I giornali e la rete rimbombano di viva indignazione per la cosiddetta intervista-zerbino di Barbara D’Urso fatta a Silvio Berlusconi nella puntata di Domenica Live, ieri su Canale 5. Si è gridato al conflitto d’interessi dell’ex premier e al ruolo degli intervistatori quando, come nel caso della D’Urso, sono soltanto presentatori invece che giornalisti. Come se Berlusconi fosse l’unico personaggio incensato della tivù e come se la D’Urso fosse l’unica intervistatrice a evitare le domande. Chiariamo due o tre cose. Intanto Canale 5 è un’emittente privata della famiglia Berlusconi. Se oggi Canale 5 con Mediaset è quello che è bisogna ringraziare Prodi, D’Alema e Veltroni, che nei loro anni di capibastone al governo e all’opposizione, non hanno mai fatto niente contro il conflitto di interessi di Berlusconi. Indignarsi oggi per l’ora e 20 minuti di tivù dedicati a un personaggio bollito come Berlusconi dopo che ha impazzato per anni nelle reti Rai e nel salotto di Bruno Vespa, mi pare voler spostare l’attenzione sul vero pericolo attuale, che è Mario Monti assieme ad Angela Merkel .

Avrebbe avuto senso indignarsi per Berlusconi e la D’Urso se quell’ora abbondante di intervista fosse stata trasmessa su un canale Rai, che teoricamente dovrebbe fare servizio pubblico. Per il resto, il teleutente che non avrà voluto assistere al monologo trash del Drago di Arcore su Canale, 5 si sarà potuto armare di telecomando per fare zapping su altre emittenti. Del resto non si può impedire a Berlusconi di usare le armi che ha: i soldi e le tivù, che chiaramente usa per la sua campagna elettorale come fa da un ventennio a questa parte. L’indignazione generale per quell’intervista-monologo, ridonda di ipocrisia, poiché sta all’elettore decidere se farsi infinocchiare per la sesta volta (tante sono le discese in campo di B.), non al candidato. Che Canale 5 sia di Berlusconi lo sanno anche i cani e le massaie più indifese: quelle prive di senso critico, ma che spesso e volentieri hanno qualche figlio connesso in rete che tenta di erudirle sui trucchi dello spoil system.

Per il resto, a Berlusconi è rimasto solo il suo carisma che sgomita da una maschera stanca e ossessionata dai giudici. Benché in molti abbiano aperto gli occhi sulla stoffa del politico-imprenditore imbonitore, l’interessato rastrella il fondo del barile per cercare di salvare qualche consenso che in giro per lo stivale ancora ha. Indignarci nei confronti di Berlusconi e la D’Urso è lecito. A patto, però, di non chiudere gli occhi sul resto. Basta buttare l’occhio a Rai3 e alle interviste-zerbino di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. Basta tenerci i ritagli dei giornali per renderci conto che le solite firme di “giornalisti” (quelli iscritti all’ordine a differenza della D’Urso), firmano le solite interviste ai soliti personaggi a mo’ di addetti stampa. Qualche esempio? Elisabetta Soglio col ciellino Maurizio Lupi; Giovanna Casadio con Bersani e D’Alema; Marco Travaglio con Grillo in un via discorrendo di esempi tripartisan. Ecco perché è assai pompata questa polemica. Eppoi, cosa dovevamo aspettarci da un’intervista tra un ex pretendente e un’ex preda?

Un pensiero su “Berlusconi-D’Urso tra critiche da salotto”

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