parte della ricchezza locale da essa prodotta.

    Riguardo alle banche non sarei cosi’ sicuro che sia nel loro interesse boicottare questo progetto. Si tratta del resto di buoni locali da spendere in % con gli euro e non monete vere e proprie. Se l’economia locale trae giovamento ed ossigeno da questi buoni anche le banche avranno il loro tornaconto, se invece si continuera’ nel peggioramento costante dell’economia visto negli ultimi anni, allora rimarra’ ben poco da lucrare anche alle banche…

  4. Non preoccuparti Nardone: saranno le banche a “farli fuori” questi “ragazzi” se il loro sistema dovesse prendere troppo piede. Non c’é pericolo che gli SCEC diventino “universalmente accettati”.

    Comunque, non ho capito una cosa.
    E le tasse?
    Questi buoni spendibili di fatto permettono un’evasione delle tasse.
    E’ dunque questo il vantaggio per la comunità ?

  5. Sì, fino a quando l’ammontare totale degli SCEC sarà  pochino e le adesioni saranno circoscritte a pochi esercizi commerciali i ragazzi del gruppo che li stampano e li distribuiscono non ne trarranno alcun vantaggio. Ma cosa succederebbe se questo sistema fosse universalmente accettato in Italia? A stampare gli SCEC dovrebbe essere una rappresentanza che sia espressione della volontà  del popolo, e questi ragazzi del gruppo SCEC non lo sono, diventeranno come le Banche: privati che stampano e distribuiscono moneta. Non va bene… per adesso mi fido di loro, ma poi chi mi dice che il denaro non dia loro alla testa?

  6. Mi associo,buon 25 Aprile a tutti, vi auguro di trascorrere una bella giornata, in compagnia di persone con cui possiate condividere le stesse passioni e gli stessi ideali.

  7. buongiorno daniele e buongiorno a tutti gli amici del blog auguro a tutti un buon 25 aprile e a quelli che vanno in piazza…..in campana ragazzi ricordate che il programma del nuovo governo é imperniato sulla “sicurezza” ed é molto probabile che cerchino il pretesto per manganellare

  8. Ma é davvero questa la banconota?Consiglio a TUTTI di andare su youtube e digitare :messaggi subliminali.Tra tutti quelli che troverete scegliete quelli di marcpoling e menphis75(se entrate nelle loro pagine dedicate cliccando sul loro nome,ne potrete trovare moltissimi).Guardatene un pò…e capirete subito che se le banconote sono queste c’é poco da star tranquilli.Oggi é la festa di liberazione…ma purtroppo la libertà  ce la stanno portando via ora dopo ora.Se dedicherete un pò del vostro tempo alla VERA ricerca di sapere,avrete forse gli strumenti per contrattaccare.

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