Ballottaggi urna

Che siano primarie ballottaggi amministrative provinciali europee politiche circoscrizionali regionali matrimoni comunioni o cresime, un qualcosa a orologeria c’è sempre. In un Paese corrotto come l’Italia, dove le mazzette quotidiane sono puntualmente a orologeria, è normale che gli arresti si mischino alle urne, e che le manette facciano binomio con le schede elettorali. In Italia non ci sono urne senza arresti; non ci sono elezioni senza indagini. E meno male che la retata veneziana è avvenuta dopo le elezioni europee, altrimenti di qua che il Pd avrebbe preso il 40 per cento. Quelli sì che sono stati arresti a orologeria. La tangentopoli del Mose sui ballottaggi di questo fine settimana potrà avere effetti speciali sul Pd, ma non ci meravigliaremmo se i dodici candidati pentastellati al ballottaggio diventassero tutti sindaco. Come non faremmo una piega se nessun grillino vincesse perché comunque andrà, sarà colpa di Beppe Grillo. Grillo e il Movimento saranno alla gogna dappertutto: a Porta a porta Ballarò La gabbia Matrix e persino in Peppa pig. Il sistema ha già assolto i delinquenti. Galan ha già deposto la sua innocenza sui giornali. Le manette sono già melodramma da larghe intese e i racconti degli editorialisti sono già oltre ogni assoluzione. L’ennesimo terremoto della corruzione politica è già stato attutito dalla critica asfittica. L’imperativo è lasciar correre, tanto è colpa di Grillo. Renzi che vede Cantone come panacea contro i mali della corruzione, è come il gatto che incontra il topo per dirgli che il formaggio non si tocca. I ballottaggi saranno arma di distrazione di massa per un Paese inerme e senza vertebre. Vinca il peggiore.

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