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Dal 7 novembre scorso i consiglieri d’amministrazione di nomina pubblica delle società  controllate o partecipate da comuni e province dovevano essere drasticamente ridotti a 3 o al massimo 5.
La bella sforbiciata di almeno 5.000 poltrone occupate da politici senza carica piazzati nei cda per stare a braccia incrociate ed essere stipendiati da noi cittadini, é prevista dalla circolare di Linda Lanzillotta già  approvata dal Senato.
Il buon provvedimento che non prevede la scadenza naturale dei mandati ponendo come termine il 7 novembre 2007, é già  stato oggetto di un emendamento a firma di 3 deputati dell’ulivo di nome Marco Boato, Gianclaudio Bressa e Mauro Betta, due trentini e un bellunese, che da buoni paraculi hanno ritenuto urgente modificare la norma affinché “il ridimensionamento dei cda con sede legale nelle regioni a statuto speciale come il Trentino alto Adige sia deciso autonomamente con leggi regionali o provinciali da emanare entro 6 mesi”.
Capito? Così per ora gli stipendi dei membri degli elefantiaci cda italiani come per esempio quello dell’Autostrada del Brennero sono salvi! Alla faccia nostra di umili cittadini che ci arrangiamo a sbarcare il lunario per procurarci uno stipendio decurtato proprio per ingrassare (tra gli altri) i componenti dei cda!
Ovvio perciò che se l’emendamento vale per le 5 regioni a statuto speciale, varrà  anche per le 15 regioni a statuto ordinario e allora la norma Lanzillotta salterà  con grande soddisfazione delle migliaia di pseudoamministratori locali che continueranno a papparsi 2.000 euro di media al mese alla faccia nostra!
I 3 deputati paraculi finiti del nuovissimo Partito democratico dimostrano di aver cambiato nome senza cambiare nel merito! Hanno rispettato il solito copione dell’autoreferenza accontentando gli amici politici dei cda che gli avevano garantito un tot di voti nel loro collegio.
Eppure 5.000 politici inutili in meno da pagare ogni mese sarebbero circa 10 milioni di euro risparmiati che potrebbero finire agli ospedali, ai tribunali o alle famiglie che decidono di utilizzare il fotovoltaico.
Intanto i 5.000 ex politici si sarebbero rimboccati le maniche inventandosi un lavoro a tutto vantaggio dell’economia, della concorrenza e dei consumatori finali, spesso in difficoltà  economiche!
Sto facendo demagogia?
O é demagogia tenersi le regioni a statuto speciale, i cda di politici inutili che a tempo perso (o anche pieno) evadono il fisco rifugiandosi nelle roccaforti tipo San Marino o Montecarlo?

Un pensiero su “I tre “B”araculi”
  1. Il Ritorno dello “Spazio Pubblico”

    “Il No al ddl Lanzillotta”

    * Antonio Bonanese Segr. Gener. Fp Cgil Foggia

    ** Beppe di Brisco Attac Italia comitato di Foggia

    L’attuale modello di sviluppo – energivoro,consumistico,individualista,iniquo – che sopravvive su una appropriazione sregolata di risorse e sulle disuguaglianze é oggi in profonda crisi.Il primato del Mercato e il dominio delle politiche neoliberiste mette in pericolo L’ambiente, la coesione sociale, le istituzioni. Ci sono dei limiti a questo sviluppo che sono dati da un Ambiente che non si può massacrare, da una coesione sociale che non si può distruggere, da beni comuni, dai quali dipende la nostra sopravvivenza che non potranno mai essere ridotti a merce.

    Gran parte del peso di questo nostro modello di sviluppo ricade sul Sud del mondo come nel Mezzogiorno, al quale viene impedito di trovare la strada al proprio futuro, e sulle future generazioni,che rischiano di pagare con conflitti,povertà  e degrado i nostri comportamenti. In questo contesto é proprio il ruolo dell’intervento pubblico che và  rilanciato, diversamente da quanto propone il decreto legge Lanzillotta ( in esame alla Camera e in fase d’approvazione), con il quale si intende dare una ulteriore accelerazione liberalizzatrice in tema di servizi pubblici.

    La conferma di servizi pubblici di qualità  é condizione indispensabile per rendere concreti i diritti fondamentali del cittadino, attraverso i quali é possibile raggiungere obiettivi di coesione sociale, uguaglianza, sviluppo sostenibile e parità  di trattamento dei lavoratori. Dopo più di un ventennio di sbornia ideologica di mercato,liberismo e privatizzazioni, l’intervento e la spesa pubblica possono essere lo strumento di una vera economia diversa: la ricerca,il welfare,l’uso della leva fiscale, la programmazione, il controllo dei mercati e la regolamentazione della concorrenza possono essere gli strumenti di una economia sostenibile;

    Non si tratta ovviamente di statalismo,ma di una sfera pubblica che attinge dalla dinamica del protagonismo degli attori sociali. In questo contesto gli Enti locali possono avere un ruolo fondamentale nel rilanciare uno “ Spazio pubblico” i cui principi fondanti garantiscono l’universalità  e l’accessibilità  dei servizi utili ai cittadini, il controllo democratico degli stessi e la tutela dell’utente. E’ necessario, quindi, un quadro giuridico non solo nazionale ma di ampio respiro europeo, che ridimensioni fortemente gli effetti della liberalizzazione come programma, inserisca i servizi pubblici di qualità  quale modello sociale per le autorità  locali al fine di rispondere adeguatamente ai bisogni veri dei propri cittadini.

    Il “Mercato” ,dal nostro punto di vista non é stato il Toccasana.

    Con la pubblicazione dell’inchiesta “ 15 anni dopo: pubblico é meglio “ curata da FP-CGIL, Attac Italia, Arci e Rete Nuovo Municipio, abbiamo affrontato gli effetti dei processi di liberalizzazione e di privatizzazioni dei servizi pubblici avvenuti in questi anni, fuori da qualsiasi posizione ideologica abbiamo dimostrato come tali processi non hanno prodotto un miglioramento della qualità  dei servizi offerti né un abbassamento dei costi. anzi spesso ha palesato tutta la sua inefficienza e ha alimentato disuguaglianza, malfunzionamenti, riduzione dell’offerta sociale.

    Va rifiutata L’aziendalizzazione privatistica della fornitura dei servizi come la stessa Ministra Linda Lanzillotta sostiene a favore di una gestione pubblico sociale dei Beni Comuni della comunità . Il ritorno dello “ Spazio pubblico” e sociale (soprattutto se arricchito di nuovi istituti di partecipazione e di forme sempre più ricche e democratiche di cittadinanza solidale) diventa fondamentale anche nell’azione degli Enti locali, nella promozione di una qualità  sociale dello sviluppo delle nostre Comunità .

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