Il partito democratico, panacea di tutti i mali della sinistra, nel suo nuovo che ci avanza partorisce nomi e cognomi che danno di raffermo.
Dopo i Cappeddazzo, (rimando in merito al post del 16 novembre scorso) e il padre nobile capo clan Ciriaco De Mita, arriva anche Giuseppe!
Il figlio di Michele, fratello proprio di Ciriaco, già direttore generale della Gea dei Cragnotti, dei Tanzi e dei Moggi, già capogruppo margheritino in provincia di Avellino, Giuseppe De Mita ha assunto la carica di coordinatore provinciale come premio al plebiscito irpino, risultato di un’ispirazione spinta proprio dal nipotino a far votare molti elettori di quella zona l’attuale segretario campano del Pd, Tino Iannuzzi.
Insomma, Ciriaco De Imita persegue nell’occupazione familiare delle poltrone del sottobosco politico come fa da 50 anni a questa parte. Ha cambiato il vestito senza cambiare le mutande, l’intimo rimane fedele alla logica politica uguale a quella dei clan camorristici.
Un altro nuovo che ci avanza di questo partito si chiama Vincenzo De Luca, incompatibile perché contemporaneamente sindaco di Salerno e deputato al parlamento. Ha chiesto che una volta morto e cremato le sue ceneri siano conservate in un’urna al centro di piazza della Libertà della sua città , al posto di un contestatissimo hotel difronte al mare che per esaudire la sua volontà dovrà essere abbattuto.
Queste alcune belle novità del nuovo che avanza tutto, il partito democratico, già colluso anche con Silvio Berlusconi.
Da buttare nel cesso.