La news non riguarda un trasferimento da carcere a carcere, ma la carica di direttore generale.
Pietro Caltagirone é stato infatti nominato direttore generale dell’ospedale San Matteo di Pavia, nomina avvenuta per opera della Giunta regionale lombarda presieduta dal Governatore Roberto Formigoni (Forza Italia) il quale lo scorso 6 settembre dichiarava che “in Regione Lombardia la politica decide guardando soprattutto la qualità , non le appartenenze†.
Ebbene, dopo la predica ecco la razzola: Pietro Caltagirone, già direttore generale dell’ospedale di Lecco e amico proprio di Roberto Formigoni, vanta una condanna a 2 anni di reclusione per abuso d’ufficio e falso ideologico risalente al 2002, quando ricopriva la stessa carica all’ospedale Niguarda di Milano.
La Procura meneghina aveva accertato un danno erariale di 2 milioni e 386 mila euro, frutto di un appalto gonfiato che aveva favorito l’assegnazione della gestione dell’impianto di informatizzazione dell’ospedale alla Medical SPA di Novedrate (Como), avvenuto nel 1999.
Tra i 10 membri del gruppo, oltre al capo dell’ufficio approvvigionamenti Diego Schimmenti concorde nel firmare la delibera gonfiata, ci fu il rifiuto del responsabile acquisti Niccolò Ferraloro che per questo motivo fu trasferito, e solo dopo una causa di lavoro fu reintegrato negli uffici dell’ospedale milanese di Niguarda (da qui il rinvio a giudizio per falso aggravato e abusi continuati per Caltagirone, Schimmenti ed Eugenio Cremascoli, titolare della NGC).
Prima di essere trasferito all’ospedale di Lecco, a fine 2002, il manager siciliano prorogò il contratto alla NGC fino al 2006, azienda che nel frattempo ha concluso contratti uguali con i più importanti ospedali milanesi: il Sacco, il San Carlo e il San Paolo.
Pietro Caltagirone insomma, fa parte di quella casta che ha adottato il sistema degli appalti gonfiati, entrato in voga dopo l’era di Tangentopoli, prima della quale si usava passarsi direttamente le mazzette di soldi di mano in mano. Infatti, oggi gli imprenditori non hanno più bisogno di pagare tangenti per ottenere favori, ma entrano in un sistema automatico fatto di nomine pilotate e appalti truccati.
Questo per dimostrare che un sistema delicato come quello sanitario é gestito non tanto per offrire un servizio ai cittadini, ma per arricchire gli “amici†imprenditori, e in qualche caso anche gli stessi dirigenti.
Ultima chicca: Pietro Caltagirone ha querelato per diffamazione Piero Ricca perché si era permesso di ricordare ai convenuti di una serata il suo curriculum giudiziario.
Ne era seguito un tentativo di conciliazione rifiutato dallo stesso Ricca e del quale non so come sia finita.
Chiudo il post di oggi pensando com’é ironico vedere Pietro Caltagirone planato proprio a Pavia! La città di Elio Veltri di cui fu sindaco negli anni ’70, uomo divenuto simbolo dello sdegno contro la politica dei condannati e dei conflitti d’interesse…
[…] privato della Terme di Salice spa. Al suo posto Abelli vuole imporre Pietro Caltagirone, – qui un articolo di Martinelli a riguardo -che tecnicamente é un pregiudicato: condannato con sentenza […]
gran bell’articolo. Penso ti prenderò da spunto…
Caro Daniele,
sono il co-querelato con Piero Ricca dal pregiudicato Caltagirone!
Ti invito per questo, se ne avrai voglia, a farti un salto sul nostro nuovo sito :
http://www.quileccolibera.net!!
Un abbraccio,
Duccio Facchini da Lecco.
Mantenerla o meno questa CASTA e questi PRIVILEGI di CASTA?!
Guardatevi l’amerregano di Palermo Jhonny RAIotta rimproverare dal pulpito del TG1 a Grillo il suo ATTACCO(a mezzo blog e V-Day per una LIBERA INFORMAZIONE)ai MEDIA e ai GIORNALISTI SERVI dei loro PADRONI EDITORI e dei POLITICI di RIFERIMENTO
http://www.youtube.com/watch?v=pBJLhFEOlfE&feature=related
eppoi guardate cosa ha mandato in video il New York Times che tanto ha fatto SCANDALIZZARE i POLITICI e i loro SERVI dal MICROFONO e PENNA facile.
http://www.youtube.com/watch?v=2mcNjGfxjlI&feature=related
a voi il giudizio finale se é il caso di MANTENERLI a REGIME di CASTA o se é venuta l’ora di RIDIMENSIONARLI(GIORNALISTI e loro EDITORI)ad uno STATO più CONSONO. Checché ne dica Piero Ricca.